Aprite i porti! – L’appello congiunto contro la chiusura dei porti italiani

L’appello congiunto di ANPI, Arci, Azione cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza in risposta alla chiusura dei porti italiani annunciata dal ministro Salvini. Martedì 12 giugno presidio a Torino

“La chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius e alla Sea Watch 3, annunciata dal ministro Salvini, è una soluzione inaccettabile. La Convenzione di Amburgo del 1979 e le altre norme internazionali sul soccorso marittimo, oltre che i fondamentali principi di solidarietà, impongono che le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.
L’Italia non può voltare le spalle, ogni migrante, tra cui tante donne e bambini indifesi, è prima di tutto una persona costretta a lasciare la propria terra, a causa di guerre, fame, siccità e disastri ambientali, per cercare la sopravvivenza altrove chiedendo accoglienza e asilo.
Non si faccia l’imperdonabile errore di chiudersi nei confini della propria nazione, di alzare nuovi muri di odio e paura che non fanno bene al Paese e che aumentano ancora di più le disuguaglianze. Per questo chiediamo al Governo che vengano riaperti immediatamente i porti italiani per accogliere le navi che soccorrono i migranti”.

L’appello è sottoscritto da:

ANPI Nazionale
– Arci Nazionale
– Azione cattolica italiana
– Legambiente
– Libera
– Rete della Conoscenza

L’ANPI provinciale di Torino, inoltre, ha indetto per martedì 12 giugno, alle ore 18.00 in piazza Castello a Torino, davanti alla Prefettura un presidio per chiedere “di aprire immediatamente i porti e consentire di trarre in salvo le persone soccorse“. L’ANPI specifica, inoltre: “negli ultimi quindici anni, oltre 30.000 persone sono morte nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere i “porti sicuri” italiani ed europei. L’atto dimostrativo e criminale del Ministro dell’Interno oltre a comportare seri rischi per le condizioni di salute delle persone a bordo della nave Aquarius non avrà il promesso effetto deterrente sul numero di sbarchi in assenza di una radicale modifica del sistema di accoglienza, che preveda vie legali di ingresso.”
A bordo della nave Aquarius vi sono oltre 600 migranti che attendono di essere tratti in salvo. Tra loro 123 minori e 7 donne incinte. Si legge ancora, nel comunicato: “L’unica conseguenza della mossa del Ministro dell’Interno condivisa dal governo dal quale non si è levata nessuna voce contraria, sarà che altri bambini, altre donne e altri uomini moriranno nel Mediterraneo, e che l’Italia sarà responsabile di quelle morti“. L’auspicio è che questo possa essere impedito. Aprite i porti!