Il Comune alla caccia dei finanziamenti per la nuova Biblioteca

Approvato il “Patto per la lettura” propedeutico alla candidatura per Capitale italiana del libro, in palio 500.000 euro. Intanto la Fondazione Guelpa deve rinnovare il cda.

Piazza Ottinetti, sede della Biblioteca civica

Nello scorso consiglio comunale di Ivrea è stato approvato con delibera il “Patto locale per la lettura”, atto peraltro previsto già dalla inclusione nel 2017 di Ivrea nell’elenco di città, redatto dal MIBACT (Ministero beni artistici e culturali), contrassegnate dal titolo di “Città che legge”.
Il Patto esordisce con “La Città di Ivrea, facendo propria una visione della cultura come risorsa primaria, strumento di crescita personale e di emancipazione sociale, mezzo indispensabile per l’elaborazione del pensiero critico, riconosce nella lettura un diritto fondamentale per tutti i cittadini e ne sostiene la promozione in modo continuativo, strutturato e trasversale”. Più avanti, oltre a un mare di bei proponimenti ed elogi alla cultura, condivisibili da tutti ma generici quanto non impegnativi praticamente, il Patto stesso esplicita la propria necessità, richiamata in delibera, con l’intenzione della Amministrazione di voler partecipare alla prossima edizione del bando per concorrere al titolo di “Capitale italiana del Libro 2022”. L’assessora Costanza Casali aggiunge che il filo conduttore individuato della progettazione consiste nel concetto olivettiano di “Comunità”, intesa non solo come comunità materiale ma anche virtuale.
In pratica il progetto prevede di creare una “rete territoriale” che comprenda tutti i rappresentanti della filiera del libro (soggetti pubblici e privati, istituzioni pubbliche, enti, istituti scolastici, biblioteche, case editrici, librerie, autori e lettori organizzati in gruppi e associazioni, scuole e università, imprese private, associazioni culturali e di volontariato) coordinata dal Sistema bibliotecario locale. Tale rete dovrà “predisporre un dossier di candidatura alla prossima edizione del bando per concorrere al titolo di “Capitale italiana del Libro 2022” attraverso il rafforzamento e la formalizzazione di una struttura territoriale permanente di promozione della lettura”.
Che cosa è questo titolo di “Capitale del libro”? Il riconoscimento è stato istituito nel 2020 dal Mibact e dopo un primo riconoscimento al Comune di Chiari (BS), il 16 settembre 2020 è stato pubblicato il bando per il 2021 e in base alle domande sono state selezionate 5 città finaliste (Palermo, Napoli, Lecce, Fano, Cesena) ma la commissione di cinque esperti, nominata solo il 18 dicembre 2020, non si è ancora espressa. A parte il riconoscimento formale e, forse, turistico, quel che attira è certamente il contributo di 500.000 euro per la realizzazione del progetto, comprensivo di “interventi strutturali”.
Ecco quindi l’interesse dell’amministrazione comunale che proprio sulla ristrutturazione della biblioteca si trova a dover scegliere tra consumare quasi completamente il patrimonio della Fondazione Guelpa oppure trovare altre fonti di contribuzione o cofinanziamento.
Certo Ivrea parte già da una buona posizione riguardo alla lettura, con un buon numero di librerie rispetto alla popolazione (Galleria del libro, Mondadori, Livrè, Cossavella, San Paolo, Garda, Didattica, Giunti al Bennet), una Biblioteca civica molto frequentata nonostante la disposizione infelice e capofila di un sistema di 75 biblioteche dislocate su tutto il Canavese, il festival La grande invasione diventato in pochi anni un modello a livello nazionale. Che poi la costituenda “rete” riesca ad elaborare un progetto centrato sulle “comunità”, con chiaro riferimento ai principi olivettiani, spesso citati e poco praticati (quando non osteggiati direttamente, vedi lo Zac, unica vera comunità autogeneratasi), oltretutto spingendo sul versante della digitalizzazione e delle “comunità virtuali”, superando la concorrenza anche di città molto più blasonate, può essere un augurio ma non certo una certezza.
Intrecciato a questo percorso c’è comunque anche quello della Fondazione Guelpa, che in questi giorni deve rinnovare il suo cda essendo quello precedente in scadenza. Il consiglio comunale dovrà nominare i nuovi 4 componenti scegliendo tra le candidature arrivate (Giacomo Bottino, Giuseppe Fragiacomo (ex direttore della biblioteca di Ivrea), Barbara Manucci (presidente dell’Albo delle Associazioni), Bartolomeo Corsini (direttore dell’Archivio Nazionale del cinema d’impresa), Dario Noascone (consigliere comunale a Cuorgnè, vicino a Fratelli d’Italia), Giamberto Manera (di Icona, ex consigliere comunale e ex dirigente di Confindustria), Angelo Spiller (ex consigliere comunale, Udc), Daniele Salvaggio (giornalista), Laura Salvetti (ex direttrice del Museo Tecnologicamente e ex assessore comunale), Daniela Broglio (ex direttore di Turismo Torino ed ex assessore a Ivrea), Giancarlo Guarini (consigliere in carica) mentre il Presidente in carica è Roberto Battegazzorre. Il nome che fa più discutere è quello di Giacomo Bottino, già direttore del Teatro Giacosa e della Fondazione Circuito Teatrale del Piemonte, oltre che autore e produttore teatrale, passato dalla DC (Assessore in Provincia di Torino) al centro sinistra e ora vicino alla Lega (consigliere comunale a Strambino). Pare che Bottino nonostante l’appoggio della Lega sia osteggiato dal sindaco Sertoli (o da Tiraboschi, per dissidi interni?) per cui la nomina, nonostante il curriculum, è tutt’altro che scontata.
Non sarà un compito facile quello della Fondazione Guelpa che, se fin’ora ha potuto mantenere il suo capitale e, grazie alle rendite del capitale stesso, assicurare contributi necessari al finanziamento delle attività culturali eporediesi, d’ora in poi, con la netta diminuzione degli interessi finanziari e la necessità di finanziare la nuova sede della biblioteca, dovrà compiere scelte importanti e poter contare su consiglieri competenti e liberi da logiche strettamente partitiche.

Francesco Curzio