Aperto lo stato di mobilitazione in Comdata

La situazione della commessa TIM non migliora, più FIS a maggio. E nemmeno Wind e Vodafone si sentono tanto bene.

Come da previsioni, nonostante i primi comunicati pacati delle organizzazioni sindacali, la situazione del FIS in Comdata peggiora, o meglio è conforme a quanto previsto dall’accordo di fine marzo. I miglioramenti rispetto all’accordo erano infatti solo parole mai messe nero su bianco. Lo conferma l’incontro fra azienda e sindacati del 27 aprile scorso dove Comdata gela gli animi comunicando che:

  • Nel mese di maggio a causa del protrarsi del calo di volumi su tutto il perimetro TIM, il FIS passerà dal 50% al 75% per tutti i lavoratori coinvolti che ricordiamo sono 363 (su un migliaio totali) che lavoreranno quindi una sola settimana su quattro.
  • L’azienda non è in grado di fornire alcuna prospettiva per l’immediato futuro. Nessuna anticipazione quindi sulle nuove commesse delle quali parlava l’azienda nell’incontro del 27 marzo attivate proprio per mantere l’occupazione del sito di Ivrea dichiarato “strategico per Comdata”.

Le Rsu e i responsabili territoriali di categoria di Cgil-Cisl-Uil verranno riconvocati dall’azienda il 10 maggio, sarà quella l’occasione, dice Comdata, per parlare di nuove attività per ricollocare le persone attualmente in FIS.
Questo rinviare la presentazione di un piano industriale di rilancio della sede, preoccupa non poco lavoratori e sindacati anche considerate le situazioni delle commesse Wind e Vodafone che vedono anch’esse una riduzione di volumi.

In merito alla situazione del sito, si è inoltre discusso della situazione attuale della commessa Wind, dove, ricordiamo, sono stati spostati una cinquantina di colleghi prima della partenza del FIS. In questo momento si registrano cali di volume, soprattutto sull’attività Dealer (il supporto ai venditori)“, si legge nel comunicato delle Rsu che poi continua “l’azienda afferma che l’attuale fotografia della commessa Wind non porta a particolari allarmismi e comunica l’esigenza di scaricare ore di ferie residue.” che tradotto sarebbe “Non c’è da allarmarsi, ma per favore state in ferie che non c’è lavoro”. E quando dovrebbero allarmarsi i lavoratori? Quando verrà disabilitato il badge di entrata?

Le Rsu hanno quindi rimarcato il calo di volumi anche sulla commessa Vodafone e di nuovo l’azienda su questa riduzione di lavoro conferma che “non vi sono ad oggi informazioni preoccupanti“. Forse non preoccupanti per l’azienda, ma per i lavoratori?
I lavoratori iniziano infatti ad allarmarsi, nonostante le rassicurazioni aziendali, come dichiarano anche le Rsu “Alle giuste preoccupazioni che ci arrivano da parte di tutti i lavoratori della sede di Ivrea oggi i dati concreti indicano una grossa commessa in FIS e altre due (Wind-Vodafone) instabili.

Comdata è abituata veramente a concedere poco o niente nelle trattative sindacali, forti anche del fatto che una mobilitazione degna di questo nome è difficile e non si è mai organizzata nella sede di Ivrea, ma questa volta i rappresentanti sindacali dichiarano che le risposte ricevute non sono sufficienti e dichiarano aperto lo stato di mobilitazione sulla sede di Ivrea, rimarcando “che la volontà dell’azienda di mantenere il perimetro occupazionale sulla sede eporediese nella sua totalità, deve essere accompagnata da risposte concrete, mettendoci il prima possibile a conoscenza delle attività e/o commesse che dicono essere in arrivo con dei numeri precisi di ricollocazione dei colleghi.

Ci vorrebbe per Comdata una chiamata del Primo cittadino della Città dove opera l’azienda, Ivrea. Così, giusto per chiedere ai dirigenti di questa azienda, una fra le più grandi (se non la più grande) del territorio eporediese che intenzioni hanno. Se pensano di essere imprenditori degni di chi li ha preceduti in quegli uffici, se pensano di dare oltre che im-prendere oppure essere al solo servizio degli azionisti, lasciando indietro, molto indietro, gli altri “portatori di interesse” (i cosiddetti stakeholder) che includono anche i lavoratori e le istituzioni pubbliche. Ecco io da prima cittadina, li chiamerei.

Cadigia Perini