Buoni spesa e collette alimentari: Comuni e mondo no-profit in soccorso di chi è rimasto senza stipendio

I Comuni, se pur in maniera sparsa e individuale, si organizzano per distribuire i buoni spesa e le associazioni, Caritas e Croce Rossa hanno dato vita ad una rete di collette alimentari che possa raggiungere coloro che ne hanno bisogno. Fino ad oggi sarebbero circa 100 le domande giornaliere pervenute al Comune d’Ivrea per ottenere i buoni spesa

Siamo solo all’inizio di una recessione che già diversi osservatori indicano come “probabilmente la peggiore e più profonda da un secolo a questa parte” e, per provare a “reggere” il colpo, i governi europei hanno adottato interventi che ruotano attorno a tre grandi filoni: proteggere come possibile i posti di lavoro (con la cassa integrazione, fissando divieti di licenziamento e sostenendo le imprese a pagare gli stipendi), facilitare il credito alle imprese da parte delle banche e sostenere i redditi delle famiglie.
Trattasi di misure “eccezionali” che necessiteranno di correttivi, di piani d’investimento collettivi o di nuove misure di reddito universale e incondizionato (il reddito di base) se si vorrà uscire dalla recessione il prima possibile. Sulla scia delle misure “eccezionali”, intanto, il Governo Conte ha stanziato 400 milioni di euro per i comuni italiani come forma economica di sostegno alle famiglie che, costrette all’isolamento forzato, faticano a provvedere ai bisogni di prima necessità.
Per il Comune d’Ivrea l’importo previsto ammonta a 124.279€ e giovedì 2 aprile la giunta Sertoli ha stabilito i criteri con cui distribuire questi buoni.

I criteri di erogazioni dei buoni spesa a Ivrea

Per poter fare richiesta è necessario soddisfare alcuni requisiti: essere residenti nel Comune d’Ivrea alla data 31/03/20 (requisito necessario anche per gli altri componenti del nucleo familiare), possedere una somma patrimoniale inferiore a 5.000€ e non aver percepito un reddito per il mese di marzo superiore a 1.500€. I buoni potranno essere spesi unicamente all’interno di quelle attività commerciali alimentari che aderiscono all’iniziativa (sul sito è presente un modulo da compilare anche per i commercianti) entro e non oltre il 30 aprile. L’importo del contributo sarà definito in base al numero dei componenti del nucleo familiare: 80€ per nucleo composto da una persona, 150€ per due, 220€ per tre e 300€ per quei nuclei composti da quattro o più individui.
Chiunque volesse accedere a questo servizio dovrà compilare una domanda (qui trovate il modulo) da inviare al Comune d’Ivrea entro e non oltre le ore 16.00 di mercoledì 8 aprile. Raccolte le domande il comune provvederà a stilare una graduatoria e solo successivamente avverrà la distribuzione dei buoni.

Autonomia e graduatorie: la strategia individuale dei comuni eporediesi

C’è chi si chiede, in queste ore, se la scelta dell’amministrazione comunale eporediese sia stata appropriata per erogare tempestivamente il contributo oppure no. È infatti chiaro a tutti che il fattore più rilevante, in questa situazione, consista nella rapidità con cui le famiglie possono accedere ai buoni. È sulla base di questo criterio che il Partito Democratico d’Ivrea ha ritenuto di dover esprimere le sue perplessità: «a nostro parere, in questo momento la tempestività nell’erogazione del contributo costituisce uno degli elementi più importanti per far fronte a una situazione di precarietà finora inedita per molte famiglie che la stanno affrontando. Il Comune di Ivrea ha, invece, scelto una procedura, basata sulla costruzione di un punteggio e di una graduatoria, che rischia di essere troppo lunga ed eccessivamente burocratizzata»; aggiungendo, inoltre: «avremmo preferito che si arrivasse a concordare una modalità unica su tutto il territorio eporediese. Il Consorzio In.Re.te., ad esempio, ha avanzato una proposta in questo senso che è stata accolta da molti comuni della zona. Perché non si è aderito a quella proposta che consentirà a quei Comuni già da lunedì di erogare gli aiuti?».

