Coltivare relazioni: il progetto “badante agricolo di comunità” si racconta

Giunge alla conclusione, dopo quasi un anno di lavoro, il progetto Badante agricolo di Comunità: sabato 20 novembre alle ore 16 allo ZAC! di Ivrea, i protagonisti del progetto avranno il piacere di raccontare alla cittadinanza i risultati di questa esperienza innovativa di agricoltura sociale, integrazione e contaminazione culturale.

Il progetto Badante agricolo di Comunità è stato realizzato dalle associazioni Ecoredia e Se.Mi, grazie a un contributo del Global Found for Community Foundations alla Fondazione di Comunità del Canavese, con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei giovani migranti richiedenti asilo, mettendo in comunicazione il loro bisogno di trovare un ruolo attivo nella comunità di adozione e il bisogno delle persone anziane residenti sul territorio di essere aiutate nella gestione del proprio orto o giardino. Un progetto di incontro intergenerazionale, tra due mondi e due culture.
Nei primi mesi dell’anno 16 giovani migranti hanno potuto beneficiare di un percorso di formazione in orticultura naturale, presso l’Orto della Palude nel Parco del Lago di Città di Ivrea e presso l’Orto-giardino sociale di Castellamonte. Da maggio i ragazzi più motivati e preparati sono stati accompagnati ad incontrare le famiglie che hanno richiesto un aiuto per la gestione del proprio orto, e per tutta l’estate hanno lavorato come “badanti agricoli”, affiancati da tutor delle associazioni. Il pagamento dei ragazzi nei primi mesi è stato sostenuto dal progetto stesso, ma le famiglie si sono impegnate a proseguire la collaborazione per il futuro, assumendosi in prima persona l’onere della retribuzione dei propri “badanti”.
Se il risultato immediato del progetto è stato quindi quello di offrire una piccola opportunità di occupazione regolare per i giovani migranti selezionati, l’esito più importante è sicuramente stato quello di permettere la conoscenza reciproca, lo scambio generazionale e culturale, e di creare per i ragazzi una rete di legami e di relazioni che potrà dimostrarsi importantissima per la loro integrazione nella comunità. Il calore delle relazioni, che in qualche caso è già diventata amicizia, emergerà dalle voci dei protagonisti, famiglie e giovani migranti, che sabato racconteranno l’esperienza vissuta, insieme ai volontari delle associazioni. L’evento si concluderà con un saluto di Antonella Enrietto, presidente di Fondazione di Comunità del Canavese e con un piccolo rinfresco.