Cara Fenice

Pensieri in volo… dall’oceano e una lettera della redazione di varieventuali ai colleghi della Fenice

Giovedì prossimo sarà la seconda riunione “mancata” della nostra redazione “La Fenice”. La ragione è sicuramente fondata: pericolo di diffusione del coronavirus. Noi “liberi” ora ai “domiciliari” sperimentiamo gli effetti che la restrizione di libertà può avere sulle nostre vite. Penso, cerco di immaginare le vostre percezioni, la vostra ansia per la difficoltà sempre maggiore di comunicare con l’esterno, con i vostri cari.
Voglio credere che le riunioni della “Fenice” continuino, mi piace immaginarvi riuniti ogni giorno a discutere, leggere, scrivere per far sì che le vostre parole possano trasformarsi in un dialogo con il mondo esterno.
Sento le voci degli assistenti chiamarvi per la riunione del giovedì: Angelooooo…. Riccardoooo.. Diegooo .. qualcuno è già in redazione, altri arrivano …. Si comincia a discutere, si parla dell’attualità, delle vite ridotte all’attesa, del crudele trascorrere del tempo, della voglia di comunicare, di far capire a tutti che la sofferenza, il dolore non rieducano.
Poco dopo la nascita della redazione, Roberto costruì un bellissimo veliero e tutti insieme immaginammo di partire, sfidare le onde, le tempeste di un oceano di pregiudizi per arrivare all’isola che … a volte si può scorgere all’orizzonte, a volte “Utopia” si può raggiungere, a volte ci si può almeno avvicinare, è necessario però partire.
Per lo stesso viaggio partì più di 40 anni fa Franco Basaglia e una domenica di marzo del 1973 “Marco Cavallo”, un enorme cavallo azzurro (per ricordare il cavallo che i pazienti dell’ospedale psichiatrico avevano salvato dal macello) uscì dal manicomio di Trieste accompagnato da 600 “matti” e da Franco Basaglia, direttore e psichiatra dell’ospedale che sfondò il cancello di legno della struttura con una panchina di ghisa.
Fu l’inizio di una rivoluzione, di un viaggio che vide come approdo il 13 maggio 1978. L’Utopia raggiunta si chiamava “legge 180”, che aboliva l’istituzione manicomiale.
Lo spirito della redazione è simile, è volontà di viaggiare insieme, di sfidare il mare in tempesta, credere che l’ulteriore isolamento del coronavirus nulla potrà contro la determinazione del veliero e della sua flotta.

Vi allego una lettera che la redazione di varieventuali ha piacere di farvi arrivare.

A presto, Olivia Realis Luc

Cari colleghi redattori della Fenice

Vi scriviamo questa lettera perché i nostri contatti, già prima complicati, sono diventati impossibili, causa le note restrizioni sanitarie. In effetti possiamo scrivere quasi da reclusi a reclusi e, anche se le condizioni sono ovviamente molto diverse, possiamo in qualche modo sentirci più vicini alla vostra condizione.
Dobbiamo condividere forzatamente spazi ristretti, vedere scorrere giorni sempre uguali tanto che fra un lunedì e una domenica non c’è molta differenza, non possiamo fare progetti in quanto non ci è dato sapere quando tutto questo finirà, non possiamo frequentare parenti e amici se non per telefono o chat.
A questo proposito la limitazione che vige in carcere, mezz’ora di telefono alla settimana per comunicare con i familiari, oggi appare nella sua intenzione puramente e inutilmente punitiva. Se pensiamo poi che, come ci ha raccontato uno di voi, in tutto il carcere di Ivrea ci sono solo due linee telefoniche per 300 detenuti e quindi per prendere la linea si debba fare il numero anche 36 volte (senza che ci sia il tasto “ripeti”) ci rendiamo conto che miglioramenti in questo senso non sarebbe certo complicato metterli in atto. Abbiamo letto per esempio che per mitigare la sospensione dei colloqui a Ivrea è stata raddoppiata la possibilità di telefonare e questo forse anche per evitare proteste e rivolte come quelle verificatesi nei giorni scorsi in molte carceri italiane.
Raccontateci questa emergenza sanitaria nella vostra realtà. Quali altri cambiamenti ha portato? Pensiamo ai permessi, a chi accede al lavoro esterno, ai trasferimenti, ai colloqui con gli avvocati.
Speriamo che riusciate a farci avere i vostri scritti, gli articoli sono sempre molto apprezzati anche nell’Italia che “sta a casa”.

la redazione di Varieventuali