Manital. Udienza rinviata al nove gennaio. Stipendi non pervenuti.

Venerdì 20 dicembre il tribunale di Torino si doveva pronunciare sull’insolvenza di Manital, cioè decidere se decretarne il fallimento e l’amministrazione straordinaria o meno, ma è stato tutto rinviato al nove gennaio perché IGI Investimenti ha presentato una nuova memoria difensiva per tenersi l’azienda. Anche i lavoratori sono stati rinviati: ancora niente stipendi.

Un nulla di fatto nel giorno tanto atteso. Il 20 dicembre doveva essere una data importante per i lavoratori Manital con due appuntamenti significanti. Il primo era il pagamento degli stipendi arretrati promesso da tutti in tutte le sedi appunto entro il 20; il secondo la sentenza del Tribunale di Torino sullo stato di insolvenza dell’azienda a seguito delle istanze ingiuntive, di fallimento, dei creditori. Nulla però si è avverato. Niente stipendi. Niente sentenza. Quest’ultima è stata rinviata al 9 gennaio perché l’azienda con l’AD Luigi Grosso e il presidente Giuseppe Incarnato, insieme al loro legale, hanno presentato una nuova memoria difensiva supportata dal piano industriale presentato a inizio dicembre al castello di Parella. Un piano che, come abbiamo già scritto, non sta in piedi, ma il tribunale deve prendere atto e visione.
Per gli stipendi, i lavoratori hanno avuto la conferma di quanto temevano, quelle dichiarazioni di pagamento entro il 20 dicembre servivano solo per tenerli tranquilli fino alla data della sentenza del tribunale. Che poi il lavoratori, parlando degli operai della MGC artefici della ristrutturazione del Castello di Parella, tranquilli non lo sono mai stati. Hanno chiamato più volte il sindaco per manifestargli la loro preoccupazione. Il sindaco ancora il giorno prima rassicurava i lavoratori riferendo che Incarnato gli aveva garantito che il versamento dei contributi alla cassa edile era già stato effettuato e che i bonifici sarebbero stati fatti entro il 20 (i lavoratori attraverso il sindacato hanno poi verificato che neanche i contributi sono stati versati). Ma che doveva dire Incarnato al sindaco? “No guarda che non pagheremo niente fino a quando non sapremo se il tribunale si prende l’azienda?” No, non poteva dirlo. Ma era facile intuirlo.
Così il 20 dicembre è diventato un nuovo giorno nero per i lavoratori Manital. Nonostante la pioggia battente, dalle 9 erano in presidio davanti al tribunale di Torino. Hanno dovuto aspettare tutta la mattinata per avere notizie perché l’udienza è stata prima spostata alle 12 e poi rinviata a gennaio perché Manital ha messo in gioco tutte le carte per scongiurare o almeno spostare quanto più avanti possibile la sentenza di fallimento per potersi muovere ancora liberamente fra i beni e i conti dell’azienda. Insomma portare acqua al mulino di un solo gruppo di “portatori di interesse” (i cosiddetti stakeholder) quello del mercato e degli investitori.

Gli operai MGC “occupano” l’atrio del comune

Venerdì, attorno alle 18, quando era ormai chiaro che di soldi in banca non ne arrivavano e che nessuno stava arrivando con assegni circolari (come accaduto il 2 dicembre per lo stipendio di ottobre), i lavoratori hanno deciso di entrare nel palazzo comunale di Ivrea per cercare di parlare con il sindaco Stefano Sertoli. A quell’ora, di venerdì, senza appuntamento, naturalmente il sindaco non c’era. E’ arrivata invece la polizia a controllare che non ci fossero “forzature”, in effetti c’erano tutti gli estremi perché qualcuno perdesse la testa. Il sindaco che era fuori Ivrea viene messo al corrente della situazione e disponibile informa che per le 20.30 sarebbe arrivato in comune. I lavoratori hanno aspettato, con loro i sindacalisti, presente anche l’avvocato Biava che rappresenta alcuni lavoratori. Il sindaco nel frattempo sente Cimadom e il nuovo AD di MGC Alessandro Losco, per aggiornarsi e poter riferire ai lavoratori. Tante parole, sostanza poca. Inutile ripetere le scuse per l’ennesimo rinvio dei pagamenti. L’ultima promessa è non appena sarà perfezionata l’apertura del nuovo conto corrente di MGC (quelli con referente Cimadom sono bloccati) verranno pagate due mensilità (agosto e settembre). La copertura per questi pagamenti dovrebbe arrivare dal cliente Ater di Roma (azienda case popolari) che deve ad MGC 140.000 euro. Troppi “non appena” e condizionali per una situazione così grave e urgente.

Il sindaco ritiene di aver terminato il suo mandato (no, non quello da primo cittadino)

Durante l’incontro nell’atrio del comune di venerdì 20, qualcuno ha proposto al sindaco di sentirsi ogni due-tre settimane per aggiornarsi e monitorare la vertenza. Il sindaco si è un po’ allarmato. «Noi ci eravamo impegnati per i tre stipendi… continuate a seguire voi … se no, oggi c’è MGC, domani altri, e poi altri ancora …». Insomma, come dire “non è che possiamo occuparci di tutti”, e dietro di lui l’assessora al lavoro Elisabetta Piccoli, in silenzio. Non è stato nemmeno preso in considerazione il coinvolgimento della commissione consiliare lavoro (che in realtà dovrebbe attivarsi da sola). E’ stato un momento di gelo, cosa vuol dire che non possono seguire tutto. Un assessore al lavoro normalmente segue tutte le vertenze del territorio cittadino, interfaccia parti sociali e imprenditoriali, cerca soluzioni per i lavoratori in difficoltà in collaborazione con le altre istituzioni locali (Città metropolitana, Regione). E’ vero che la delega al lavoro non era nemmeno prevista quando la giunta Sertoli si è insediata nel giugno 2018 e che l’assessora Piccoli ha ricevuto l’incarico solo il 16 ottobre 2019, ma la stessa per l’occasione dichiarò «Verrà istituito un Ufficio lavoro che si occuperà di politiche per il lavoro, di sviluppo economico … Sarà di raccordo con l’assessore, e il sindaco, anche per seguire da vicino tutte le vicende di eventuali crisi del lavoro sul territorio». Ora che le “eventuali” crisi del lavoro ci sono, l’amministrazione Sertoli vorrà mica fare retromarcia.

Un’unica certezza

Una cosa è certa, l’anno finirà nessun pagamento, gli operai della MGC alzeranno il tono della loro mobilitazione perché si rompa il muro di silenzio e indifferenza che soffoca la vicenda Manital. Un’azione forte che porti la questione Manital alla ribalta nazionale perché emergano le responsabilità di ieri e di oggi e non solo quelle della nuova proprietà come vorrebbe la mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Ivrea nella seduta del 25 novembre. Perché si salvi il sano, i lavoratori, i crediti, il lavoro, e si allontani per sempre la malimprenditoria e la speculazione.

Cadigia Perini