Obbligo vaccinale nelle scuole: è il caos

Soprattutto in Piemonte, dove le immunizzazioni richieste sono ben diciannove

Beccheggia, oscilla, ondeggia la nave MIUR

Disorientati e increduli benché mitridatizzati, insegnanti, dirigenti e famiglie beccheggiano su una nave senza comandante.

Durante l’estate ascoltano attoniti una ministra dall’oscuro curriculum e dai meriti occulti che propone, uno dietro l’altro: riduzione da cinque a quattro anni delle scuole superiori, innalzamento dell’obbligo a 18 anni, riduzione della media da tre a due anni.

Ci si domanda quale delle tre, perché l’una sembrerebbe escludere l’altra. E poi perché, seguendo quali principi didattici o scuole di pensiero, analizzando quali risultati, con che obiettivi, secondo quali tempi, scansioni, modalità, priorità, programmi.

Fortunatamente, l’inizio dell’anno scolastico interrompe un dibattito che, privo di interlocutori istituzionali, come una trottola girava su se stesso.
E mentre sempre beccheggia, oscilla, ondeggia la nave MIUR, la ministra alla Salute Lorenzin parte con l’urgenza vaccini.
Onde evitare d’esser tacciati di radicali o peggio radicalizzati, disfattisti, qualunquisti, populisti, cinquestellisti, non entriamo nella diatriba vaccino sì/no, pur osservando (sommessamente, come s’usa oggidì) che non tanti anni fa quando uno era malato sfebbrava a casa magari con i fratelli, tanto per immunizzare la famiglia. E che il morbillo, da bimbi, era considerato un doloroso impedimento, fastidiosa la rosolia, snervante la varicella. Parte della dolente esistenza.

Diciamo pure che oggi vogliamo la Nazione sana e protetta da ogni minaccia eventuale. E che forse solo i superficiali, come noi siamo, sottovalutano rischi, sofferenze e postumi della malattia. E che proprio tutti vadano immunizzati da ogni possibile acciacco.

Essendo tuttavia impossibile vaccinare d’emblée tutti i bambini e gli studenti da 3 a 16 anni, eccoti pronta la soluzione all’italiana: l’autocertificazione.
Che però non è sufficiente, troppo facile sarebbe! Ogni famiglia dovrà infatti dichiarare di aver provveduto alle vaccinazioni obbligatorie dei figli, oppure di essere in coda all’ASL per effettuarle al più presto (presentare “idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie previste dal decreto legge, idonea documentazione comprovante l’esonero, l’omissione o il differimento, per motivi di salute, oppure copia della prenotazione dell’appuntamento presso l’azienda sanitaria per l’effettuazione delle vaccinazioni mancanti”).
Poi, entro il 15 novembre, “le istituzioni scolastiche trasmetteranno alle ASL copia di tutte le attestazioni […] e le dichiarazioni ricevute […] Contestualmente, le istituzioni scolastiche comunicheranno alle ASL anche gli eventuali nominativi dei soggetti che non hanno prodotto alcuna documentazione e che, per le finalità della legge, dovranno essere considerati come non in regola con gli obblighi vaccinali”.

Non è per niente chiaro che succederà, a quel punto. Espellere lo studente inadempiente? Comminargli una multa? Espellerlo dopo avergli comminato una multa? Prima? Contemporaneamente? E come metterla con l’obbligo, che pure è legge di Stato?
Si richiede inoltre agli istituti che coloro i quali non possano effettuare la vaccinazione per motivi di salute, vengano inseriti in classi di immunizzati, in modo da non ammalarsi. Già, e il bar? E il bagno? E l’intervallo, i corridoi, le uscite didattiche, le aule video, i laboratori? Come evitare il contagio? Con appositi scafandri, l’isolamento totale o sbrigativamente l’espulsione?

Non è finita qua: la furia vaccinante coinvolge anche il personale scolastico, che è tenuto a compilare un’autocertificazione esilarante, tanto più nella efficientissima Regione Piemonte, dove i vaccini contemplati sono ben diciannove (19)!

Vi si chiede di apporre una crocetta sulle vaccinazioni effettuate tra: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-varicella, anti-parotite, anti Haemophilus influenzae tipo b, anti-influenzale, anti-meningococcica C, anti-meningococcica B, anti-pneumococco, anti-epatite A, anti-papillomavirus, anti-herpes zoster, anti-rotavirus, anti-tbc. Ci sono anche i puntini di sospensione, casomai a qualcuno non bastasse.

E non è finita qui: le risposte possibili sono “sì” (senza considerare che alcuni non sono stati vaccinati ma hanno contratto la malattia!), oppure “non ricordo”… decisamente dire NO non è di moda in questo Paese.

«Non so se il riso o la pietà prevale», diceva il gigante Leopardi (La ginestra).

Buon anno a tutti.

i.s.