Comune di Ivrea: il mesto passaggio in Consiglio del Documento di Programmazione 2021-2023

Senza visione e senza reale discussione DUP e bilancio che accompagneranno la fine del mandato dell’amministrazione Sertoli

Se, come vorrebbe la normativa che lo ha istituito, Documento Unico di Programmazione (DUP) contiene la visione complessiva dell’amministrazione espressa attraverso le “politiche” e i progetti, allora, scorrendo il DUP 2021-2023 del Comune di Ivrea, la “visione” dell’amministrazione eporediese risulta francamente piuttosto povera e confusa.
Presentati al Consiglio Comunale di mercoledì scorso (una videoriunione monstre iniziata nel primo pomeriggio e protrattasi fino alle tre di notte) il DUP e il connesso bilancio di previsione 2021-2023 sono arrivati in “discussione” (ma sarebbe più giusto dire in votazione) nelle ultime ore notturne. Discussione tra virgolette perché particolarmente scarna per un passaggio amministrativo e politico locale, tanto più quest’anno in cui il DUP guarda alla conclusione del mandato dell’amministrazione comunale insediatasi a Ivrea nel 2018.
Un passaggio che rappresenta l’occasione annuale per confrontarsi sull’idea di città che si vuole perseguire e su come realizzarla, si è così ridotto, nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, a una stanca votazione degli emendamenti proposti dai consiglieri Perinetti e Benedino del PD e di due “emendamenti tecnici” proposti dalla stessa Giunta Comunale.
E non solo per la stanchezza di una riunione fuori misura. E neppure per la consueta pedante presentazione dell’assessora Piccoli (la cui incontinenza verbale sta facendo scuola e viene via via emulata dall’assessora Casali). E’ proprio il DUP a non fornire alcuna visione della città, limitandosi a una ripetizione dei temi in discussione da tempo nella città, peraltro annegata in pagine di esposizione di procedure e disposizioni normative, con una «decisione storica per quel che concerne la Fondazione Guelpa»: di «investire le risorse per la realizzazione della nuova biblioteca intesa in chiave moderna come hub culturale (…) nonché per la demolizione dell’immobile “ex Cena”».
Per il resto, a parte qualche svarione da “copia e incolla” (il più vistoso, a pagina 68, a proposito del “Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi” si legge che «il rinnovo delle cariche biennali avverrà a settembre 2018») e diversi passaggi incomprensibili (a pagina 13, ad esempio, come “strategia del governo” viene indicata «l’azione di riforma fiscale in attuazione progressiva di un sistema di “flat tax” come componente importante di un modello di crescita più bilanciato»), il DUP 2021-2023 dell’amministrazione Sertoli, a quasi tre anni dall’insediamento, annuncia in premessa che «dopo la prima fase di conoscenza e assestamento, si entra a pieno titolo nella fase di programmazione».
Ovviamente, ancora in premessa si legge che «Il riconoscimento di sito Patrimonio Mondiale ottenuto nel 2018 è divenuto un importante volano per la città», ma a tre anni da tale riconoscimento, né il «Visitor’s Centre» (sic!) è stato allestito (lo sarà a giugno, assicura per l’ennesima volta in Consiglio l’assessore Cafarelli), né tanto meno l’ente gestore è stato definito.
Dopo un’introduzione che è la ristampa di quella del programma elettorale del 2018 e reitera «l’ambizione di guidare un processo di trasformazione culturale di cui la Città di Ivrea ed il territorio circostante più allargato hanno urgente bisogno», il DUP si sviluppa poi in varie Sezioni. E nelle oltre cento pagine si trova di tutto: dal «quadro normativo di riferimento» europeo e nazionale (che risulta però datato e certamente pre-pandemia) alle condizioni locali, dalle opere pubbliche in corso alle politiche tariffarie e tributarie, dalla gestione del patrimonio comunale al finanziamento del bilancio, dalla pianificazione territoriale allo sviluppo economico della città, dalla valorizzazione dei beni e attività culturali alla tutela dell’ambiente, senza tralasciare enti partecipati, istruzione, trasporti, sociale, giovani, sport, turismo, lavoro, agricoltura e pesca.

Insomma, di tutto e di più. Con qualche “infortunio” qua e là. Come l’assenza, in un documento tanto onnicomprensivo, di una qualsiasi parola sul Teatro Giacosa e di uno stanziamento in bilancio per il nuovo Piano Regolatore (nonostante la dichiarata prosecuzione del «percorso appena avviato dalla precedente amministrazione con l’intento di adeguare il Piano Regolatore»). Mentre non manca il peana per ICO VALLEY (la supercazzola della senatrice Tiraboschi) «un progetto di assoluto rilievo che la nostra Amministrazione ha deciso di sostenere e promuovere» e almeno un incarico al Consorzio per gli Insediamenti Produttivi di Alberta Pasquero per «una attenta ricognizione del patrimonio comunale e una riorganizzazione dei dati conoscitivi».
Il consigliere Perinetti, nella sua dichiarazione di voto, ha definito il DUP «brutto e scritto fuori dal Comune». Brutto o bello è un giudizio e, come tale, opinabile, ma nessuna smentita su dove sia stato scritto si è sentita in Consiglio. E, visto il risultato, qualche dubbio sulla qualità delle consulenze eventualmente utilizzate sorge spontaneo.

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