Presentazione del libro “Vento in scatola”: Marco Malvaldi dialoga con un detenuto della Casa Circondariale d’Ivrea

Sabato 8 febbraio, ore 21.00 presso lo ZAC! a Ivrea. In collaborazione con Libreria Mondadori Ivrea, Varieventuali e La Fenice, il giornale del carcere d’Ivrea

«Ho conosciuto Glay Ghammouri durante un corso di scrittura creativa tenuto in un penitenziario. In seguito, Ghammouri mi ha detto di aver pensato a una storia, una specie di romanzo di formazione ambientato in carcere, e me l’ha raccontata. Mi è sembrato un ottimo spunto e abbiamo cominciato a lavorarci».

Nasce così questo romanzo a quattro mani con cui Marco Malvaldi senza abbandonare l’ironia, il gusto del paradosso, l’esuberante inventiva, ha voluto regalarci l’opportunità di guardare al carcere dall’altro lato delle sbarre.
Una commedia da camera si potrebbe definire Vento in scatola, solo che in questo caso la camera, l’ambiente chiuso in cui tutto si svolge, è molto grande: un carcere.
Le celle, i corridoi, «l’aria», le zone degli assistenti, la stanza del dirigente, i luoghi di punizione (non c’è in questo carcere la tremenda «cella liscia»): qui i detenuti interagiscono tra di loro e con i sorveglianti, cercano di stabilire gerarchie e simpatie, e di passare il tempo.

Al centro di questa vicenda corale, che non ha niente di autobiografico pur avvalendosi di esperienze vissute, c’è un giovane che si forma cittadino: un tunisino, abile broker nel suo paese, in carcere per un reato che non ha commesso ma impunito per una truffa di cui è colpevole.
Mentre trascorre normalmente la pena, gli capita una cosa che mette i brividi e lo costringe a una scelta…

Questo libro mette assieme la sperimentata capacità di divertire mediante intrighi con la conoscenza interna minuziosa della situazione carceraria di chi ci vive.
Ma non chiede commozione e pietà.
Vuole soltanto mostrare l’interno di un carcere mettendo in scena la quotidianità, la sua giustizia e la sua ingiustizia («per essere autenticamente liberi occorre conoscere il carcere»).
Ed è un libro rigenerante, di questi tempi in cui muri di odio si sollevano contro chiunque sia un diverso.
Il suo senso è che, così come non si può tenere il vento in scatola, non si può imprigionare l’umanità che è in ciascuno di noi.

MARCO MALVALDI (Pisa, 1974), di professione chimico, unitamente ad una vasta produzione saggistica, ha pubblicato la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume 2016, A bocce ferme, 2018), salutati da un grande successo di lettori e da una serie televisiva di successo. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013), Buchi nella sabbia (2015), Negli occhi di chi guarda (2017) e, con Glay Ghammouri Vento in scatola (2019).