La consigliera negazionista deride i giovani ambientalisti

Accade a Ivrea e non ci si crede. La consigliera leghista Bono, dopo aver impedito con la sua antistorica intransigenza (anche contro parti della sua maggioranza) che venisse accolta la mozione che sosteneva la petizione firmata da 1200 cittadini sull’emergenza climatica, non contenta, denigra i ragazzi eporediesi impegnati per la salvaguardia dell’ambiente.

Milano ha dichiarato l’emergenza climatica (5/2019)

Mentre ancora ci si interroga sul cedimento del sindaco Sertoli, dell’assessore all’ambiente Balzola e del presidente del consiglio comunale Borla, che han fatto mancare il sostegno promesso ai ragazzi del FFF di Ivrea, la consigliera leghista che ha fatto naufragare la possibilità che Ivrea si unisse alle centinaia di comuni che hanno riconosciuto l’emergenza climatica e messo in atto azioni virtuose conseguenti, non soddisfatta, deride pubblicamente i ragazzi in un suo articolo pubblicato online: “Otto ragazzi in tutto, a manifestare di fronte al municipio di Ivrea [si riferisce al presidio di venerdì 24 gennaio, ndr] (…) Una protesta fatta di supponenza, luoghi comuni, falsificazione della storia e tanta ignoranza scientifica. Sono i tragici frutti della propaganda verde” e più avanti nell’articolo rincara la dose parlando di “danno culturale e morale che l’ideologia ambientalista sta arrecando a tanti giovani“. Erano solo otto ragazzi, dice la consigliera leghista, dimenticando che i ragazzi vanno anche a scuola e quindi fanno turni. Otto è un numero esiguo per lei, mentre non è esiguo il 3% degli scienziati che negano l’emergenza climatica ai quali lei si accoda (in buona compagnia con Trump e del leader della Lega, ovviamente). E’ chiaro che quel presidio era una rapprestanza di un movimento più ampio, testimoniato anche dalle 1200 firme raccolte in pochi giorni a sostegno della petizione di FFF Ivrea. La consigliera li accusa di ignoranza, falsità, supponenza. Cosa ne pensa il sindaco? E l’assessore all’ambiente collega di partito della consigliera negazionista? (Ora la consigliera dirà che anche noi come i giovani abbiamo imparato ad usare il termine negazionista per “screditare gli scienziati che non sostengono il global warming”.)

Torino (7/2019)

La divergenza di opinioni è sacrosanta, ma in questo caso si va oltre, la consigliera dileggia i ragazzi impegnati in quella che loro, e migliaia di giovani, e non solo, oltre al 97% della comunità scientifica, ritengono un’emergenza mondiale con carattere di urgenza. Ragazzi che stanno dedicando il loro tempo a informarsi, studiare, manifestare civilmente nelle piazze, a chiedere alle istituzioni di farsi parte attiva per la salvaguardia del pianeta. La consigliera pur non condividendo la visione dei giovani, avrebbe dovuto plaudire al loro impegno, in particolare in un’epoca dove molti ragazzi sono disinteressati all’impegno civico, concentrati con la testa china sugli smartphone, il loro attivismo è encomiabile. E invece no, preferisce deriderli. Questo è un comportamento inaccettabile da parte di una rappresentante delle istituzioni, atteggiamento che il sindaco per primo dovrebbe stigmatizzare e, insieme al suo assessore con delega all’ambiente, dovrebbe spiegare perché hanno voltato le spalle ai ragazzi, perché hanno subìto le pressioni della consigliera, perché hanno deciso di mettersi dalla parte di chi nega colpevolmente la responsabilità dell’uomo e delle sue attività sulle condizioni del Pianeta, dal riscaldamento globale, allo scioglimento dei ghiacciai, dall’innalzamento dei mari, all’inquinamento dell’aria, al consumo irresponsabile delle risorse naturali.

Alle provocazioni della consigliera, i ragazzi non vogliono rispondere, perché sono ragazzi seri e concentrati sul loro obiettivo. Non sono interessati alla polemica sterile, si stanno organizzando per dare piuttosto una risposta pratica, non mediatica, rivolta a sviluppare il dialogo. Preferiscono dedicare il loro tempo per continuare a studiare, a sensibilizzare le persone sul tema vitale dell’ambiente come avverte la quasi totalità della comunità scientifica.
Dopo il consiglio comunale del 23 gennaio hanno scritto un comunicato per raccontare come sono andate le cose ribadendo la loro determinazione a proseguire la loro battaglia: “Dopo circa due ore di discussione, durante le quali il Sindaco e l’Assessore hanno inutilmente tentato di convincere la maggioranza ad accettare la nostra mozione, quest’ultima [la consigliera Bono, ndr] ha proposto un emendamento che stravolgeva completamente le premesse su cui si basa la dichiarazione di emergenza climatica. Allora noi abbiamo proposto un ulteriore emendamento per venirle incontro, ma la consigliera Bono ha rifiutato, seguita dal resto della maggioranza, che non ha avuto il coraggio di opporsi, dimostrando la sua divisione interna. Noi ci siamo sentiti aggirati dai loro giochi politici. Per questo, abbiamo deciso di rifiutare l’emendamento della maggioranza e ritirare la mozione, per dimostrare che non siamo disposti ad accettare soluzioni inadeguate alla gravità del problema, volte solo al miglioramento dell’immagine pubblica dell’amministrazione.⠀Comunque, non abbiamo intenzione di interrompere la nostra battaglia.” (qui il comunicato completo)

Una risposta competente e chiara alla consigliera e a chi come lei pensa che il riscaldamento globale sia solo una questione metereologica, la dà invece sulle nostre pagine Norberto Patrignani, nel suo articolo “Galileo, la scienza e il cambiamento climatico“.