Lo straordinario ruolo dello ZAC! a Ivrea a cinque anni dalla sua nascita

La festa di compleanno del 7 dicembre è l’occasione per ragionare su risultati e progetti con due cofondatrici della cooperativa che ha trasformato il Movicentro e oggi contribuisce in modo determinante a rendere viva, vivibile e attiva la città

Sabato prossimo, 7 dicembre, lo ZAC! al Movicentro di Ivrea invita alla festa per il suo quinto compleanno. Come appare subito evidente dal programma, si tratta di una festa per tutti, con tutti gli ingredienti per divertirsi e anche un momento per riflettere, dopo il convegno sulla “rigenerazione urbana” del 15 e 16 novembre scorso, sul significato di esperienze come questa per l’attivazione di comunità attraverso il riuso di spazi inutilizzati e per la costruzione di comunità più giuste. Proprio di questo, dei formidabili risultati ottenuti in questa direzione dalle attività e iniziative dello ZAC!, abbiamo parlato con Patrizia Dal Santo e Lucia Panzieri, cofondatrici della cooperativa sociale Zone Attive di Cittadinanza.

A Ivrea, prima dello ZAC, era già attiva da diversi anni una comunità che si connotava per consumi e stile di vita consapevole (i GAS ed Ecoredia) e organizzava tante iniziative pubbliche di conoscenza, di sensibilizzazione, di promozione, di coordinamento e collegamento (Sanaterra, le “declinazioni” al centro culturale La Serra e molto altro ancora). Quanto lo ZAC ha favorito la crescita di questa “comunità” e di queste sensibilità nel territorio?

Patrizia: Quando nel 2014 Ecoredia è entrata come socia fondatrice nella costituzione della Cooperativa ZAC!, la sua comunità di persone e famiglie attive nelle pratiche di consumo responsabile e nella costruzione di un’economia di solidarietà, aveva già una storia lunga dieci anni. Era già matura per aprirsi alla città intera e per progettare uno spazio in cui condividere, nella quotidianità, stili di vita, qualità di relazioni, conoscenze e proposte culturali, orientate a costruire una società più giusta, accogliente e sostenibile.
Ed effettivamente l’apertura dello ZAC! ha segnato in questo percorso un punto di svolta.
Sul piano più strettamente economico dell’allargamento di un’economia locale attenta all’ambiente e rispettosa dei diritti dei lavoratori, il risultato è stato quasi immediato e ha significato riuscire a coinvolgere un numero molto più ampio di aziende di qualità (agricoltori, allevatori e laboratori di trasformazione) nel circuito delle consegne dei Gruppi d’Acquisto Solidale e dei mercati allo ZAC!, dando loro maggiore visibilità e un più significativo sbocco di mercato.
Considerando solo gli acquisti dei soci dei G.A.S. di Ecoredia, la spesa per prodotti locali puliti e giusti è stata di circa 75mila euro nel 2018, a cui si deve aggiungere la spesa sostenuta da soci dei G.A.S., soci e utenti dello ZAC! e cittadini di passaggio presso i tre mercatini settimanali e i due mercati del sabato, spesa difficilmente quantificabile, ma senza dubbio interessante, vista la domanda sempre crescente delle aziende di parteciparvi.
Lo ZAC! stesso, con il suo servizio di bar-ristorazione e il suo punto vendita, ha agito come moltiplicatore di questi acquisti sul territorio: nel 2018 l’89,6% degli acquisti dello ZAC! infatti, avveniva al di fuori dei circuiti della Grande Distribuzione Organizzata, e di questi il 43% (pari a circa 71mila euro) riguardava produttori del territorio, che arrivava al 56% se si contano anche negozi e distributori locali.
Ma è soprattutto sul piano della sensibilizzazione e della contaminazione che la nascita dello ZAC! ha ottenuto i risultati più importanti: grazie alla presenza di una Cooperativa come lo ZAC! in un luogo di passaggio e di scambio come il Movicentro, i temi del consumo responsabile e dell’economia solidale sono usciti dalla ristretta cerchia dei G.A.S. e dell’associazionismo più attento, per raggiungere un pubblico estremamente variegato per età, estrazione sociale e interessi. Attraverso il cibo, quello servito al ristorante a prezzi il più possibile accessibili a tutti, quello venduto al negozietto o ai mercatini, quello raccontato negli eventi di degustazione e incontro con i produttori, lo ZAC! parla dei suoi valori, fa cultura, cambia i comportamenti.
In un momento di vera emergenza per il nostro pianeta, come quello che stiamo vivendo, in cui è indispensabile accelerare il cambiamento verso stili di vita più sostenibili, lo ZAC! lancia piccoli semi di provocazione e consapevolezza, adottando pratiche come “il giorno senza carne”, per stimolare alla diminuzione dei consumi da allevamenti intensivi, o “l’addio alla plastica”, per ridurre la produzione di rifiuti e educare al riutilizzo dei materiali, affiancandosi all’impegno di tanti giovani, e meno giovani, per salvare la Casa di noi tutti.

Un’opera destinata al degrado, quale era il Movicentro di Ivrea, grazie alla vostra attività è diventata il principale centro della vita sociale e culturale della città. Un esempio di “rigenerazione urbana” che avete confrontato con altre esperienze nella due giorni di confronti e incontri con altre realtà che avete organizzato proprio allo ZAC qualche settimana fa. Avete rilevato specificità particolari della vostra esperienza rispetto a quelle che altri fanno in giro per l’Italia?

