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Redazione La Fenice

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CINECLUB IVREA, LXI EDIZIONE

Martedì 21 marzo ore 15:00, 17:10, 19:20, 21:30
Mercoledì 22 marzoore 15:30, 18:00

Alla vita

Regia: Stéphane Freiss / Interpreti: Riccardo Scamarcio, Lou de Laâge, Pierre-Henry Salfati, Astrid Meloni / Sceneggiatura: Stéphane Freiss, Audrey Gordon, Caroline Deruas, Laure Deschenes / Fotografia: Michele Paradisi / Musiche: Giovanni Mirabassi / Montaggio: Aline Hervé / Scenografia: Isabella Angelini / Costumi: Florence Emir / Produzione: Ba.Be Productions, Indiana Production in collaborazione con Vision Distribution, Fanfarons Film, Sky / Distribuzione: Vision Distribution / Origine: Italia, 2022 / Durata: 99’

Ogni estate i Zelnik, una famiglia ebrea ultra-ortodossa di Aix-Le-Bains, passa un breve periodo nel Sud Italia, per raccogliere cedri, frutti che, secondo un’antica leggenda, Dio aveva sparso in questa regione. A ospitare la numerosa famiglia nella sua tenuta è Elio De Angelis, un gallerista che ha iniziato a occuparsi della sua azienda dopo la morte improvvisa del padre. In questo terreno brullo e arso dal sole avverrà l’incontro tra Elio ed Esther Zelnik, ventenne ormai stanca delle costrizioni imposte dalla sua religione. Bloccata tra l’affetto per i parenti e il desiderio di emanciparsi, Esther sta tentando di abbandonare la dottrina ortodossa. Sarà proprio attraverso il rapporto con Elio che la ragazza riuscirà a capire l’importanza della libertà e intraprendere la sua strada e, allo stesso modo, grazie a lei, Elio riuscirà a trovare la pace che aveva perso da tempo.

Un’opera leggera e mai banale che mette sotto esame due tipi differenti di estremismo e illusione che solo nel contatto riescono a trovare un fugace momento di libertà. Esordio alla regia dell’attore francese Stéphane Freiss che sotto il sole cocente della Puglia ci racconta tutte quelle zone d’ombra presenti nella vita di persone nascoste sotto il velo dell’illusione. Persone come i componenti della famiglia Zelnik e persone come Elio interpretato da Riccardo Scamarcio.
(Carmelo Leonardi)

Un’opera prima coraggiosa e sensibile sul tema dell’ortodossia religiosa. (…) Per comprendere meglio questo interessante film è necessario innanzitutto essere a conoscenza di quale significato assuma il cedro per gli ebrei. Il Sukkot o Festa delle capanne ricorda il passaggio del popolo ebreo dalla schiavitù in Egitto alla Terra Promessa e, in particolare, il periodo trascorso nel deserto. La Torah prescrive di fare uso per la festa di quattro vegetali: un ramo di palma, tre rami di mirto, un ramo di salice (che vengono legati insieme con della canapa) e un cedro che viene tenuto nell’altra mano. Ci sono poi molte regole che l’aspetto del frutto deve rispettare oltre a quella che non deve essere il risultato di innesti che ne pregiudicherebbero la purezza.
Il compito degli uomini della comunità è quello di ispezionare ogni frutto per decidere se sia o meno corrispondente alle esigenze. Una delle lodi che essi pronunciano è “le haim” che significa, come il titolo, “alla vita”. Una vita che però costringono entro un’infinità di regole alcune delle quali (e non sono poche o poco importanti) riguardano le donne. Una delle quali, la giovane Esther, sta iniziando ad avvertirne il peso.(…)
(Giancarlo Zappoli)

Ricorre in questi giorni il centenario della pubblicazione di Ulysses, sicuramente il più famoso libro di James Joyce, spartiacque del romanzo novecentesco e fonte della futura letteratura occidentale. Perché Joyce con il film di Freiss? Il tratto comune tra queste due lontanissime figure è il rapporto conflittuale e dialettico con la religione che fu sempre considerata dallo scrittore irlandese uno degli ostacoli principali alla piena realizzazione dei propri desideri, ad un compiuto completamento del proprio spirito. (…)
(Tonino De Pace)

Le iscrizioni al CINECLUB IVREA proseguono nei giorni e orari di programmazione (martedì e mercoledì al cinema Boaro)

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Tutto disponibile in formato cartaceo al cinema.

Info: tel. 351 690 6071 (anche whatsapp) 
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