Cineclub Ivrea – Malala

Martedì 28 marzo 2017 ore 15.00,  17.10,  19.20,  21.30
Mercoledì 29 marzo 2017 ore 15.30,  18.00

titolo originale  He named me Malala  / regìa Davis Guggenheim / soggetto ispirato al libro Io sono Malala di Malala Yousafzai e Christina Lamb / fotografia Erich Roland / musica Thomas Newman / montaggio Greg Finton, Brian Johnson, Brad Fuller / scenografia Alexander Fuller / costumi Yasmine Abraham / con Malala Yousafzai, Ziauddin Yousafzai, Toor Pekai Yousafzai, Khushal Yousafzai, Atal Yousafzai / produzione Image Nation Cayman Holdings, Participant Media, Twentieth Century Fox Film Corporation / origine USA 2015 / distribuzione 20th Century Fox / durata 1 h e 27’

scheda filmografica 24

documentario

La vicenda di Malala Yousafzai ha commosso il mondo intero. Aveva appena 15 anni quando nel 2012 fu vittima dei talebani della Valle dello Swat che le spararono tre colpi di pistola alla testa mentre tornava a casa da scuola. La sua colpa: aver manifestato pubblicamente fin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Il suo impegno in difesa della cultura e dell’educazione delle donne ne ha fatto, nel 2014, la più giovane vincitrice di sempre del Premio Nobel per la pace.

Anche se il suo nome, Malala, ha origini nella leggenda – quella di Malalai di Maiwand, guerriera e poetessa pashtun del XIX secolo che fu uccisa per aver parlato liberamente -, la sua vita non è affatto una fiaba. (…) Il film Malala (…) diretto dal celebre documentarista Davis Guggenheim, è il ritratto intimo di questa ragazzina pachistana vissuta nel distretto di Swat e che, per la follia del regime talebano di cui è stata bersaglio e vittima, è divenuta un simbolo di giustizia e libertà. (…) Il film cerca di riportare questo personaggio, sottoposto a una fortissima pressione mediatica, alla sua dimensione umana e familiare, dominata dalla premurosa presenza del padre Ziauddin (…). Il film, che è soprattutto la voce di Malala, i suoi ricordi – che prendono forma con l’aiuto di una delicata animazione -, le sue confessioni e aspirazioni, è costruito attorno ad una giornata quotidiana: il rapporto piuttosto turbolento con i due fratellini, i compiti con le amiche, i voti a scuola, guardare i Minions sul tablet, pensare a quando incontrerà il primo ragazzo e se ne innamorerà. (…) Gugghenheim capovolge la prospettiva della distruzione credendo nella capacità del suo film di costruire (…).
(Luca Pellegrini)

«Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo», dice Malala. Parole semplici, proprio come le azioni che suggerisce di fare. Una rivoluzione pacifica, interiore, che in parte la identifica con l’eroina di cui porta il nome.
(…) Un film privo di falsi moralismi, che sa far rabbrividire, riflettere e spingere ogni essere umano a raschiare sempre e comunque i meandri della propria essenza, cercando di far fruttare ciò che c’è di buono; la storia di una piccola grande donna che, servendosi unicamente della sua voce, è riuscita a scuotere le coscienze dormienti del mondo intero.
In Malala si concretizza la bellezza e la filosofia più profonda del Cogito ergo sum, la meraviglia di scandagliare la realtà in onore di un’idea giusta capace di non rintanarsi nel recinto dell’ego, bensì di farsi portavoce dei diritti dei più deboli. Come dice la stessa Premio Nobel: «Racconto la mia storia non perché è unica ma perché non lo è».
(Teresa Monaco)