Lucia: Il convegno Le città per le persone, che abbiamo organizzato il 15 e 16 novembre, ci ha dato l’opportunità di confrontarci con alcune realtà che tenevamo d’occhio da un po’ di tempo e con le quali ci sentiamo vicine, in una specie di rete per ora molto informale ma che va sempre di più concretizzandosi. Sono tantissime le esperienze in Italia e in Europa che nascono e crescono con l’obiettivo di attivare le comunità attraverso il riuso di spazi inutilizzati. La nostra è una realtà atipica e molto ibrida, per la grande diversificazione di servizi che offre alla città (il bar/ristorante, i mercatini per una spesa locale, l’aula studio per i ragazzi, l’aggregazione informale nell’atrio con un servizio tipico dell’educativa di strada, uno spazio per le associazioni, i vari corsi e laboratori, e in più tutte le attività a base culturale, la musica, il teatro, i libri e le feste). Tutte queste funzioni, così mescolate tra di loro, fanno dello ZAC! un vero e proprio “spazio di comunità” dove il protagonismo e la partecipazione dei cittadini rendono possibili percorsi di co-progettazione che rispondono in maniera autentica ai bisogni espressi dalla comunità, in un processo orizzontale fatto con un enorme lavoro di ascolto e di accompagnamento.
Non un’unica funzione, quindi, rispetto ad altri luoghi, ma tante funzioni diverse al servizio della città.
La nostra è stata un’avventura che è partita sì con forti valori ideali condivisi (il cibo sano e accessibile a tutti in primis, ma anche la solidarietà, la sobrietà, l’inclusione) ma che abbiamo imparato “a fare facendo”: non avevamo grosse esperienze in materia di cooperazione, di impresa sociale, di progettazione culturale, e abbiamo imparato giorno per giorno, mettendoci in ascolto e cercando di praticare quotidianamente la disponibilità e la generosità.
Confrontandoci con le altre realtà, inoltre, abbiamo potuto verificare come la nostra esperienza sia realmente partita assolutamente dal basso, senza input istituzionali o mandati espliciti a cui rispondere, e anche senza nessun finanziamento esterno (a parte un prestito di AEG che abbiamo sostanzialmente restituito quasi per intero). Questo ci ha anche consentito di avere una grande autonomia e di poter dare voce soprattutto alle istanze portate dai nostri soci, dai nostri clienti, dalle associazioni che sono diventate socie della nostra cooperativa, dagli studenti, e dai tanti, tantissimi cittadini che abitano lo ZAC! con spirito di partecipazione e di collaborazione.
Oggi tutti parlano di “rigenerazione urbana” e di “innovazione sociale”, che sembrano parole quasi già usurate, e anche di moda: per noi sono piene di significato solo se portano un cambiamento reale e autentico nel tessuto cittadino, in termini di coesione sociale, welfare culturale e contrasto alle disuguaglianze. E questo pensiamo di fare, giorno dopo giorno con tanto lavoro (e anche con tanti posti di lavoro, ad oggi abbiamo 10 persone che lavorano allo ZAC!) e anche con tante motivazioni, che ci vengono soprattutto dal mondo dei giovani, che vedono nello ZAC! un posto “nuovo”, dove fare cose, sentirsi protagonisti e costruire relazioni importanti.

Quali, quanti e come sono i rapporti con il Comune, proprietario del Movicentro? E sono cambiati con la nuova amministrazione?

Lucia: I rapporti con il Comune di Ivrea sono fondamentalmente quelli stabiliti dal bando e dal contratto che abbiamo da luglio 2014, quando abbiamo vinto il bando per la gestione degli spazi a fini sociali e culturali, con un contratto di comodato gratuito che ci concede l’utilizzo dell’atrio comune e delle stanze per le attività della cooperativa. Contribuiamo alle spese comuni di illuminazione, riscaldamento e raffrescamento dell’atrio con un contributo annuale di circa 8.000 euro e ci facciamo carico della pulizia dei bagni pubblici e dell’atrio; inoltre abbiamo a cuore il contenimento dei consumi energetici dell’immobile, che abbiamo ridotto di molto da quando siamo arrivati, cercando di ridurre al massimo gli sprechi (si potrebbe fare ancora molto).
Infine, la nostra presenza in una zona di così forte passaggio, ma anche di grande marginalità, è un presidio sociale di grande valore, che anche molti degli ospiti al nostro convegno ci hanno riconosciuto.
Pensiamo di aver realizzato gli obiettivi del nostro progetto in questi primi cinque anni di attività, e che quindi sia anche soddisfatto il nostro padrone di casa, cioè il Comune, ma soprattutto i cittadini di Ivrea che sono essi stessi proprietari dell’immobile.
Oltre a questo, con l’attuale Giunta non abbiamo mai avuto molti contatti né fatto grosse richieste, ma questo succedeva onestamente anche con la precedente amministrazione. Proprio in queste settimane abbiamo interpellato il Comune per una conferma sul rinnovo del nostro contratto, che andrà in scadenza a luglio e che ci auguriamo di rinnovare per poter proseguire serenamente il nostro lavoro, anche per i tanti progetti e finanziamenti che abbiamo in corso.

a cura di ƒz