Turchia-Siria: l’appello di ANPI, CGIL, ARCI e Legambiente alle Istituzioni Europee

Anche il Coordinamento contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi di cui fa parte il Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR) presieduto da Pierangelo Monti aderisce e sottoscrive la lettera

Il Coordinamento piemontese contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi, di cui fanno parte più di 70 associazioni della società civile che si battono per un mondo senza armi nucleari, contro la guerra, per la soluzione pacifica dei conflitti internazionali, esprime tutto il suo sdegno e la sua esecrazione nei confronti dell’aggressione dell’esercito turco contro la popolazione del Rojava, aggressione ingiustificata, contraria del diritto internazionale, e intesa a realizzare la pulizia etnica di quella regione.
Firmiamo pertanto l’appello proposto da ARCI, ANPI, CGIL, Legambiente e già firmato da diverse associazioni

Paolo Candelari

Di seguito, il testo dell’appello lanciato a seguito della grave situazione creatasi al confine tra Turchia e Siria

Alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen
All’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell
Al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte
Al Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio
Alla Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati
Al Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico

Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine tra Turchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili.
A seguito delle improvvide dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che annunciavano il ritiro delle truppe americane dai quei territori, anche se oggi smentite – il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale.
L’esercito formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue.
La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato Turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori.
La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti.

Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica perché:

• cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio curdo;
• si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale;
• si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti;
• si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano;
• si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

ANPI
ARCI
CGIL
LEGAMBIENTE