A proposito del “dialogo con i fascisti”: dabbenaggine e smania di protagonismo

Non se ne può più

Va avanti ormai da troppi giorni l’ultima trovata di Ballurio per occupare spazio sui giornali (e “mobilitare” gli appassionati di facebook), tanto da disperare che questa ultima “genialata” si sgonfi da sola (come spesso è accaduto).
La “genialata” ultima (come definirla diversamente?) è la proposta di un incontro pubblico (e di fatto comunque in sede istituzionale trattandosi di un incontro con la presidente del consiglio comunale) con alcuni fascisti locali che utilizzano la sigla “Rebel Firm”. Gli stessi che hanno organizzato il 12 e 13 agosto scorso un “campo nazional rivoluzionario” nel territorio di Ivrea (risoltosi poi nella barzelletta di cinque o sei partecipanti, secondo quanto riferito dai giornali locali), che inneggiano alla X Mas e, ovviamente, non perdono occasione di “salutare romanamente”, organizzare allenamenti di pugilato “anti anti-fa” e, sulla scia dei loro camerati milanesi e predappiesi, organizzare cerimonie di commemorazione dei caduti della Repubblica di Salò.

Gli stessi che, proprio per la loro “passione” per la X Mas, c’è fondato motivo di ritenere siano gli autori dello “scherzetto” del 19-20 luglio scorso al palo sul lungo Dora di Ivrea (forato da una scheggia dell’esplosione del ponte ferroviario nella notte del 23 dicembre 1944, opera di un’azione partigiana che, come è noto, salvò la città dai bombardamenti).

Ma fin qui nulla di nuovo, sono decine le sigle che si richiamano esplicitamente al fascismo storico o al nazismo e “Rebel Firm” è solo una sigla in più che si somma e si confonde con tante altre (Forza nuova, Casa Pound, Fascismo e libertà, Fascismo e rivoluzione, Lealtà azione, Hammerskin, Roma ai romani e tante altre fino a Fratelli d’Italia che ha anche la rappresentanza in parlamento, per non parlare delle molte tifoserie calcistiche che fanno ampio uso delle simbologie fasciste), con un’unica novità locale rispetto al recente passato: una sede fisica in centro a Ivrea (peraltro proprio davanti alla sede del PD eporediese del quale Ballurio è un’esponente), oltre all’immancabile profilo facebook.

Allora perché Ballurio (che, è bene ricordarlo ai lettori e sarebbe bene se ne ricordasse lei stessa, è presidente del consiglio comunale di Ivrea) intende confrontarsi con costoro? E confrontarsi su cosa?

In una lettera aperta «alle associazioni e ai partiti che si sono detti assolutamente contrari all’incontro con Rebel firm e mi hanno chiesto di non farlo» pubblicata sul giornale La Voce, Ballurio scrive che «l’educazione passa attraverso al confronto, al parlarsi guardandosi negli occhi» e spiega la sua iniziativa con la necessità «come consigliere comunale» di occuparsi e preoccuparsi «di prevenire quei fatti di cronaca che poi una comunità la lacerano», invitando «tutti gli adulti coinvolti in questa discussione a riflettere su un fatto: l’età delle persone coinvolte».

Ma è veramente possibile che Ballurio creda alla funzione “educativa” di un generico “confronto” su non si sa bene cosa? Che sia importante l’età di quelli con cui è entrata in contatto su facebook?

Possibile che Ballurio non sia sfiorata dal dubbio che un confronto pubblico (e, in una certa misura, già questo dibattito che lei ha sollevato) dia legittimità a gruppi che si richiamano esplicitamente al fascismo, incitano all’odio razziale, predicano la superiorità etnica e l’uso della forza fisica? Che, come si dice in politichese, “sdogani” persino la peggiore canaglia fascista? E che lo faccia in un momento in cui da più parti (vedi recente inchiesta ”NAZITALIA” pubblicata dall’Espresso) si segnala un aumento esponenziale di violenze, blitz, pestaggi ai danni di migranti, Ong, militanti di sinistra?

Che non siano solo i fascisti dichiarati a seminare odio razziale, a criminalizzare chi salva vite umane, a pestare i migranti, a mettere i penultimi contro gli ultimi e a perpetrare o favorire tante altre nefandezze, è sotto gli occhi di tutti. E tutti i giorni ormai. Ma che si fornisca una patente di interlocutore a chi di tutto questo ne fa la sua bandiera, in una città che, almeno finora e almeno sul fascismo, aveva le idee chiare, è veramente troppo.

E’ vero che occorre cercare di comprendere le ragioni del generale imbarbarimento dei rapporti umani e sociali nel nostro paese e un po’ dovunque nel mondo. E’ vero che, in Europa, questo coincide con il venir meno del “contratto sociale” e con una specie di ritorno allo “stato di natura”, cioè alla legge del più forte. E’ vero che, in questo clima, si inserisce anche la ripresa dei rigurgiti fascisti e nazisti. E’ vero che persino di uno stupratore o di uno stalker occorre cercare di comprendere le ragioni che lo hanno portato a diventar tale.
Ma tutto questo non ha certamente nulla a che vedere con un “pubblico confronto delle diverse idee”.

Possibile che Ballurio non abbia compreso neppure la chiara e netta posizione dell’ANPI che ha ribadito di avere «una sola posizione: essa non riconosce il ruolo di interlocutori ai fascisti, e non intende offrire loro un riconoscimento istituzionale»?

Esclusa la possibilità che Ballurio sia in qualche modo collusa coi fascisti, il suo comportamento e l’insistenza sembrano dettati, più che da ingenuità ai limiti della dabbenaggine, dalla smania di protagonismo che la caratterizza da anni e che si fa più frenetica con l’approssimarsi della scelta del candidato sindaco del PD per le elezioni comunali della primavera prossima.
Una vera e propria smania (molto simile a quella del Berlusconi di anni fa che faceva qualsiasi sciocchezza pur di occupare in qualche modo la prima pagina di tutti i media) che, nella sua furia, non si cura dei “cocci” che può lasciare. E, qui a Ivrea, potrebbe mandare in cocci il comune sentire antifascista che, dalla Resistenza in poi, ha unito la città.
Non è un prezzo troppo alto per una candidatura?

la redazione di varieventuali