Elogio della Valchiusella

Dalla rubrica CONTRONATURA di Diego Marra

In Perù c’è Cusco (in Quechua Qosqo o Qusqu) che fu capitale e sede del governo Inca. Per la tradizione il toponimo significa centro, ombelico, cintura; questo perché secondo la mitologia Inca in esso confluivano il mondo degli inferi, il mondo visibile ed il mondo superiore. Per questo motivo la città fu ed è chiamata l’ombelico del mondo. Noi abbiamo la Valchiusella che per me, valchiusellese per origine di nonno paterno, è l’ombelico del mondo. Cosa suffraga questa mia ardita affermazione? Nulla! Quindi non attendetevi disquisizioni filosofiche o scientifiche, ma un semplice moto del cuore corredato dall’interesse naturalistico e paesaggistico dell’area. Comunque, ricordate che anche la federazione di Damanhur ha eletto la Valchiusella ad ombelico del mondo, per altri motivi rispetto alle mie mozioni, ma apprezzo il rispetto per la Natura che dimostrano i Damanhuriani.
Proverò in poche righe ad illustrarvi le meraviglie della valle confidando di schiudere una piccola breccia nella vostra curiosità.
1) Wilderness (o quasi). Il Vallone del Savenca, tributario di destra del Chiusella: non possiede vie d’accesso rotabili, solo sterrati, mulattiere e sentieri di non semplice agibilità, poco segnalati e con passaggi esposti tra le rocce; ci sono stato quattro volte, in due casi respinto dalla pioggia. La Valletta dei Corni è ardua (!) non sono mai riuscito a raggiungere gli omonimi colle e vetta (una delle più alte della valle) causa assenza di tracciatura sentieri e nebbie estive incombenti, ci vuole molta gamba, la fatica è assicurata e bisogna sperare in favorevoli condizioni meteo, ma se amate la solitudine è la vostra meta ideale.
2) Laghi. Il versante orografico destro della valle è costellato di piccoli laghi sopra i 2000 metri, in ambienti levigati dai ghiacciai pleistocenici: i laghi della Buffa, in testata del Vallone di Spartore, i Laghi della Furce, al fondo del Vallone di Burdeiver sotto il Monte Giavino, e l’incantato Lago Liamau posto in un piccolo e profondo circo glaciale alla base dell’omonima cima e dominato dalla più alta montagna locale, il Monfandì; da non perdere il Lago Creus, sul percorso per il Liamau, più che un lago un paciass (per i non piemontesi, letteralmente: pozzanghera, in realtà una torbiera) in una conca circondata da bastionate rocciose di aspetto tolkiniano. Il giro dei laghi è la sintesi ideale per apprezzare questo angolo di Valchiusella, è faticoso e abbastanza lungo, ma lo si può effettuare in due giorni dormendo sotto le stelle, meglio una tenda!
3) Flora. Non ci sarà la varietà della vicina Valle d’Aosta, ma qualche ascosa rarità sussiste, basta cercare. Ne cito alcune. Il semprevivo di Allioni (Jovibarba allionii) e la felce di Braun (Polystichum braunii) si trovano nei pressi di Tallorno sul fondo valle, non vi dico dove, sono rari. Il garofano forcato (Dianthus furcatus lereschii) e l’orchidea sanguigna (Dactylorhiza cruenta) sono visibili nella splendida conca di Candelle (bisogna camminare!). Ma cè molto da scoprire.
4) Archeologia. Forse l’aspetto più noto della Valchiusella, sono note, segnalate e studiate le incisioni sul Sentiero delle Anime e la Pera dij Cross.
5) Chiusella. Le numerose pozze d’acqua lungo il corso del torrente offrono refrigerio estivo. Alcune sono fin troppo note: le Guje di Garavot subiscono un vero e proprio assalto estivo, sembra di essere a Rimini! Ma ve ne sono molte altre belle, alcune più appartate e difficili da raggiungere. Potrei continuare indeterminatamente, ma vi lascio il piacere della scoperta. La Valchiusella non è però, immune dalle devastazioni antropiche, ogni medaglia ha il suo rovescio. L’assurda stazione sciistica di Palit, ripetutamente fallita, ha lasciato sul terreno impianti fatiscenti e costruzioni nuove inutilizzate; la devastante pista che da Fondo prosegue fin oltre Pasquere ha creato una ferita instabile nel versante, devastando anche un’area di rilevanza floristica. Non si può avere tutto, anche nell’ombelico del mondo l’uomo deve mettere il suo lercio dito. Nota bibliografica: autore della miglior guida escursionistica della Valchiusella è Matteo Antonicelli; procuratevela se volete camminare nel magico mondo valchiusellese. (N.B.: non ho percentuale sulle vendite!)

Diego Marra