25 novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ricorrenza istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La data è stata scelta come giorno della ricorrenza in cui celebrare attività a sostegno delle donne, sempre più vittime di violenze, molestie, fenomeni di stalking e aggressioni tra le mura domestiche.

La violenza contro le donne è una realtà quotidiana e in questo drammatico 2020 una realtà ancor più seria. L’Organizzazione Mondiale della Sanità rivela che nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza. La crisi sanitaria che stiamo vivendo ha accentuato il problema: i dati Istat mostrano una forte crescita del numero di telefonate al 1522 nel primo periodo di lockdown in Italia. Ciò nonostante sono tantissime le donne che non denunciano. Questo è probabilmente legato al fatto che il 93,4% dei casi di violenza (dati Istat), avviene fra le mura domestiche. Nel Rapporto del 1522 e delle Forze di Polizia “La violenza di genere al tempo del coronavirus: Marzo – Maggio 2020”, si legge che negli ultimi dieci anni i femminicidi hanno costituito un terzo degli omicidi, raggiungendo il 57,1% nel pieno confinamento di marzo 2020.
La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è senz’altro un momento importante per riflettere, presentare dati, porre l’attenzione su una piaga sociale che colpisce il genere femminile, ma senza un profondo cambio sociale e culturale in tutti i settori della vita, dal lavoro alla famiglia, nelle istituzioni e nella comunicazione, continueranno ad esserci donne vittime della violenza maschile.

Alcuni messaggi e iniziative nella nostra città in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Casa delle donne Ivrea

Quest’anno il Covid e il colore rosso della nostra Regione, ha impedito alla Casa delle Donne di organizzare incontri ed eventi collettivi per stare insieme e riflettere sul mondo delle donne, come al solito fatto di luci e ombre.
Sono luci la elezione della vice presidente Kamala Harris in America, la nuova Rettrice Antonella Polimeni, dopo 700 anni dalla fondazione della università La Sapienza di Roma, o le meno note ricercatrici dello Spallanzani di Roma che hanno isolato per prime il virus Covid 19 e rilevato la sua velocità di riprodursi e infettare.
Sono ombre la gravità della tragedia di Carignano, i continui femminicidi e, soprattutto, il come vengono raccontati dalla stampa e dai social. L’assassino “un gran lavoratore”, se poi suicida, è o un depresso o non ha saputo sopportare la separazione, la rottura delle sue egocentriche proiezioni di amore e famiglia. Giustificazioni che rendono le 95 vittime di quest’anno, due volte vittime.

Del resto i dati della la ricerca ISTAT 2018 sugli stereotipi di genere sono la chiave di lettura di queste distorsioni.

Infatti, come stupirsi quando il 32,5% della popolazione tra i 18-74 anni ritiene che per gli uomini più che per le donne sia importante il successo sul lavoro, che il 31,5% reputi gli uomini non adatti alle faccende domestiche, così come il 27,9% consideri essere l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia. Soprattutto quando il 58,8% della popolazione, senza differenze tra maschi e femmine, si ritrova in questi stereotipi.
Certamente o la percentuale aumenta col crescere dell’età (65,7%) e diminuisce fra i giovani (45,3%).
La convivenza forzata dovuta al Covid, in un contesto nutrito dai tanti stereotipi, ha acuito le difficoltà e i conflitti interni alla coppia. Conflitti che spesso esplodono in forme anche violente se il marito si è trovato senza lavoro, mentre la donna oltre alle usuali faccende domestiche è concentrata sulla didattica a distanza, con i figli di età diverse che frequentano scuole diverse.
E’ la motivazione per cui la Casa delle donne di Ivrea continua faticosamente a mantenere aperto lo sportello Alzati Eva, anche se con appuntamenti concordati attraverso il numero telefonico 0125 49514.
Le donne vengono richiamate, e con loro telefonicamente si valuta il motivo della chiamata, il bisogno con la situazione, per fissare gli appuntamenti in presenza. Sia per un approfondimento con le volontarie dello sportello, per un sostegno più intenso con le nostre counselor, oppure se il problema investe aspetti di carattere giuridico, con le avvocate.
E’ triste pensare che il 25 novembre passerà senza abbracci, in pieno distanziamento sociale. Però il mantenimento delle attività anche se ridotte, è il nostro modo di continuare ad essere dalla parte di Lei e tener fede al patto fondativo: NON SEI SOLA.
Intanto a presto rivederci.
Casa delle donne di Ivrea – Associazione Donne contro la Discriminazione (ONLUS)

Lucy Associazione


Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica e sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai figli.
Dall’inizio dell’anno decine e decine di donne sono state uccise in Italia per mano maschile.
La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato né una emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società, un dato politico di prima grandezza che affonda le sue radici nel la disparità di potere fra i sessi.

Coronavirus, la nuova campagna “Libera puoi” per le donne vittime di violenza

Associazione Violetta la forza delle donne

 

Anno 2020: l’emergenza sanitaria ci ha impedito di organizzare il nostro consueto appuntamento al Teatro Giacosa di Ivrea ma ci saremo comunque con un’edizione straordinaria organizzata in collaborazione con , il Commissariato di P.S. di Ivrea e Banchette e il Patrocinio della Città di Ivrea.

Il teatro Giacosa è stato per il nostro Progetto negli ultimi due anni la cornice che ci ha accolto e che ci ha permesso di condividere con la comunità quanto avevamo fatto, la cassa di risonanza che ci ha consentito di aprire una riflessione sentita su un tema così difficile come quello della violenza sulle donne.

Quest’anno faremo tutto questo in un modo un po’ diverso …

Dal 23 al 29 novembre: tutte le informazioni sul sito e su Facebook

 

 

 

Consulta stranieri di Ivrea

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riconoscere la violenza