Coltivare o meno su terreni soggetti ad esproprio?

Le proprietà nella zona del Crist non sono ancora state intaccate, ma coloro che posseggono appezzamenti da coltivare hanno dovuto affrontare non solo l’incertezza sul da farsi, ma anche l’abbandono istituzionale

coltivazioneAlla fine gli agricoltori della zona del Crist hanno firmato. Esasperati dall’incertezza nella quale sono stati abbandonati dalle istituzioni hanno deciso di porre la firma ad una lettera indirizzata al responsabile del procedimento di autorizzazione unica per la centrale del Crist Ing.Vincenzo Latagliata. Le parole da loro scelte sono più che eloquenti: «Noi proprietari e affittuari di terreni sottoposti alla procedura di esproprio per il progetto di centrale idroelettrica Idropadana abbiamo già evidenziato nelle osservazioni spedite alla Città Metropolitana il danno economicoche per noi tali espropri comporterebbero. Vogliamo evidenziare lo stato d’incertezza in cui oggi citroviamo: la procedura di esproprio non si è conclusa e noi non sappiamo se possiamo procedere alla semina dei terreni. È una situazione paradossale, abbiamo una grande necessità dei terreni per poter continuare l’attività economica e non possiamo permetterci di perdere un anno di produzione; pertanto provvederemo alla semina se non riceveremo comunicazioni precise e chiare».
Gli agricoltori sono stati bellamente lasciati di fronte ad una scelta perversa: avrebbero potuto decidere di non coltivare, andando così incontro ad una sicura perdita economica della quale, come sopra evidenziato, non avrebbero potuto fare a meno, oppure avrebbero potuto decidere di coltivare a loro rischio e pericolo, pur consci dello spettro d’esproprio che pende sulle loro proprietà terriere. Tutto questo a causa dell’assoluto silenzio da loro denunciato in merito alla questione. E nel caso in cui i lavori dovessero partire, qualcuno li risarcirà mai delle sementi piantate?
Gli agricoltori, inoltre, nella lettera sottolineano ultieriormente la forte preoccupazione in merito alla scarsità della risorsa acqua, evidenziando come la costruzione di un canale di adduzione alla centrale ne impedirebbe l’accesso alla Dora.
Infine, al fondo della lettera, le ultime parole: «Su questi temi abbiamo trovato poco ascolto presso le amministrazioni, ci auguriamo di trovare un maggiore ascolto presso la Sua amministrazione [riferito a Latagliata, ndr.]». Forse i Comuni avrebbero dovuto seguire più da vicino la vicenda, consigliando e suggerendo il da farsi.
Se c’è qualcuno in ascolto batta un colpo, che di fronte a questi problemi c’è bisogno di risposte.

Andrea Bertolino | 30/03/2016