La memoria non si tappa

Violato uno dei simboli della resistenza eporediese, immediata la risposta di cittadine e cittadini democratici e antifascisti che si sono incontrati sul Lungo Dora su invito dell’ANPI di Ivrea

Arriva giovedì 20 luglio, in serata, la segnalazione di un cittadino circa un atto vandalico grave perpetrato ai danni di un luogo simbolo della memoria della resistenza eporediese. Si tratta del palo sul lungo Dora, prossimo al ponte della ferrovia che fu fatto saltare in aria dai partigiani della brigata GL guidata da Alimiro, nella notte del 23 dicembre 1944. Alimiro insieme al compagno D’Artagnan posizionò le cariche di esplosivo che fecero di lì a poco crollare il ponte, salvando la città dal bombardamento imminente degli Alleati. Su quel palo c’è ancora un foro causato da quella esplosione, ebbene qualcuno ha tappato quel foro con stucco o cemento (ancora non si è capito bene il tipo di materiale usato). Un atto aggravato dal cartello (subito rimosso) apposto sul palo che richiamava alla Decima Mas e sul quale c’era scritto: “quale foro?”. La Decima Mas, ben nota in città, all’epoca, per le efferate uccisioni di partigiani, fra le quali – una per tutte, quella di Ferruccio Nazionale, al quale è intitolata la piazza del municipio poco distante, per fortuna non esiste più (o così dovrebbe essere) dal 1945. Evidentemente c’è qualcuno che ha studiato la storia poco e male e crede di vivere ancora negli anni trenta del secolo scorso.
Queste le parole, a caldo, dell’assessore alla cultura Andrea Benedino :”La Città di Ivrea ha buona memoria e non potrà mai dimenticare il sacrificio dei suoi giovani partigiani, in primis Ferruccio Nazionale, trucidati dalla Decima Mas. Il palo tornerà presto nelle condizioni in cui era; il nostro animo, in compenso, ora è ancora più combattivo contro ogni tentativo di modificare la storia o di cancellare la memoria”.
Naturalmente è stata subito fatta una segnalazione alle forze dell’ordine, e si è chiesto ai cittadini eporediesi, che fossero stati in qualche modo testimoni, di collaborare contattando il locale commissariato di polizia. E’ di non molto tempo fa lo sfregio fatto alla targa che ricorda il crollo del ponte, affissa a pochi passi da esso.
La notizia si è poi diffusa in un baleno, soprattutto tramite facebook. Non si può credere ad un atto di tanta vigliacca gravità. Tante le dichiarazioni di condanna da parte di associazioni, politica, e cittadini, la sezione Anpi di Ivrea e Basso Canavese è subito uscita con un comunicato nel quale, oltre a condannare fermamente il gesto, ha chiesto ci si ritrovasse presso il palo in questione per un momento di riflessione insieme. Il ritrovo è stato stabilito per sabato 23 luglio alle ore 17.30.
Nonostante le ferie e i tempi strettissimi, circa una cinquantina di persone ha risposto alla chiamata e molte altre hanno inviato messaggi di solidarietà, dispiaciute di trovarsi fuori città.
Mario Beiletti e Marco Bellini, rispettivamente presidente e membro del direttivo dell’Anpi, ricordano ciò che ha significato la Resistenza, non solo per il nostro territorio, ed esprimono preoccupazione per il rigurgito di certi pensieri, che traggono nuova linfa, scagliandosi contro i flussi migratori dall’Africa e dall’Asia. Simonetta Valenti legge il brano, tratto dal libro delle memorie di Amos Messori, partigiano D’Artagnan (libro curato da lei stessa), che narra di quella fredda e buia note di dicembre del 1944. La memoria non si cancella, né si riscrive. Questo è il messaggio chiaro a tutti i presenti.
Non in molti conoscono il particolare di quel palo, e fra poco, promette il vice sindaco nell’intervento conclusivo, verrà installato un totem a ricordo di quell’episodio, e il foro tornerà visibile. Se non fosse così grave potrebbe far scappare una risata il voler ripristinare un buco: una manutenzione all’incontrario.
E nel frattempo dove sono i solerti muratori? A sproloquiare sui social, nascosti dietro una tastiera o ad aggirarsi di notte, armati di cazzuola.
Noi, cittadini e cittadine resistenti, invece, siamo sul ponte alla luce del sole, con le nostre facce bene in mostra, a dimostrare che, come ha ben detto l’assessore alla cultura, questa città non dimentica e rimane antifascista.

Lisa Gino