Nessun rimpianto su Mediapolis

Il circolo Legambiente Dora Baltea esprime perplessità riguardo le parole pronunciate dal nuovo segretario del Partito Democratico Luca Spitale in merito alla questione Mediapolis

Apprendiamo con rammarico e preoccupazione, dall’articolo uscito sul giornale online varieventuali, che Spitale ritiene che «Mediapolis sia stato un “treno” perso che le amministrazioni locali forse avrebbero potuto intercettare» e che, di conseguenza, si sarebbe dovuto insistere maggiormente su questo progetto faraonico.
Questo territorio ha espresso, dopo una lunga ed intensa battaglia, un parere unanime su Mediapolis: innumerevoli associazioni del territorio (tra cui, ricordiamo, spiccano le sigle WWF, il FAI, Italia Nostra e Pro Natura) hanno mobilitato, nel corso di quasi quindici anni, risorse e persone per convincere gli amministratori della scelleratezza di questo progetto che, oltre che essere altamente impattante a livello ambientale e paesaggistico, sarebbe sorto su terreni a rischio idrogeologico.
Altro che “treno perso”! Mediapolis era una scatola vuota (mai si è capito che cosa contenesse) puramente orientata a realizzare una speculazione fondiaria e finanziaria, condotta da soggetti nascosti in scatole cinesi che millantavano risorse economiche che non avevano. “Imprenditori” che si aggiungevano alla serie dei Fulchir e dei Landi e il cui unico scopo era quello di fare cassa con le residue risorse del territorio. Il fallimento sanzionato dal tribunale svela finalmente l’inganno.
L’occupazione rimane uno dei problemi maggiori che questo territorio dev’essere in grado di superare, ma riteniamo che si debba e si possano trovare altre strade senza necessariamente dover ricorrere a nuove colate di cemento. Di edifici abbandonati ce ne sono a sufficienza: si potrebbe ripartire con quelli, come per altro ricordato dalla stessa amministrazione comunale il mese scorso durante la fase di presentazione della variante del Piano Regolatore in cui si è espressa chiaramente l’intenzione di voler contenere il consumo di suolo e riutilizzare le aree abbandonate.

Le parole di Luca Spitale rappresentano, per noi, un campanello d’allarme e ci spingono a continuare a vigilare sull’operato di amministrazioni ed imprenditori, certi che i “treni persi” siano altri. Mediapolis è fallita, ma i terreni rimangono e prima che questo capitolo possa giungere alla parola “fine” occorrerà capire a chi andranno venduti e che cosa se ne vorrà fare. Attualmente, infatti, i terreni rimangono edificabili e fino a quando non ne verrà chiarita la destinazione ultima Legambiente Dora Baltea non cesserà di vigilare sulla vicenda.