Legno, calce, paglia. E magia

A Montalenghe la Locanda della Contea ha aperto i battenti

Prendete un architetto, ma anche chitarrista e una cantante-ideatrice. Aggiungete qualche esperta di vini, una mamma-nonna-zia,  un entomo-rapper (o un rapper-entomologo?) , un Duca (?), un altro architetto (meglio abbondare) e una social expert. A dirigere i lavori, in qualità di presidente onorario un elfo di un pugno (anzi, meno) di anni. Questi i componenti di una famiglia che, insieme a molti compagni di viaggio, hanno costruito (dal latino construere, ovvero ammassare insieme) la Locanda della Contea.

A Montalenghe, in via Molino Fabbrica, in un’atmosfera tutta Tolkeniana, martedì 3 gennaio un brindisi ne ha ufficialmente sancito la nascita di questo luogo che non è, ci tiene a sottolinearlo Roberta Malerba, cantante-ideatrice, una “Locanda normale”. A lei chiediamo ci racconti un sogno che non è più un sogno.

Intanto, da cosa nasce l’idea?

In primis dalla nostra passione per Tolkien e per il genere Fantasy in generale.ma alla base vi è più un principio etico. Abbiamo sentito un forte bisogno di staccarci da tutto ciò da cui si dipende oggi: il dover sottostare a regole di mercato sbagliato dove la tecnologia più futile si ottiene con poche lire, ma il cibo, quello buono, quello sano, costa un patrimonio o dove, peggio ancora, se si hanno un po’ di soldini li si investe in telefonia per poi ridursi a fare la spesa nel modo meno sano possibile. Lo so, sono banalità, ma sono banalità gravissime e tra il lamentarsi a parole su bacheche fittizie e il fare qualcosa abbiamo optato per il tirarci su le maniche.

Quindi tutto è legato a quelle che sono le vostre priorità di vita

Si. Ci siamo chiesti : “Che cos’è importante per noi?” E la risposta è stata avere un luogo sano in cui vivere, mangiare cibo coltivato da noi, essere in famiglia, vivere rispettando i ritmi della natura e integrandoci in essi senza invaderli e infine creare un luogo in cui chiunque possa vivere un’atmosfera in cui poter sognare. Da qui nasce il nostro ambizioso progetto. Il fantasy è quindi il vestito, ma sotto ad esso non c’è un business, solo la voglia di vivere bene e in armonia con la natura e, soprattutto, contaminare gli altri, sensibilizzare.

L’idea è affascinante, ma la realizzazione tutt’altro che semplice

Certo,  bisogna essere una bella squadra, non bisogna mollare mai e munirsi di pazienza ed energia positiva. Non dico che sia facile, ma che se lo si vuole fortemente lo si può realizzare. Noi abbiamo la fortuna non solo di essere tanti, ma di volerci bene. E’ un’utopia che ha funzionato. E se è funzionata fino ad ora, che abbiamo incontrato mille difficoltà, che abbiamo solo dato senza ancora ricevere, che ci siamo spaccati le schiene senza aver potuto ancora vedere un ritorno beh, si può ben sperare per il futuro,  per il “raccolto”!

Quanti anni ha questo sogno?

Abbiamo iniziato a pensare al progetto quasi cinque anni fa e poi abbiamo ne abbiamo trascorsi tre anni a cercare il posto adatto. Ti risparmio vicissitudini e lungaggini burocratiche (di cui siamo ancora vittime!), anche se l’aiuto del Sindaco e del Comune di Montalenghe sono stati determinanti). Comunque, un anno per arrivare “al sodo” e un anno e mezzo per costruire. Ed eccoci qui!

Hai parlato di “ritmi della natura”, di “luogo sano”. Quali materiali avete utilizzato?

La struttura è in bioedilizia, interamente costruita in legno e paglia, probabilmente la più grande in Italia. Essendo intonacata con calce naturale “respira” e avendo la paglia al posto dei mattoni e il legno al posto del cemento è estremamente elastica in caso di terremoti. Senza contare che il profumo del cantiere è una delizia!

Cosa vi aspetta domani?

E’ un progetto talmente in divenire che non saprei dire dove ci porterà. Sicuramente ci lasceremo trasportare dalla corrente degli eventi, ma abbiamo anche delle idee di base. Innanzitutto siamo un’azienda agricola e venderemo i nostri prodotti dell’orto, ma non solo: ci sarà una selezionata oggettistica fantasy creata da noi e da nostri collaboratori (vestiti, gioielli, quadri e libri). Un paio di sere a settimana apriremo come “locanda” vera e propria per degustare cibi semplici a carattere medievale e a chilometro zero. Tutti i pomeriggi della settimana, nella bella stagione, apriremo il parco gratuitamente ai bambini per il doposcuola: ci saranno giochi montessoriani creati col riciclo e merende rigorosamente preparate da noi. Vi saranno tre stanze in cui poter pernottare ed eventualmente vivere una giornata in stile Fantasy partecipando ad attività a tema quali l’equitazione, il tiro con l’arco, la scherma medievale. Ed essendo molti di noi musicisti organizzeremo grandi eventi musicali e culturali. Non ultimo lasceremo spazio a matrimoni in stile elfico e celtico per i quali abbiamo già diverse richieste da tempi non sospetti! Insomma, tante cose e sicuramente ne ho dimenticata qualcuna, ma con una matrice comune: stare bene e far star bene gli altri. Crediamo che il mondo abbia bisogno di fare un passettino indietro per farne dieci avanti, lasciarsi alle spalle alcune certezze e tornare a ritmi più naturali e a principi più semplici. Il nostro è solo uno dei tanti modi per farlo, ma sento che questa tipologia di coscienza, in generale, si sta risvegliando, forse per necessità o perché abbiamo raggiunto il limite. Qualsiasi sia il motivo credo che perseguendo questi obiettivi per sé stessi le cose davvero cambieranno. La contaminazione fortunatamente non è solo legata alle malattie, ma anche alle idee e una buona idea presa, modificata, plasmata su sé stessi permette un atto di crescita che continua a rimanere “nell’aria” e a contagiare ancora e ancora.

Definisci con un pugno di parole la locanda

La Locanda della Contea è un seme che ci è entrato in testa e che a nostro modo abbiamo piantato. Ora speriamo nell’acqua, affinché cresca e nel vento affinché un suo seme arrivi lontano!

a cura di esse vi