Cineclub Ivrea – Il diritto di contare

Martedì 6 marzo: ore 14.50, 17.10, 19.30, 21.50
Mercoledì 7 marzo: ore 15.30, 18.00
ATTENZIONE AGLI ORARI

Titolo originale Hidden Figures / regìa Theodore Melfi / soggetto tratto dal libro Hidden Figures: The Story of the African-American Women Who Helped in the Space Race di Margot Lee Shetterly / sceneggiatura Allison Schroeder, Theodore Melfi / fotografia Mandy Walker / musica Hans Zimmer, Pharrel Williams, Benjamin Wallfisch / montaggio Peter Teschner /scenografia Wynn Thomas / costumi Renée Ehrlich Kalfus / interpreti Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons, Mahershala Ali, Kimberly Quinn, Glen Powell, Aldis Hodge, Olek Krupa, Ken Strunk, Ariana Neal, Saniyya Sidney, Zani Jones Mbayise, Tre Stokes, Selah Kimbro Jones, Karan Kendrick, Corey Mendell Parker, Alkoya Brunson, Ashton Tyler, Lidya Jewett, Donna Biscoe / produzione Donna Gigliotti, Peter Chernin, Jenno Topping, Pharrell Williams, Theodore Melfi, per Chernin Entertainment, Levantine Films / origine USA 2016 / distribuzione 20th Century Fox Italia / durata 2 h e 7’

La storia di Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson, tre brillanti scienziate afro-americane che hanno rivoluzionato gli studi alla NASA e contribuito a una delle più grandi operazioni della Storia: il lancio in orbita dell’astronauta John Glenn. Un team visionario che ha attraversato tutte le barriere professionali, razziali e di genere, ispirando le future generazioni. Nel 2015 Barack Obama ha insignito Katherine Johnson della Medaglia Presidenziale della Libertà, il più alto merito civile negli USA.

Cinema ‘obamiano’: pellicole prodotte durante i due mandati del primo presidente nero Barack Obama, tra il 2009 e 2017, concentrate sui progressi sociali degli afroamericani in Usa. Alcuni esempi: 12 anni schiavo (2013), The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), Selma (2014). Rientra nella categoria Il diritto di contare, storia vera di tre afroamericane degli anni ‘60 impiegate dalla NASA nella cosiddetta corsa allo spazio contro gli agguerriti sovietici. (…) Il senso del film è la condivisione patriottica della sfida spaziale all’URSS in cui i neri scattarono in alto insieme a tutte le altre etnie. Non potrebbe esserci concetto più ‘obamiano’, e distensivo, di questo. Ispirato dalle pagine del libro di Margot Lee Shetterly, il bravo regista Melfi (…) adatta, comprime e drammatizza come è necessario nel grande cinema popolare americano. Ne esce fuori un film compatto, piacevole e concreto nella sua missione. Divine le tre interpreti tra cui spicca la Henson di una Katherine adorabile nel suo zelo leggermente autistico (umilierà, alla lunga, un odioso nerd razzista) affiancata dalla matronale Spencer e dalla vivace Monáe.
(Francesco Alò)

Parla il regista
Questa storia ha luogo quando entrano in collisione la Guerra Fredda, la corsa allo Spazio, le leggi di segregazione Jim Crow negli stati del sud e il nascente movimento per i diritti civili. È un contesto complesso in cui prende forma una storia ricca e straordinaria di cui poche persone sono a conoscenza. Per la NASA, in quel momento storico, i cervelli erano più importanti della razza o del sesso. (…) Volevo che il film esplorasse la parte della storia che non è documentata: come era per tre donne afro-americane lavorare in condizione di segregazione anche quando i loro meriti e successi erano sotto gli occhi di tutti?
(Theodore Melfi)

(…) Hidden Figures, ossia “figure nascoste”, per indicare sia quelle donne che hanno cercato in tutti i modi di uscire dall’oblio che veniva loro imposto a causa del sesso e del colore della pelle, sia le cifre, i numeri matematici che stanno dietro a tutte le loro brillanti scoperte. Il titolo italiano cerca di far risaltare il doppio significato sia di contare inteso come diritto di valere, sia l’abilità di queste donne a sapersi destreggiare tra calcoli e cifre senza discriminazioni.
(Marianna Ninni)