La regressione a uomo bianco

Presentazione del libro di Ezio Mauro organizzata dal Forum Democratico con la partecipazione del Direttore della Sentinella Alessandro Moser

La sala è piena e si parla di un libro, genere saggistica. Il tema è scomodo e, purtroppo, parla di noi, della nostra società, della vita che ci sta intorno.
Ezio Mauro, già direttore della Stampa e di Repubblica, per parlare dell’”Uomo bianco” parte dalla tragica vicenda di Luca Traini, che per vendicare l’uccisione della giovane Pamela a febbraio di quest’anno, pensò di farsi giustizia da solo brandendo la sua pistola e sparando ai primi immigrati capitati sulla sua strada, solo perché erano neri. Tutte le altre distinzioni cadono, nazionalità, lavoro, età, regolarità: basta essere neri. E questo può pensarlo solo uno che si pensa solo come bianco.
Il caso di Traini non è certo l’unico, le notizie di spari con fucili ad aria compressa sono numerosi, in Calabria il sindacalista Soumaila è stato ammazzato nei campi senza un movente plausibile e chi si è salvato ha detto ai carabinieri: “era un uomo bianco”.
Mauro affianca a uno scrupoloso lavoro di indagine sulla vicenda di Macerata una distinta sezione di analisi, per ragionare insieme al lettore su dati condivisi, e il ragionamento naturalmente porta lontano per arrivare a oggi e guardare a domani.
Nel libro c’è un capitolo dedicato al corpo: a questo sono ridotti gli esseri umani, corpi fisici, ingombranti, spostabili ma senza diritti, come se i millenni fossero passati invano. E la metamorfosi porta a permettere cose che fino a pochi anni fa non sarebbero state possibili. Mauro dice “ci concediamo cose”, come dichiarare orgogliosamente “io sono razzista”. La reazione? Spesso non c’è e quando c’è si tratta di una sola persona che si alza a dire di smetterla, non un moto generale.
E la politica, di cosa è responsabile? La politica, dice Mauro, non è la provocatrice di questa metamorfosi, ma ne è un catalizzatore e non la contrasta. La politica è nata per contrastare la paura e socializzare le risposte, per non lasciare l’uomo solo di fronte ai problemi della vita. Invece ora sulla paura prospera, capitalizzando il rancore. E il fenomeno è mondiale, basti pensare all’icona della campagna di Trump, il “forgotten man” che rifiuta la democrazia e viene incoraggiato dalla nuova politica a dare un calcio al sistema. E con il sistema a dare un calcio anche alla esperienza e alla conoscenza. La non conoscenza diventa un vanto come se l’ignoranza fosse garanzia di innocenza. E’ solo di pochi giorni fa il dibattito televisivo tra Padoan e la 5stelle Castelli che alle argomentazioni dell’economista riguardo alla crescita dello spread rispondeva ”Questo lo dice lei” senza alcuna altra argomentazione se non la negazione fine a se stessa.
Dove può portarci tutto questo? Mauro non nasconde la sua preoccupazione nel disegnare un percorso che altri Paesi hanno già imboccato: lo scivolamento della democrazia da un sistema liberale a uno illiberale. Non c’è più bisogno di colpi di stato o prove di forza ma il risultato è garantito lo stesso: la permanenza al potere senza più possibilità di caduta o alternanza.
Per fare questo occorre attaccare quelle che sono le garanzie di libertà liberali: neutralizzare la stampa, eliminare l’indipendenza della Magistratura, addomesticare la Corte Costituzionale, tagliare i diritti delle minoranze e dei più deboli.
Ognuno può vedere se non ci stiamo incamminando su questa china.
C’è ancora spazio per qualche domanda da parte del pubblico e i saluti del Sindaco Sertoli che, da bravo incassatore, non ha battuto ciglio all’affermazione di Mauro in risposta a un ascoltatore “chi dice di non essere né di destra né di sinistra è già di destra”. Anche a Ivrea.

Francesco Curzio