Cineclub Ivrea – La La Land

Martedì 22 maggio 2018 ore 14.45, 17.20, 19.30, 21.40
Mercoledì 23 maggio 2018 ore 15.30, 18.00
Attenzione agli orari

Titolo originale La La Land / regìa Damien Chazelle / soggetto e sceneggiatura Damien Chazelle / fotografia Linus Sandgren / musica Justin Hurwitz / montaggio Tom Cross / scenografia David Wasco / costumi Mary Zophres / interpreti Ryan Gosling, Emma Stone, John Legend, J.K. Simmons, Finn Wittrock, Rosemarie DeWitt, Sonoya Mizuno, Jason Fuchs, Meagen Fay, Olivia Hamilton, Claudine Claudio, Dempsey Pappion, Zoë Hall, Jessica Rothe, Anna Chazelle / produzione Impostor Pictures, Gilbert Films, Marc Platt Productions / origine USA 2016 / distribuzione 01 Distribution / durata 2 h e 7’

Los Angeles. Mia sogna di recitare, ma intanto, mentre passa da un provino all’altro, serve caffè e cappuccini alle star. Sebastian è un musicista jazz che per il momento si guadagna da vivere suonando nei piano bar, ma vorrebbe aprire un locale tutto suo. I due si innamorano, sostengono e ispirano a vicenda e insieme credono ai sogni, ma dovranno vedersela col prezzo del successo.

Basta la prima sequenza (…) a far sì che il fan più esigente del musical si ritrovi subito a casa propria. E si emozioni. Perché negli ultimi vent’anni anche i film musicali di enorme successo (Moulin Rouge!, Mamma mia!) gli raccontavano, in fondo, che il suo genere favorito non c’era più. Con La La Land, invece, un cineasta appena trentenne e alla terza regia, Damien Chazelle, lo fa risorgere in tutto il suo splendore; e senza cadere nella trappola dell’omaggio nostalgico o del calco semantico, ma riproducendo le atmosfere, i colori, lo stile musicale e coreografico dei grandi classici. Come ogni musical che si rispetti, anche quello di Chazelle racconta una storia d’amore incastonata in una ‘success story’: anzi in due. (…) Certo, sono passati molti anni dai capolavori di Stanley Donen e Vincente Minnelli. Quindi non solo la storia è ambientata ai nostri giorni (una scena d’amore, ai tempi, non poteva essere interrotta da un telefonino), ma anche la retorica del sogno da realizzare s’incrina, il successo ha un prezzo e, se mai arriva, si paga con la rinuncia ai desideri più veri. Quel che resta, però, è l’incanto di un mondo sospeso tra il reale e l’onirico, dove l’azione può essere interrotta da un momento all’altro, con la massima naturalezza, da un ‘numero’ di danza e di canto. Chi ricorda l’età d’oro di Hollywood riconoscerà anche le figure narrative proprie del musical classico: come le ‘sequenze a episodi’ che, a intervalli, riassumono le fasi della vita dei due protagonisti. E sono perfettamente in tono con la grande tradizione del genere lo score di Justin Hurwitz, le coreografie di Mandy Moore, la fotografia dalle lunghe inquadrature calcolatissime di Linus Sandgren, il montaggio di Tom Cross. (…) il film sarà citato soprattutto (come divismo impone) per le interpretazioni di Emma Stone e Ryan Gosling. Che vanno benissimo, ma proprio perché Chazelle non ha cercato di trasformarli in ciò che non sono – un nuovo Gene Kelly o una rediviva Cyd Charisse – lasciando ‘respirare’ i loro personaggi, che appaiono credibili e sanno conquistarsi l’empatia dello spettatore. C’è da rilevare anche un rallentamento di ritmo all’inizio della seconda parte; altro difetto veniale che impedisce di etichettare tout-court il film come un capolavoro del suo genere. Definizione alla quale, tuttavia, La La Land si avvicina parecchio.
(Roberto Nepoti)

Il musical? Piace ancora. Anzi, diventa qualcosa di inedito, di glamour, di travolgente. Lo diventa nelle mani del regista Damien Chazelle (…). Protagonisti, due attori che stanno nella lista dei desideri di ogni spettatore, Ryan Gosling e Emma Stone. Ma soprattutto, protagonisti i colori esagerati, da vecchio Technicolor; protagoniste le musiche, dal jazz al pop alle ballate intimiste; protagonisti i balli, in stile Ginger & Fred, con le ghette ai piedi. O le coreografie epocali, immense, come nella sequenza d’apertura. E tante, tante citazioni filmiche (…). La La Land gioca col cinema, con i suoi stereotipi, senza vergognarsi mai. (…) Cose già sentite, certo. Ma Chazelle le dice in modo fiammeggiante, fantasmagorico. Chapeau.
(Luca Vinci)