Animali vivi, animali morti

Dalla rubrica CONTRONATURA di Diego Marra

Trovo bizzarro incontrare automezzi con affisso il cartello “trasporto animali vivi” poiché mi pare pleonastico il termine “vivi”, se si trasportano animali risulta evidente che questi lo siano; altrimenti sui mezzi frigoriferi che traghettano sulle tavole dei carnivori tante belle bistecche dovrebbe essere affisso l’avviso “trasporto animali morti”! Ma, si sa, le diciture burocratiche sono sempre afflitte da controsensi, ossimori, pleonasmi, litoti… Allora, invece del, da me prospettato, ferale annuncio “trasporto animali morti” si potrebbe scrivere “trasporto animali non più vivi”, oppure al posto di “trasporto animali vivi” si potrebbe enunciarne il prossimo futuro: “trasporto imminenti bistecche”. Vero è che non tutti i trasferimenti di animali conducono obbligatoriamente al macello: spesso si tratta di traslocare greggi in aree di pascolo migliori o cavalli al maneggio, ma anche in questo caso la specificazione “vivi” permane pleonastica. A ben pensarci, però, tutti i mezzi di locomozione trasportano animali vivi perché, per ora, il codice della strada prevede che sia presente un animale (umano) che conduca il veicolo. Eppure si incontrano spesso automobili guidate da animali umani fisicamente vivi, ma cerebralmente morti o prossimi all’estinzione neuronale. Mi riferisco ai numerosi idioti (per usare un’espressione garbata) che popolano le nostre strade utilizzandole come circuiti di formula uno, disprezzando, non solo il codice della strada, ma soprattutto le regole di civile convivenza e il rispetto per gli altri automobilisti, pedoni o ciclisti. Una categoria particolare è quella dei conduttori di megaSUV, assurdi veicoli ridondanti, perfetti archetipi dell’ipertrofia egotica sublimante la semplice necessità di locomozione. Ebbene, per la sicurezza di tutti gli altri utenti della strada propongo al ministero dei trasporti di imporre l’obbligo ai soggetti descritti, di affiggere sul proprio mezzo un avviso ben evidente dove sia riportata la dicitura: “attenzione trasporto animale cerebralmente limitato”. Un tempo, non molto lontano, gli animali si autotraslavano utilizzando fisiologici mezzi di locomozione (vedi zampe); nei miei ricordi, e non si tratta del secolo diciannovesimo, fluttuano immagini di vacche, capre e pecore che percorrono tranquillamente le vie di paesi valchiusellesi, con diritto di precedenza sui mezzi a motore. Capita ancora oggi, seppur con minor frequenza, anzi alcuni paesi hanno riscoperto la tradizione della transumanza ritualizzandola in festa popolare, come la desnalpà che ogni anno si celebra a Settimo Vittone. La differenza è rappresentata dal pervasivo traffico automobilistico e dalle reazioni di stizza di molti automobilisti quando trovano la carreggiata invasa da greggi e mandrie. Sarà questo il problema per cui oggi gli animali sono ammassati su autocarri che li portano a destinazione? Anche i nostri fratelli vertebrati devono sottostare alla legge della sfrenata società dei consumi che propone la velocità come valore assoluto e… se qualcuno soffrisse di cinetosi?

Diego Marra