Cosa abbiamo imparato (noi dello Zac!) dai Camillas

Zac! per Zagor

Avrei voluto scrivere queste considerazioni allora, a gennaio, quando siamo tornati a casa ubriachi e felici come a Capodanno, dopo il concerto dei Camillas allo ZAC! E invece mi ritrovo a scriverle adesso, queste righe, con la grande tristezza addosso dopo la morte di Mirko Bertuccioli, Zagor Camillas, musicista unico, irriverente, luminoso, pieno di vita.
In rete si moltiplicano i ricordi legati a Mirko, da tutta la penisola arrivano parole d’amore, da parte di tutti i club che hanno ospitato concerti dei Camillas e da tutti gli artisti con cui hanno collaborato in questi anni. Tutti stanno cercando di portare alla luce, con le parole, quella sensazione unica di stare sotto un palco di poeti pazzi.
Penso che i Camillas ci abbiano insegnato molte cose in una sola notte, non oso immaginare che patrimonio abbiano lasciato nelle mani dei ragazzi e delle ragazze pesaresi, dove Mirko viveva e fino a qualche anno fa gestiva il mitico negozio di dischi Plastic di via Passeri, dove faceva suonare musicisti amici, esordienti, sconosciuti, faceva feste, cose, mescolava le energie.
Anche a noi hanno insegnato questo (un po’ lo sapevamo e lo facevamo già): mescolarsi, contaminarsi, fare insieme. Quella sera allo ZAC! c’era Davide Gamba, che li conosceva e amava già da un bel po’; c’era gente che li aveva solo sentiti in televisione per Italia’s got Talent; c’era Lele Giraudo dei Fuco, che ci aveva suonato insieme più di una volta, e che è stato baciato e abbracciato da Mirko facendoci emozionare tutti; c’erano dei bellissimi ragazzetti di Torino che ballavano e sudavano (“noi appena vediamo Camillas, andiamo” mi ha detto Filippo); c’era qualche innocente che alla fine, con gli occhi a cuore, ci ha detto “ma dove li avete trovati, questi?”. Ci hanno insegnato che le persone si ascoltano. A cena di sicuro Giulio, come suo solito, avrà raccontato  nei minimi dettagli ai Camillas il Carnevale di Ivrea, con tutte le sue tradizioni, e durante il concerto Ruben Camillas ci ri-racconta il Carnevale di Ivrea in un “Samba Violetta” pazzesco, di pura improvvisazione, puro delirio sulla nostra mugnaia, la sua spada e il Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Una grandissima lezione di autoironia, che ci ha stupiti, ci ha fatto ridere e ci ha fatto pensare “sta parlando di noi”. In una cena ci hanno ascoltati e ci hanno capiti, e hanno pure capito come prenderci in giro.
Poi vabbè, un regalo ai Camillas glielo abbiamo fatto anche noi: in una stazione del treno non avevano mai suonato nemmeno loro.
E lo hanno fatto con un grande cuore, grazie Mirko, grazie per il tuo inno alla vita.

Lucia Panzieri