A Genova e dopo per un mondo più giusto senza violenze

Sono stato anch’io a Genova per protestare contro il G8, ma non c’ero in quel terribile weekend di luglio 2001.

Sono andato il primo giorno della settimana per partecipare a due tavoli tematici su “Lotta alla povertà ed alle disuguaglianze” e “Questo mondo non è in vendita”. Vi partecipai come rappresentante del nascente Ivrea Social Forum.

Ma purtroppo la violenza dei giorni successivi ha distratto l’attenzione che meritavano le intense giornate di approfondimento organizzate dal Genova Social Forum per tutta la settimana dal 16 al 21 luglio.

“Un altro mondo è possibile” proclamava lo slogan dei no global a Genova e in ogni città. Un mondo non rappresentato dai potenti della Terra ma dalle organizzazioni popolari della Terra, anche e soprattutto dei paesi esclusi dal G8. Contro quel mondo, con i suoi interessi e programmi, si andò a protestare. I relatori delle tavole rotonde erano di alto livello e le loro tesi dovevano essere ascoltate e approfondite.

Invece dopo il G8 si è scritto e parlato ovviamente delle orribili devastazioni dei black bloc e delle orribili violenze delle forze dell’ordine, che hanno scaricato la loro rabbia “anticomunista” contro tutti i manifestanti, durante e dopo le manifestazioni.

E’ stato per me struggente vedere in TV le scene di quei poveri no global orrendamente torturati dai poliziotti nella scuola Diaz, anche perché là dentro avevo partecipato agli incontri tematici quattro giorni prima.

Purtroppo gli autori delle devastazioni e delle violenze, di ogni parte non si sono pentiti. La nonviolenza deve ancora essere compresa e insegnata.

A Genova la repressione non ha fermato la partecipazione democratica e l’impegno per un mondo più giusto. La stagione dei Social Forum, anche a Ivrea, è andata avanti con proteste e proposte, elaborate in tanti incontri, su temi ancora attuali: giustizia distributiva, lavoro e salute, pace, disarmo e riconversione delle industrie militari, ambiente e infrastrutture, legalità e diritti, sfruttamento del sud del mondo e migranti, democrazia partecipativa e comunicazione. Pensando globalmente e agendo localmente.

Pierangelo Monti