Una proposta, quella a cui si riferisce il PD eporediese, arenata ancor prima che si potesse verificarne la fattualità. In assenza di un coordinamento territoriale e in mancanza di regole sulle modalità di erogazione dei contributi i vari comuni dell’eporediese hanno optato per un rapporto diretto tra cittadini e comune. Ogni amministrazione locale si è dotata di propri criteri e moduli: così, per citare alcuni esempi, il Comune di Banchette erogherà 30€ ai nuclei familiari composti da una persona, 60€ a quelli composti da due e a partire dal terzo componente un aumento di 10€ cadauno; il Comune di Montalto Dora erogherà 30€ a nucleo costituito da un unica persona con l’aggiunta di 20€ per ogni individuo oltre al primo, ma previa valutazione di una “Commissione appositamente costituita”; il Comune di Borgofranco d’Ivrea erogherà voucher di 25€ per beneficiario; il Comune di Chiaverano distribuirà buoni dal valore di 40€ per nuclei singoli con l’aggiunta di 30€ per ogni componente aggiuntivo, ma senza indicare date o tempestiche di presentazione della domanda: verrà adottato il criterio di arrivo delle richieste e l’analisi del fabbisogno familiare sarà valutata dal Consorzio In.Re.Te. in collaborazione con gli uffici comunali.

Questi buoni rappresentano l’emergere di nuove povertà

«Vogliamo subito precisare che questa somma [i 124mila euro del comune d’Ivrea n.d.r.] deve essere destinata a persone in difficoltà, a chi, avendo dovuto interrompere la propria attività a causa dell’emergenza Covid – 19 o non avendo per questo ricevuto lo stipendio, non ha i soldi per fare la spesa, oltre alle realtà di emarginazione e di indigenza cronica che sono aiutate dalle associazioni di volontariato» è quanto sostiene il M5S eporediese nel suo comunicato. Il consigliere Massimo Fresc, inoltre, ha aggiunto: «Il gruppo consiliare del M5S vede con favore le modalità con cui l’Amministrazione ha organizzato la gestione dei fondi statali e nell’ultimo incontro tra Giunta e capigruppo del Consiglio comunale abbiamo sollecitato una stretta collaborazione con il Consorzio INRETE, il Centro per l’impiego e le associazioni del volontariato». Di parere analogo Francesco Comotto di ViviamoIvrea che ha così commentato l’operato della giunta circa l’erogazione dei buoni: «avremmo forse utilizzato un metodo di erogazione del contributo più snello, ma non ci sentiamo di criticare questa modalità. Vedremo se il metodo d’Ivrea avrà funzionato e se sarà risultato utile anche per possibili tranche future. L’importante è arrivare a quelle persone che si sono trovate improvvisamente senza stipendio, al di là delle situazioni di emarginazione sociale già monitorate da parte del Consorzio».

Nessuno ha idea di quante persone presenteranno domanda, se si verificheranno casi come quello del Comune di Torino (che nel giro di poco ha esaurito il budget disponibile a fronte di 20.000 domande pervenute) o se la distribuzione sarà più scaglionata. Quel che è certo è che le cifre di cui parliamo rappresentano, per ogni famiglia, la possibilità di fare al massimo una spesa settimanale. Non di più. Al di là di questa spesa “straordinaria” resterà, tuttavia, l’incertezza per tante famiglie di come poter affrontare il futuro (quello prossimo, non quello remoto) senza uno stipendio: chi svolgeva un lavoro in nero e si “arrangiava” (badanti, colf…).
Fortunatamente la società civile sta cercando di “coprire” i vuoti che le istituzioni non sono in grado di colmare e in questi giorni si è organizzata una vivace rete di associazioni e di enti no-profit che hanno dato vita al progetto “CondiVIDiamo”, una raccolta alimentare organizzata dalla sezione eporediese della Croce Rossa e dalla Caritas e che vede diverse associazioni locali coinvolte nelle donazioni di alimenti a lunga conservazione, alimenti per infanzia e altro ancora.

L’intreccio tra la rete sociale e le istituzioni, per ora, tiene e ci si augura che possa incrementare una volta di più i propri sforzi, ma il ventaglio di persone che hanno bisogno di un aiuto cresce ogni giorno di più.

Andrea Bertolino