Cineclub Ivrea – Cuori puri

Martedì 24 ottobre 2017 ore 15,00, 17.10, 19.20, 21.30
Mercoledì 25 ottobre 2017 ore 15.30, 18.00

regìa Roberto De Paolis / soggetto Luca Infascelli, Carlo Salsa, Roberto De Paolis / sceneggiatura Luca Infascelli, Carlo Salsa, Greta Scicchitano, Roberto De Paolis / fotografia Claudio Cofrancesco / musica Emanuele De Raymondi / montaggio Paola Freddi / scenografia Rachele Meliadò / costumi Loredana Buscemi / interpreti Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce, Antonella Attili, Federico Pacifici, Isabella Delle Monache / produzione Carla Altieri, Roberto De Paolis, Alfredo Covelli, per Young Films, con Rai Cinema / origine Italia 2017 / distribuzione CINEMA di Valerio De Paolis / durata 1 h e 54’

Agnese, 18 anni, vive con una madre dura e devota, frequenta la chiesa e sta per compiere una promessa di castità fino al matrimonio. Stefano, 25 anni, è un ragazzo dal passato difficile che lavora come custode nel parcheggio di un centro commerciale. Dal loro incontro nasce un sentimento vero, fino a quando Agnese, incerta se tradire i suoi ideali, si troverà a prendere una decisione estrema e inaspettata.

(…) è basato sull’osservazione diretta e approfondita della realtà, su una riscrittura sul campo e sulla ricerca di drammi non borghesi, secondo la lezione del miglior cinema documentario. Una lezione che non riguarda solo la superficie di realismo o di verosimiglianza, ma anche la costruzione interna a ogni scena, la maniera di montare, la scelta di cosa tenere dentro e fuori campo. De Paolis ha smontato e ricucito la trama del film negli anni, attraverso il confronto diretto con la realtà di Tor Sapienza, periferia Est di Roma; quest’opera di adattamento, di correzione dello sguardo, diventa potenza drammaturgica, con dialoghi che nessuno sceneggiatore potrebbe ideare a tavolino, attori trascinanti che fanno tutt’uno col ruolo, location mai pretestuose. Tanto è vero che verso la fine, quando la storia deve pur sempre procedere in maniera tradizionale, gli avvenimenti si affastellano un po’. Ma se si avvertono queste stonature, è proprio perché il resto del film ha invece una resa perfetta, da cui traspare l’amore del regista per i personaggi, rivendicato fin nelle ultime immagini.
(Emiliano Morreale)

(…) la forza del film è soprattutto nella capacità di descrivere con giustezza un ambiente respingente (la povertà e la miseria morale di certe periferie) e illuminare le trappole che si nascondono dietro a convinzioni inossidabili (la fede che don Luca trasmette con zelo assoluto). È qui che De Paolis rivela qualità di scrittura e di regìa davvero notevoli, nell’usare i toni e le parole più appropriate per restituire lo squallore di certe periferie ma anche le rabbie nascoste, le ansie giovanili, le paure dei diversi, i sogni destinati a finire. E lo spunto cronachistico (…) finisce per diventare quasi insignificante di fronte alla forza con cui il film sa trovare una strada originale per raccontare un mondo che in tanti vorrebbero dimenticare.
(Paolo Mereghetti)

La fede, il diritto di sbagliare, la ricerca della propria identità, l’amore e il pregiudizio. Intorno a questi temi ruota la bella opera prima di Roberto De Paolis (…) Girato nelle difficili periferie romane, il film esplora dunque cuori umani e geografie urbane attraverso lo sguardo pulito dei suoi protagonisti, interpretati da Selene Caramazza e Simone Liberati, due presenze forti, ai quali si affiancano Barbora Bobulova, che regala inquietudine, tensione e disagio a una madre dalla religiosità opprimente, e Stefano Fresi, che offre umanità e compassione a un sacerdote, ministro di una Chiesa aperta e contemporanea.
(Alessandro de Luca)