Movicentro di Ivrea: Piccoli e Sertoli non è ora di farla finita con questa manfrina?

Complicata per mesi ad arte, potrebbe concludersi a breve la vicenda del mancato rinnovo allo ZAC! del contratto per la gestione dei locali del Movicentro

Potrebbe essere finalmente il prossimo consiglio comunale, previsto per i primi giorni di marzo, a fissare almeno un punto fermo e definire tempi certi e brevi per la chiusura della incredibile vicenda della gestione dei locali del Movicentro, sulla quale la minoranza al completo (PD, Viviamo Ivrea, M5S) ha presentato un mozione.
La storia è nota (è stata ampiamente raccontata anche su questo giornale) e inizia quando, nonostante la petizione a maggio dello scorso anno di oltre cinquemila cittadini (5.671 per l’esattezza), a luglio l’amministrazione comunale eporediese non rinnova il contratto di sei anni in base al quale dal 2014 la cooperativa sociale ZAC gestisce i locali del Movicentro.
Non perché relazioni e bilanci (qualitativi e quantitativi) presentati ogni anno dalla cooperativa al Comune possano far pensare a una gestione inadeguata o a un uso improprio dei locali del Movicentro (sarebbe veramente impossibile sostenerlo, visto l’apprezzamento amplissimo nel territorio e l’esempio, riconosciuto a livello nazionale, della gestione di uno spazio pubblico), ma perché, come sosterrà a fine dicembre la vicesindaco Piccoli «è tutto un guazzabuglio, ci sono stati colpi di scena» che hanno complicato la sistemazione di «un pasticcio del passato».
E quale sarebbe questo “guazzabuglio” che ha determinato la necessità del parere di un blasonato studio legale torinese e avrebbe determinato la necessità – secondo la vicesindaco Piccoli – di una variante al Piano Regolatore della città? Cosa impediva non solo il rinnovo del contratto alla cooperativa sociale ZAC, ma anche la pubblicazione di un nuovo bando per la gestione del Movicentro per i prossimi sei anni?
Semplicemente la mancanza del formale atto di cessione del diritto di superficie gratuito per trent’anni del Movicentro dalle Ferrovie (RFI) al Comune di Ivrea, come era previsto dall’accordo sottoscritto tra il Comune di Ivrea e RFI il 22 maggio 2002 (tutti i passaggi sono dettagliatamente elencati nella mozione della minoranza).
Un impegno che, rileva la mozione, «nonostante le richieste del Comune di Ivrea, RFI non ha mai ottemperato» senza fornire alcuna risposta, né rivendicando alcunché.
C’è, in effetti un’inadempienza del Comune perché (come ricorda la mozione) «le destinazioni d’uso previste nell’allegato 1 dell’Accordo sottoscritto tra il Comune di Ivrea e RFI non hanno trovato completa accoglienza nelle Norme di attuazione del PRG 2000» in quanto «non sono stati compresi gli usi previsti dal codice U3/3.1 “Artigianato di servizio alla famiglia” [in sostanza l’attività di parrucchiere/estetista NdR] che pure dovevano essere ricompresi secondo quanto definito» in tale allegato.
Ma si tratta di un’inadempienza palesemente poco significativa e facilmente sanabile. E la mozione della minoranza propone come: attraverso una modifica delle «Norme di Attuazione al PRG 2000 inserendo all’art. 64.02 “Movicentro” la destinazione d’uso U3/3.1» attualmente mancante e chiedendo «senza indugio a RFI (…) il trasferimento gratuito del diritto di superficie delle aree in cui è sorto l’edificio della nuova stazione del complesso Movicentro (…) secondo quanto previsto dall’Accordo sottoscritto da entrambe le parti il 22.05.2002».
Un’operazione semplice che, se non si fosse voluto complicare oltre misura il problema, poteva e può essere conclusa in meno di un mese. E di mesi ne sono passati sette dalla scadenza del contratto il 24 luglio scorso e dieci da quando la cooperativa sociale ZAC e migliaia di cittadini hanno “ricordato” all’amministrazione tale scadenza e la necessità del rinnovo.
Ma, ancora adesso, con tutto il “guazzabuglio” di cui parlava Piccoli comprensibile a chiunque, l’amministrazione comunale difficilmente vorrà aderire alla proposta dei gruppi di minoranza e, più probabilmente, proseguirà sulla strada della consulenza di un perito (chissà perché, come nel caso del parere legale, esterno agli uffici comunali) che valuti il «diritto di superficie relativo al complesso denominato “MOVIcentro”» e quantifichi «gli effetti economici maturati» dal Comune per effetto dell’edificazione, riqualificazione, manutenzione e spese per i servizi essenziali.
Un modo che appare a prima vista più complicato, legato a “valutazioni economiche” per loro stessa definizione opinabili e contrattabili, quando c’è un accordo chiaro sulla gratuità della cessione per trent’anni del Movicentro al Comune e una modesta inadempienza, su una delle destinazioni d’uso, facilmente sanabile.
Se non ci fossero i precedenti dei mesi passati spesi a complicare più che a risolvere, si potrebbe dire che una strada vale l’altra purché si arrivi in fretta a smettere di precarizzare e demotivare la cooperativa che ha fatto dello ZAC! uno straordinario “spazio di comunità”. Anche in questi giorni, diverse sono state le espressioni e dichiarazioni di solidarietà con la cooperativa (da autisti della GTT, circolo di Ivrea di RifondazioneANPI, CGIL, Rosse Torri, Legambiente, Arci Servizio Civile,…) e di insopportabilità per questo trattamento dello ZAC! da parte dell’amministrazione comunale.
Amministrazione che con le parole del Sindaco riconosce il valore dello ZAC!, ma nei fatti ha praticato la “tattica dello sfinimento”, mentre una sua parte, la Lega, è da sempre apertamente e notoriamente ostile all’esperienza realizzata al Movicentro. Così, ancora recentemente, attraverso dichiarazioni alla Sentinella, la capogruppo del partito di Salvini in consiglio comunale, Anna Bono, è riuscita a sproloquiare su mancato “rispetto del contratto” e “uso improprio dei locali”, ricevendo una netta e chiara risposta dalla cooperativa ZAC.
Ovviamente non stupisce, per distanza di riferimenti ideali e valoriali, che la Lega voglia “lo scalpo dello ZAC!”. Ma l’accanimento e il furore ideologico con cui si muovono i leghisti locali, conferma la loro distanza dal sentire comune della città ed evidenzia quanto sia colpa di un sistema elettorale che sacrifica la rappresentanza, l’aver permesso a un partito che a Ivrea ha raccolto poco più di un migliaio di voti (1.295 per l’esattezza) di poter avere in Giunta tre assessori su cinque.
Ed è proprio questa mancanza di sintonia con la città, particolarmente evidente per la Lega a Ivrea, che ha fin qui condizionato l’operato dell’amministrazione comunale in questa vicenda. Perciò, anche se una soluzione pare prossima, non è totalmente da escludere che nuovi ostacoli, complicazioni e perdite di tempo siano inventati o amplificati ad arte. Serve ancora l’attenzione e la vigilanza della “cittadinanza attiva” perché non siano depotenziate, più di quanto la pandemia già non faccia, le attività e le diverse funzioni dello ZAC!

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