Avevamo ragione e non abbiamo cambiato idea

Tornare a Genova, dopo 20 anni dal G8, dalla meravigliosa ricchezza espressa dai movimenti, dalla brutalità della repressione culminata con l’uccisione di Carlo Giuliani, con la mattanza della Diaz e con le torture a Bolzaneto, non è per Rifondazione Comunista una celebrazione. Semplicemente non ce ne siamo mai andati da tutti i luoghi, percorsi, tentativi di contrastare il capitalismo neoliberista. Partecipiamo in questi giorni alle assemblee, alle manifestazioni, ai momenti di approfondimento perché convinti che di un movimento forte questo paese e le classi popolari abbiano urgente bisogno. Perché i danni prodotti dai “grandi” asserragliati 20 anni fa nella zona rossa, continuano a far male, anzi le scelte di austerity, di privatizzazione, di compressione dei diritti e dei servizi essenziali, sono alla base anche dell’emergenza sanitaria da cui ancora non siamo usciti. Siamo a Genova perché – al contrario di molti – non ci siamo arresi al pensiero unico neoliberista e al capitalismo come religione assoluta, perché in questo paese, nel continente e nell’intero pianeta c’è da fare una rivoluzione, perché quasi ovunque nel mondo, le distanze fra sfruttati e sfruttatori sono aumentate, perché le condizioni ambientali, l’accesso ai generi di prima necessità, a salari decenti, alla salute, alla scuola, alla libertà di movimento, sono negati oggi più di allora. Siamo a Genova perché un altro mondo non solo è possibile ma è necessario e vogliamo/dobbiamo, costruirlo insieme. Ma ci siamo anche con Carlo nel cuore, col ricordo delle tante e dei tanti pestati dalle sedicenti forze dell’ordine e con la rabbia per i leader politici e della polizia rimasti impuniti per i crimini commessi.
Ieri abbiamo partecipato alla Gira zapatista perché fu l’Ezln – con cui entrammo subito in contatto – a dare il via al movimento per l’umanità contro il neoliberismo.
Fummo l’unico partito italiano totalmente interno al movimento dei movimenti presente a Seattle, Porto Alegre e a Genova dove partecipammo in decine di migliaia. A Genova nel 2001 emerse uno spazio sociale e politico radicale che era alternativo nei contenuti ai due poli di centrodestra e centrosinistra. Nell’Italia di Draghi ce n’è ancor più bisogno.

Il Circolo di Ivrea di Rifondazione Comunista organizzò 2 pullman con circa 90 compagne/i per partecipare alla manifestazione di Genova del 21 luglio.
Prima di arrivare al casello di Genova c’era già il controllo della polizia, siamo stati fermi circa mezz’ora.
Emozionante la partenza del corteo alle ore 14,00 con 350 mila persone che si snodava lungo corso Italia. Nel percorso del corteo tanti colori e la migliore gioventù del mondo.
Ricordo anche che lungo il percorso gli abitanti dai balconi gettavano dei secchi di acqua per rinfrescarci dalla giornata
di calore atmosferico e di calore umano. Come in tutte le cose con la partecipazione e con le lotta è possibile immaginare un mondo migliore.
Il corteo avanzava lentamente, in piazza Rossetti i primi attacchi dalle forze dell’ordine che caricavano indistintamente i manifestanti. Il nostro gruppo resta fermo nel corteo, non abbiamo avuto nessun contatto con le forze dell’ordine. Ma ci arrivavano notizie e arrivavano telefonate da casa per sentire se eravamo coinvolti perché in TV arrivavano le cronache spaventose da Genova.
Anche rientrare fu difficile, non riuscivamo a tornare ai pullman per i blocchi e gli scontri ancora in corso in tutta la città.
E’ stata una grande, drammatica, esperienza, e con passare del tempo la  memoria è sempre viva.

Corrado De Lise