Comunicato ANPI. Celebrazione per la “Vittoria”

Anche quest’anno ritorna, il IV novembre, la “celebrazione della Vittoria”. Così venne definita, con una insopportabile retorica, la fine di una guerra spaventosa, un massacro che vide più di dieci milioni di morti, e che pose le premesse per la seconda guerra mondiale, con i suoi quasi cento milioni di caduti.
Una guerra, quella del 1914-18 (l’Italia entrò nel conflitto un anno dopo), che pose fine ad un periodo di pace e sviluppo, voluta dalle spinte concentriche di nazionalismi, imperialismi, corsa al riarmo, colonialismo.
Nuove armi come la mitragliatrice, i cannoni a lunga gittata, lo sviluppo dell’aeronautica, navi e sottomarini crearono nuove situazioni che i generali non erano preparati ad affrontare. Iniziò il calvario delle trincee, nel fango, fra morti e topi.
Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie” scriveva Ungaretti, ed ancora: “Un’intera nottata / buttato vicino / a un compagno / massacrato / con la sua bocca / digrignata / volta al plenilunio…
La famosa “Vittoria” fu assai modesta, in confronto ai morti, alle sofferenze, alla miseria delle officine vuote e dei campi incolti che attendevano i superstiti (fra loro tantissimi mutilati). Lo scontento per le promesse mancate da parte di uno Stato indifferente fu la scintilla da cui nacque il fascismo.
Eppure, dopo cent’anni, si continua a festeggiare con pompose parate e scintillii di sciabole e medaglie. Da pochi anni compaiono, durante tali giornate, i richiami alla pace e il rispetto per i poveri soldati che morirono senza sapere il perché, ma è bastato il vento nero di destra per ritornare all’esaltazione di quella carneficina che non fu, è bene ricordarlo, un mezzo di coesione nazionale. Per questo sarebbero state sufficienti scuole e maggior giustizia sociale.
L’Anpi è invitata, per sabato 2 [dalle 10,15 al Cimitero alle 11,30-12 al Monumento di C.so Cavour], alle celebrazioni del IV Novembre in quanto “Associazione d’Arma”, e ciò è un minimo, parziale riconoscimento ai Combattenti Partigiani. L’Anpi sarà presente ricordando con sincera commozione quei milioni di soldati che morirono nel fango delle trincee e negli assalti insensati, ed il ricordo andrà a tutti coloro che persero la vita anche nella seconda guerra mondiale combattendo contro fascismo e nazismo, per la libertà.
Ci saremo, quindi, anche quest’anno, con rispetto, in silenzio, semplicemente con i nostri foulard, senza bandiere, e quando l’ultimo discorso si sarà spento, sosteremo solitari a riflettere di fonte al monumento dei Caduti, che rappresenta non l’esaltazione della “Vittoria”, bensì un severo monito all’insensatezza e inumanità di ogni guerra. Ricorderemo i conflitti di oggi, sempre più numerosi, e ribadiremo ancora una volta il nostro “No”. Saremo soli? Crediamo di no, ma se anche fosse non importa, perché sappiamo che tanti Cittadini ( ci ostiniamo a pensare che siano la maggioranza) “ripudiano la guerra” [articolo 11 della Costituzione].

Lunedì 4 novembre troviamoci alla sede dell’ANPI alle 20.30 (via Dora Baltea, 1)

Nel giorno dedicato alla retorica della “Vittoria” del IV novembre 1918, daremo voce al rifiuto delle guerre con la proiezione del video “Maledetta guerra”, cui seguiranno le voci di tutti i Cittadini ed Associazioni che vorranno riunirsi a portare le loro riflessioni e dare un contributo corale ribadendo il “No” a tutti i conflitti. Ribalteremo il significato retorico del giorno della “Vittoria” ridando dignità a tutti i Caduti che sognavano soltanto la Pace.  Seguirà un brindisi “alla pace” fra amici che si ritrovano su idee condivise.

ANPI Sezione di Ivrea e Basso Canavese

La delegazione dell’ANPI alla celebrazione ufficiale del IV novembre

La condivisione del MIR di Ivrea

Il MIR di Ivrea condivide il presente comunicato dell’ANPI e invita tutti a partecipare alla serata del 4 novembre nella sede dell’ANPI, per ribadire quanto è stato detto l’anno scorso, in occasione del centesimo anniversario della fine della prima Guerra Mondiale, con le iniziative in Canavese, alle quali avevamo dato il titolo “MAI PIÙ CADUTI, MAI PIÙ GUERRE”.