Chi deve vigilare sul rientro degli alunni a casa?

I minori di 14 anni, al termine dell’orario scolastico, devono essere riaccompagnati a casa da un genitore? E la scuola ha responsabilità? L’uscita della Ministra Fedeli ha acceso la discussione, ma il PD avrebbe già pronto un emendamento per cambiare l’attuale legge

L’uscita degli alunni da scuola è l’argomento del momento anche se il problema è di vecchia data. A riportare il tema alla ribalta è stata una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la responsabilità della scuola per un caso accaduto 15 anni fa (e magari ci sarebbe anche da chiedersi perché in questo Paese occorrano 15 anni per avere una sentenza definitiva per una vicenda che in qualunque altra parte del mondo si sarebbe risolta in pochi mesi).
In estrema sintesi il problema è questo: al termine dell’orario scolastico gli alunni minori di 14 anni dovrebbero essere prelevati a scuola da un genitore o da altra persona adulta, in caso contrario potrebbe insorgere a carico della scuola responsabilità civili e penali di non poco conto. E a nulla potrebbe valere la “liberatoria” che spesso i genitori firmano e consegnano alla scuola stessa.

Ma andiamo con ordine.
Pochi giorni fa, dopo che per settimane la polemica divampava nei social e non solo, la Ministra Fedeli è intervenuta sulla questione per ribadire che i genitori degli alunni di scuola media devono ritirare personalmente i figli all’uscita: “E’ la legge – ha detto in sintesi la Ministra – i genitori devono organizzarsi, se non possono andare loro a ritirare i figli possono mandarci i nonni [dimenticando forse che ormai i nonni anche se hanno 65 anni sono costretti ancora a lavorare, ndr]; insomma le cose stanno così, bisogna farsene una ragione”.
Passano poche ore e il segretario del PD Matteo Renzi, intuendo che la questione sta diventando interessante anche sotto il profilo politico ed elettorale, smentisce la Ministra e dichiara che la legge va certamente rivista anche perché non possiamo comportarci in modo completamente diverso dagli altri Paesi europei.
E, come se questo non bastasse, subito dopo l’onorevole Simona Malpezzi, responsabile scuola del PD, fa anche di più e annuncia di aver già predisposto un disegno di legge che, una volta approvato, risolverà il problema alla radice.

Il provvedimento si intitola “Misure volte a incentivare il processo di autoresponsabilizzazione dei minori di 14 anni, finalizzate a consentire l’uscita autonoma dei minori dai locali scolastici”.
Il testo è semplice e sintetico e sembra non lasciare spazio a dubbi interpretativi.

Un solo articolo, diviso in due commi.
Primo comma:
I genitori esercenti la responsabilità genitoriale e i tutori dei minori di 14 anni, in considerazione dell’età, del grado di autonomia e dello specifico contesto, nell’ambito del gradi di processo di autoresponsabilizzazione, possono autorizzare le istituzioni del sistema nazionale di istruzione a consentire l’uscita autonoma dei minori dai locali scolastici al termine dell’orario delle lezioni.
Secondo comma:
L’autorizzazione di cui al comma 1 esonera il personale scolastico dalla responsabilità connessa all’adempimento dell’obbligo di vigilanza.
Simona Malpezzi ha già dichiarato che chiederà che il disegno di legge venga calendarizzato subito, già nei prossimi giorni.
E siccome il testo è piuttosto semplice e riguarda norme specifiche non è da escludere che possa persino essere esaminato (ed eventualmente approvato) seguendo la procedura abbreviata e cioè autorizzando la Commissione Cultura ad intervenire in sede deliberante. In tal caso il provvedimento non dovrebbe neppure passare dall’aula.
Se le cose andranno per il verso giusto il problema dell’uscita da scuola potrebbe trovare soluzione in poche settimane.
Intanto il disaccordo fra Fedeli e Renzi è già rientrato e nel pomeriggio di domenica 29, nel corso di un incontro pubblico, il segretario del partito e la Ministra hanno dichiarato all’unisono che la legge va cambiata, anzi la Fedeli ha anche detto che la modifica verrà fatta con un emendamento [probabilmente contenuto nella legge di bilancio, ndr] che lei stessa presenterà al Senato.
Intanto in molte realtà locali, e anche nel nostro territorio, numerosi dirigenti scolastici stanno trascurando i severi ammonimenti della ministra Fedeli e hanno deciso di “trattare” con le famiglie esaminando accuratamente i diversi casi di uscita dalla scuola. Si tratta di un impegno (e di un rischio) non da poco, ma per intanto è la soluzione concreta di un problema che sta mettendo in difficoltà le famiglie.

Reginaldo Palermo