Referendum Cgil – Un’occasione imperdibile

Bene fa la Cgil ad aver già avviato la campagna referendaria di primavera

Federico Bellono, segretario provinciale di Torino della Fiom

Dopo il referendum costituzionale, quelli promossi dalla Cgil potrebbero rappresentare un’occasione imperdibile per affondare – in alcuni dei suoi punti qualificanti ed emblematici – uno dei provvedimenti su cu il governo Renzi si è più esposto, cioè il Jobs Act.
Il condizionale è d’obbligo perché la bocciatura da parte della Corte costituzionale del quesito sull’art.18 ha oggettivamente un po’ azzoppato – anche dal punto di vista politico – la consultazione referendaria.
I due temi rimasti – abolizione dei voucher e recupero della responsabilità solidale in materia di appalti tra appaltatore e appaltante – hanno comunque un significato non trascurabile, anche nei confronti degli elettori, perché c’è comunque una percezione negativa diffusa di questi due provvedimenti. E non sono convinto che interventi legislativi, più o meno raffazzonati, siano in grado di prevenire il ricorso alle urne.
È più facile che ciò avvenga per effetto delle elezioni anticipate, per quanto neanche queste così scontate.
Quindi bene fa la Cgil a partire già in questi giorni ad organizzare la campagna referendaria, pur scontando qualche contraccolpo per l’affossamento dell’articolo 18: su questo sarà importante il modo con cui la Cgil terra aperta la questione dei licenziamenti illegittimi e del diritto al reintegro.
Certo, il nodo del quorum è insidioso, ma il dibattito che in ogni caso si è aperto sui voucher è utile, e nonostante le voci a difesa – anche nel fronte sindacale – non si cancella la percezione diffusa che si tratti di strumenti che anche là dove non generano precarietà, in ogni caso la certificano legittimandola.
Il sistema degli appalti, poi, è una giungla al ribasso che coinvolge molte più persone di quanto spesso non si pensi, e più si allunga la catena del subappalto più aumentano rischi per la sicurezza, riduzioni salariali, orari e turni incontrollabili e garanzie contrattuali aleatorie.
Quindi la partita è aperta, e sarebbe in ogni caso sbagliato non giocarla, sfidando la politica e investendo con fiducia nel rapporto con le persone, a partire dai giovani che queste realtà conoscono più di tutti gli altri.

Federico Bellono