A scuola non si fa politica!

Studenti, fascisti, una Preside, un Ministro

Il ministro Giuseppe Valditara ha criticato la comunicazione inviata dalla preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, dopo l’aggressione di membri di Azione studentesca ai danni di alcuni studenti.
E’ che già a Ivrea di ‘sti tempi ci si sente proprio alla finestra – quelli si menano (per carità, orrenda deprecabile cosa) e si scontrano su destra o sinistra, mentre qui il dibattito è “felpa con logo d’istituto con o senza cappuccio? Fashion-week prima o dopo Pasqua? Specchi in tutti i bagni o solo uno per piano? –, poi vengono fuori presidi così, che fanno politica nel senso più alto della parola e allora appare chiaro, scritto a caratteri cubitali nel nostro torpido destino quotidiano, che siamo definitivamente periferia.

LA LETTERA
La circolare della dirigente Annalisa Savino è notevole sotto diversi aspetti: è breve (sa, la preside, che la resistenza degli studenti è ferocemente precipitata), poi è chiara ed essenziale, senza fronzoli e parole di troppo, va dritta al punto.
Infine trasuda buone letture e profonda conoscenza della Storia. 
Di fronte alle violenze contro gli studenti antifascisti ricorda, citando il gramsciano “Odio gli indifferenti”, il pericolo dell’ignavia – di quelli che “per sé fuoro”, direbbe un altro grande –, l’urgenza di ribellarsi, di respingere e combattere con la conoscenza la violenza del fascismo: “[…] Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.
La lettera richiama soprattutto la funzione della scuola, che evidentemente non è – non dovrebbe essere – quella di acquisire competenze spendibili sul lavoro, ma di osservare e trarre deduzioni, leggere passato e dunque presente, prendere posizione senza indugi, elaborare e proporre alternative, smascherare una bugia.
Stupisce questa circolare, adusa com’è la scuola alle comunicazioni di servizio, ai moduli da compilare e i programmi sempre da concludere. Invece questa dirigente sprona gli studenti, e forse anche gli insegnanti, a reagire, a tornare a leggere la Storia e scegliere da che parte stare.

LA REAZIONE
Colpisce anche la reazione del ministro di Istruzione e Merito – ci si dovrà pur abituare al nuovo sostantivo –, non tanto per la minaccia di assumere provvedimenti, ché Annalisa Savino non sarà punita e tutto è rientrato in un batter d’ali proprio grazie alla reazione dei non indifferenti, quanto per la gravità di ciò che afferma non un tizio qualunque bensì un signore che attualmente ha ruoli di governo.
La scuola – afferma severo il ministro – “non è il luogo deputato a fare politica” (dove s’è già sentita questa?”).
E infatti definisce la lettera “impropria”, relegando la funzione della preside a mera burocrate perché “non compete a una preside, nelle sue funzioni, lanciare messaggi di questo tipo”.
E quale sarebbe, allora, la competenza di un dirigente scolastico? Firmare carte? Farsi notare dai media? Ribadire quant’è importante la scuola mentre manda gli studenti a imparare un mestiere?
Timbrare certificati? Evitare grane?
Evidentemente sì.
Poi va be’, il ministro Valditara esagera e butta lì perfino fantomatici possibili provvedimenti.
E lì un po’ si frega perché il Paese reagisce, non è ancora pronto.

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Sull’argomento interessante anche la lettera su Jacobin di Luca Casarotti, giurista: https://jacobinitalia.it/lettera-a-un-ministro/