Voti a scuola?

Voti a scuola: usarli o non usarli?

scuo-pagellaIl dibattito è in corso da anni, anzi da decenni e qualche giorno fa se ne è parlato nuovamente a Pavone nel corso di un incontro con Davide Tamagnini al quale hanno preso parte una settantina di insegnanti di tutto il Canavese.
Tamagnini è m
aestro elementare, insegna a Pomba in provincia di Novara e nelle sue classi non usa mai il voto, come peraltro – prima di lui – hanno fatto tantissimi insegnanti che si sono richiamati alla tradizione della “scuola attiva” che ha profonde radici in tutta Europa e in Italia in particolare: basta ricordare i nomi di Bruno Ciari, Mario Lodi, Albino Bernardini e Don Lorenzo Milani solo per citare quelli noti a tutti.
Ma come si può “motivare” i bambini a imparare e a studiare anche senza incentivarli con il voto?
La ricetta di Tamagnini è semplice, almeno in apparenza: far entrare la vita nella scuola, partire dalle esperienze concrete e reali dei bambini che sono naturalmente e spontaneamente attratti dall’imparare.
Ai bambini, insomma, piace imparare, piace “saperne di più”: certo è che l’argomento deve essere di per sè interessante e stimolante.
Il bisogno di conoscere e di “mettere ordine” nel mondo che ci circonda è un bisogno connaturato con il nostro essere.
Il voto, però, può rovinare tutto e indurre il bambino non a studiare per “mettere ordine” ma semplicemente per far contenti i maestri, i genitori, i nonni.
E allora non si impara davvero: o meglio si impara in modo “scolastico”, giusto per sapere la lezione, ma con il desiderio, neppure troppo nascosto, di dimenticare tutto al più presto per potersi dedicare a cose più interessanti e gratificanti.
Davide Tamagnini ha spiegato che nella sua scuola è riuscito anche a ottenere che in alcune classi non si dà il voto neppure sulla pagella che viene sostituita da una “lettera” firmata dagli insegnanti che a fine quadrimestre ogni bambino riceve.
Una lettera personalizzata, del tipo: “Caro Francesco, siamo molto contenti di te: in questi ultimi mesi hai imparato molte cose, sei diventato più preciso nel tuo lavoro e riesci persino a stare attento alle spiegazioni dell’insegnante (ti ricordi che in passato ti distraevi facilmente e proprio per questo non riuscivi poi a comprendere bene certi argomenti). Anche in matematica stai migliorando molto e ormai hai imparato tutte le tabelline..”
Altro che la pagella di fine quadrimestre con matematica 7, lingua italiana 6 e via numerando.
Certo è che fare scuola in questo modo non è facile, bisogna essere attenti alle esigenze e ai bisogni di ciascuno, bisogna considerare la classe non un gruppo informe ma un insieme variegato di persone tutte diverse fra di loro.gessetti_colorati
Ma, come dice il titolo del libro che Davide Tamagnini ha scritto: “Si può fare” (ovvero, come da sottotitolo “la scuola come ce la insegnano i bambini”).
L’incontro con il “maestro di Pomba”, come è ormai noto Davide Tamagnini nel web, è stato promosso dalla associazione Gessetti Colorati che organizza anche un vero e proprio corso sul problema della valutazione che prenderà avvio nel mese di gennaio.
Per saperne qualcosa di più si può anche guardare su youtube (https://www.youtube.com/channel/UCLHn-XOFVduPiJjMxRpx8Ow) una breve intervista a Davide Tamagnini realizzata proprio in occasione del suo intervento a Pavone.
Reginaldo Palermo