A Ivrea il 7 aprile SUM #02: sarà la “democrazia diretta digitale” al centro dell’evento?

Dopo la svolta di SUM #01 nel 2017, Casaleggio riporta i 5 Stelle all’Officina H per “capire il futuro”

M5S: la svolta di Ivrea. Da movimento anticasta a forza di governo” titolavamo l’11 aprile dell’anno scorso a proposito dell’evento SUM #01 che si era svolto qualche giorno prima, l’8 aprile, presso l’Officina H di Ivrea. Una svolta che oggi chiunque può vedere, ma che è avvenuta ben prima dei risultati elettorali del 4 marzo ed è stata plasticamente rappresentata dall’immagine del capo politico Luigi Di Maio.
Ora, a due anni dalla scomparsa di Gianroberto Casaleggio, il prossimo 7 aprile torna all’Officina H di Ivrea SUM #02, sempre per “Capire il Futuro”. «L’evento avrà ancora una volta ospiti di primo piano – dice Davide Casaleggio quale presidente dell’associazione “Gianroberto Casaleggio” – che parleranno del futuro in diversi ambiti, dalla tecnologia alla giustizia, dalla salute all’uomo. Facendo tesoro delle indicazioni ricevute dai partecipanti dello scorso anno, molti dei relatori di SUM #02 sono stati scelti in base al loro feedback».

L’evento è stato presentato da Davide Casaleggio lunedì sera, 19 marzo, in una cena di finanziamento dell’associazione “Gianroberto Casaleggio” al ristorante Les Etoiles di Roma, alla quale hanno partecipato 125 invitati tra i quali il sociologo Domenico De Masi, la psicologa Rita Parsi, alcuni imprenditori, Luigi Di Maio e diversi altri parlamentari 5 Stelle.
Presentato alla cena romana da Davide Casaleggio anche il “manifesto di 10 punti” dell’associazione (peraltro già presentato nel corso della cena organizzata il mese scorso a Milano) che si ispira a un manifesto realizzato dal padre Gianroberto per webbeg. Dieci punti che sono per lo più dei titoli, delle enunciazioni di principio su natura, energia rinnovabile, sostenibilità, mobilità elettrica, promozione dell’imprenditoria giovanile, tutela del reddito, nuova cittadinanza digitale.
E proprio quest’ultima, la “nuova cittadinanza digitale”, viene da pensare che possa essere il contenuto connotante del prossimo SUM #02. Viene da pensarlo dopo aver letto un intervento dello stesso Davide Casaleggio, nella stessa giornata di lunedì 19 marzo, sul Washington Post.

Con la comprensibile enfasi del “vincitore” delle elezioni politiche italiane, Casaleggio afferma che «il MoVimento 5 Stelle, fondato nel 2009, ha raggiunto un successo storico tra le democrazie occidentali grazie all’utilizzo di Internet. Il MoVimento è oggi la prima grande compagine politica digitale al mondo» e aggiunge «la nostra esperienza è la prova di come la Rete abbia reso obsoleti e diseconomici i partiti e più in generale i precedenti modelli organizzativi».
Parla poi della piattaforma Rousseau, «che ha permesso il successo del MoVimento 5 Stelle», e della «democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, ha dato una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune sono destinate a scomparire. La democrazia rappresentativa, quella per delega, sta perdendo via via significato. E ciò è possibile grazie alla Rete».
L’obiettivo indicato da Davide Casaleggio sul Washington Post è quello di un milione di iscritti al M5S perché «la nostra speranza è quella di fornire un modello per il rinnovamento della democrazia ovunque, restituendola ai cittadini».

E’ forse una previsione azzardata che il tema della “democrazia diretta digitale” possa essere il vero centro del prossimo SUM #02 a Ivrea, ma la concomitanza dell’intervento sul Washington Post e la cena romana (con tanto di “manifesto dei 10 punti”) di presentazione del secondo evento eporediese, nella stessa giornata, non paiono semplici coincidenze.
Ora, pur facendo la tara per l’euforia del successo elettorale e per il carattere del personaggio, appare inquietante il senso totalizzante che emerge dall’intervento di Casaleggio. Perché, se pure il M5S raggiungesse un milione di iscritti o anche dieci o anche di più, Casaleggio dovrebbe sapere che un sistema democratico è tale se si basa su una serie di organizzazioni, strutture e istituzioni rappresentative (peraltro ben indicate nella Costituzione italiana) e non sulla “dittatura della maggioranza”. E affermazioni quali «le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate» e «la democrazia rappresentativa, quella per delega, sta perdendo via via significato», più che la constatazione di tendenze (peraltro preoccupanti e da contrastare), suonano, nel contesto del peana sulla “democrazia diretta, resa possibile dalla Rete”, come gravi segnali di avvertimento per l’assetto democratico di questo nostro Paese.
Non c’è motivo di credere che sia questo il connotato attuale del M5S, ma l’ubriacatura di consenso elettorale e l’atteggiamento fideistico nella Rete possono giocare brutti scherzi. Ai 5 Stelle e a tutto il Paese.

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