BON NOËL

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione scritta dal GEC Together We Stand, gruppo di giovani eporediesi di origine italiana e africana, sul senso del Natale

Pensate se ai nostri nonni avessero raccontato che noi ci lasciamo togliere i canti natalizi da una banda di cornuti islamici di merda
Mario Borghezio

Il Natale è, che lo vogliamo o meno, una festa di tutti. A Natale si festeggia la nascita di Gesù. Lo festeggiano i cristiani, lo festeggiano anche i musulmani – per i quali Gesù, che nel Corano si chiama Issa, è uno dei profeti più importanti – e lo festeggia anche chi non professa alcuna religione. È una storia, una bella storia, e noi abbiamo provato a leggerla insieme, o meglio a rileggerla con gli occhi nel presente. Siamo giovani, italiani e stranieri, e facciamo parte del GEC (Gruppo di Educazione alla Cittadinanza) TOGETHER WE STAND nato dalla collaborazione tra l’Associazione Acmos e la Cooperativa MaryPoppins. In questo gruppo siamo simili e diversi, ma ci sentiamo tutti a casa, ci sentiamo tutti cittadini anche se alcuni non hanno ancora la cittadinanza, perché abbiamo dei diritti e dei doveri. Pensiamo che “Nessuno è insostenibile, perché tutti dovrebbero poter vivere liberi” e la nostra missione è scoprire e far scoprire l’invisibile che c’è attorno a noi. Anche nella frase di Borghezio, anche nella storia di Gesù c’è qualcosa di invisibile che vorremmo far emergere.

Partiamo dal racconto della nascita di Gesù, così come narrato nel Vangelo secondo Luca, ovvero quello che più si avvicina a quanto scritto sulla stessa vicenda nel Corano. Dio sceglie di far nascere suo figlio povero tra i poveri e di farlo nascere lontano da casa, non in una stanza d’albergo, ma in una mangiatoia. E noi, da duemila anni, festeggiamo questa storia piccola e semplice. Cosa ci dice questo racconto? Il primo insegnamento, pensando al fatto che Maria e Giuseppe fossero migranti interni di Israele, accolti dai poveri di Betlemme, crediamo sia l’importanza dell’accoglienza e della condivisione con chi ha meno di noi. In secondo luogo, riteniamo che sia davvero autentico chi come Gesù non solo spiega agli altri cosa sia giusto o sbagliato, ma chi lo dimostra, lo testimonia con la propria vita. Gesù non dice di stare con i poveri, Gesù sta con i poveri.
Le persone pensano di sentirsi dio quando hanno tutto, quando possiedono tutto. E invece Gesù viene a dirci che tutti possono arrivare in alto, che tutti possono arrivare a Dio. Ci dice che si festeggia il Natale perché si festeggia una missione, e ai missionari non importa delle cose materiali, importa solo dell’obiettivo “alto”. Ma badate bene, tutti hanno un Natale, tutti hanno una missione. Il modo per raggiungere quest’obiettivo lo si può capire subito: partire dal basso, condividendo il poco con tanti. È per questo che tutti i profeti nascono poveri.

Ci sono tanti modi per festeggiare il Natale, ma noi crediamo, come si dice in Africa, che “la bellezza se non la condividi diventa piccola piccola”. E allora noi non vogliamo che si camuffi il Natale, che le vacanze natalizie vengano chiamate “feste invernali”, che non si faccia più il presepe, che non si scambino più i regali, che non si cantino più le canzoni di Natale. Tutt’altro, noi vorremmo fare tutte queste cose insieme, con chi crede e con chi non crede; come si fa in tanti paesi dell’Africa, dove i cristiani festeggiano il Natale con i musulmani e dove i musulmani festeggiano il Tabaski (la Festa del Sacrificio) con i cristiani, mangiando, cantando e ballando insieme. Non dobbiamo vergognarci della nostra diversità e nascondere la storia, ma conoscerla bene per saperla testimoniare davvero e per poterla raccontare a chi ancora non la conosce: le cose nascoste, le cose invisibili fanno paura. Allora non ci sentiremo più a disagio con i regali di Natale, perché saranno una bella occasione per entrare in contatto, per venirsi incontro, per essere obbligati a pensare gli uni agli altri, e per salire tutti insieme un po’ più in alto.
Viva le storie e la Storia, viva chi le vive e le racconta!

Buon Natale, Bon Noël, Merry Christmas
dal GEC Together We Stand