Comital: una brutta storia

Comital di Volpiano: tutti licenziati. Presidio permanente dei lavoratori davanti allo stabilimento

La Comital di Volpiano, che si occupa di laminazione dell’alluminio, ha una lunga storia: solo ripercorrendo gli ultimi vent’anni troviamo una società che – prima della cessione di due anni fa all’attuale proprietà francese – faceva parte di un gruppo conosciuto attraverso il suo principale marchio, e cioè Cuki, la cui proprietà era, ed è tutt’ora, riconducibile a Corrado Ariaudo, che a sua volta l’aveva acquisita dal fondo M&C controllato da Carlo De Benedetti.
Questi ultimi passaggi avvengono nel contesto di una situazione già alquanto critica, fortemente condizionata dal sistema bancario: Il fondo M&C infatti aveva rilevato il gruppo dal noto imprenditore Cornelio Valetto, che navigava in pessime acque dal punto di vista finanziario, e che a sua volta, grazie anche alle sue amicizie e relazioni politiche (in primis con Oscar Luigi Scalfaro) l’aveva acquisito dalle Partecipazioni statali.
Nel corso di questa traiettoria i lavoratori sono passati da 1000 ai 140 (!) che ora i francesi vogliono licenziare insieme alla cessazione dell’attività di laminazione, a cui va aggiunto il centinaio rimasto in capo a Cuki e all’altra società della stessa proprietà francese che gestisce la fonderia…

Insomma il solito quadro complicato, per effetto dello “spezzatino” di un ciclo produttivo che pure aveva una propria logica interna: la materia prima veniva prima fusa e poi laminata, per ricavare fogli di alluminio destinati principalmente all’industria farmaceutica e alimentare, tra cui le famose vaschette Cuki.
La nuova proprietà francese si è dimostrata non all’altezza, tanto che già nei mesi scorsi lavoratori e sindacato avevano manifestato preoccupazione di fronte ad una situazione sempre più paradossale: lavoro in abbondanza, ma nello stesso tempo difficoltà di approvvigionamento dai fornitori a causa dei mancati pagamenti da parte di Comital.

Per queste ragioni da settimane i lavoratori presidiano i cancelli, mentre il 28 luglio la proprietà ha avviato la procedura di cessazione dell’attività e di licenziamento di tutti i 140 lavoratori.
Ora le speranze sono affidate alla possibilità che si faccia avanti qualche compratore interessato alla continuità produttiva e al mantenimento dell’occupaIone: impresa difficile ma non impossibile, a fronte di un’attività qualificata e con lavoratori assai esperti. Che intanto dai cancelli deĺla fabbrica non si muovono, neanche a ferragosto!

Federico Bellono

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