Paralipomeni della sentinellografia

Dalla rubrica CONTRONATURA di Diego Marra

In tempi pregressi ho spesso attinto, come sorgente di pressapochismo scientifico, al più noto trisettimanale locale (La Sentinella, ovviamente!), fonte di gustosi articoli citanti a sproposito questioni scientifico-naturalistiche. Ricordo, per esempio, con diletto un articolo di anni fa che attribuiva la fioritura di alghe (in realtà erano cianobatteri!) nel Lago S.Michele all’acidità delle acque, mentre le acque erano basiche (cioè l’esatto contrario!).
Da qualche anno non ho più letto articoli stimolanti: sarà per un miglioramento della cultura scientifica giornalistica degli autori o perché raramente leggo tale pubblicazione? Sul numero di mercoledì 11 aprile, finalmente, compare un titolo in prima pagina “Frana sulla passeggiata al Sirio, ora messa in sicurezza” che rimanda all’articolo di pagina tre dove il sottotitolo, recita con sicumera: L’evento da attribuire al taglio dei 60 castagni lo scorso settembre come sarebbe esplicitato in una relazione tecnica che non si capisce, dall’articolo, chi abbia esteso. Un esemplare campione di notizia approssimativa. L’abbattimento dei circa 60 castagni, chiaramente morti, è stata effettuato proprio per prevenire la loro caduta in seguito a smottamenti del versante, facilmente prevedibili dalla natura fratturata della roccia. Non può essere stata la causa della frana! Vero è che gli alberi con le loro radici spesso consolidano i versanti, ma è altrettanto vero che gli alberi morti non trattengono un bel niente, anzi contribuiscono ad aumentare la massa che grava sul versante instabile promuovendone il dissesto; non solo, i ceppi sono stati lasciati in sede proprio per non aumentare il dissesto con la loro eradicazione.

Che gli alberi fossero morti lo dico io perché li ho visti, ciò che non ha potuto fare il solerte giornalista. L’articolo riporta anche una frase piuttosto incongrua, cito: …era emerso che durante i mesi estivi caratterizzati dalla siccità erano affetti da cancro corticale. Sicuramente i castagni erano affetti da cancro corticale del castagno, causata dal fungo Cryphonectria parasitica, ma cosa centri la siccità estiva non è comprensibile; la patologia è diffusa e persistente per molti anni prima di portare alla morte dell’albero, semmai è promossa dall’umidità non dalla siccità. Prima di tranciare giudizi colpevolisti sarebbe il caso di informarsi presso un tecnico competente sulla situazione degli alberi abbattuti, ma è molto più facile e sensazionalistico attribuire responsabilità. L’italica abitudine di addossare malefatte a qualcuno anche per gli eventi naturali, pur di riempire di vuotezza un contenitore giornalistico, è qui chiaramente esemplificata. Mi domando perché, altrimenti, si dovrebbe interpretare un intervento corretto ai fini della sicurezza come causa dell’evento stesso (pratica volgarmente definita: rigirare la frittata). Se non fossero stati abbattuti gli alberi morti sarebbero franati col versante aumentando l’entità dello smottamento. Fossi un funzionario comunale mi irriterei alquanto, ma visto che non lo sono posso tranquillamente ridere della vacuità di tali asserzioni.

Diego Marra