Consiglio comunale: Sertoli e la sua maggioranza hanno i nervi a fior di pelle

Sertoli “riesuma” Gillardi e abbandona le sue promesse di “discontinuità” sul Carnevale, Casali se la prende con i giornali e con il PD sulla questione biblioteca e per poco Piccoli non abbandona il consiglio comunale, accusando il presidente Borla di non saper vigilare sui comportamenti da tenere in aula

A poco più di un anno di distanza dalle prossime amministrative la maggioranza guidata dal sindaco Sertoli comincia a mostrare segni di cedimento e i malcelati tentativi di affrontare le difficoltà in maniera più o meno composta hanno lasciato spazio ad atteggiamenti agitati e improvvisati. Con la Lega che, sul piano nazionale, perde consensi ogni giorno che passa a favore di Fratelli d’Italia e con la probabile consapevolezza di non essere stati in grado di lasciare un segno tangibile, è lecito pensare che i malumori da tempo presenti nella maggioranza eporediese siano destinati a crescere ogni giorno di più. Se a questa fotografia aggiungiamo, inoltre, la “competizione” in atto tra l’assessora Casali (in quota Lega e che non perde occasione per mettersi in mostra) e l’assessora Piccoli (iscritta a Forza Italia nel mese di luglio) in vista della tornata elettorale, l’insieme di tutti questi elementi aiuta a far luce sui reali motivi per cui un paio di “innocue” interpellanze discusse durante il consiglio comunale di lunedì 25 ottobre hanno messo in difficoltà la maggioranza.

Biblioteca: Casali infastidita dai giornali e dal PD, risponde senza rispondere

«Ho trovato fuori luogo gli articoli apparsi sui giornali sulla biblioteca e trovo che mettano in cattiva luce Ivrea e la sua candidatura a Capitale del Libro. Nutro poi un profondo rammarico non tanto per l’interpellanza presentata da Comotto, che ho sempre ritenuto coerente con le sue battaglie, quanto per quella presentata dal PD che ha governato in maniera disastrosa e lasciato la biblioteca in condizioni pessime». È tangibile il fastidio e il risentimento che l’assessora lascia trapelare mentre legge “l’arringa” preparata ad arte per svincolarsi dalle domande dei consiglieri che chiedevano per quale motivo la biblioteca d’Ivrea fosse stata una delle ultime a riaprire sul territorio. «Comprendo il fastidio» ha incalzato il consigliere Benedino, «ma le lamentele ci sono arrivate dai cittadini e mi stupisce la coincidenza con la quale la biblioteca è stata riaperta, appena pochi giorni dopo aver depositato le nostre interpellanze». Di coincidenza l’assessora non ne ha voluto sentire ragione, sostenendo che tutto fosse già programmato e ha poi accennato non solo alla «decisione epocale» di aver accantonato 5 milioni con la Guelpa per la biblioteca, di cui 1 milione e 700 mila già stanziati per la demolizione dell’ex Cena, ma ha altresì elencato i bandi vinti per migliorare il servizio e illustrato il cronoprogramma per arrivare a produrre il Certificato Prevenzione Incendi. Meriti che, tuttavia, hanno eluso la domanda di partenza: perché al 22 ottobre la biblioteca era ancora “semi chiusa”? «La biblioteca si è trovata con un dipendente vulnerabile, una in maternità e un terzo trasferito in altri uffici comunali» ha infine dichiarato l’assessora, rendendo manifesto ciò che era facile immaginare, ovvero che la carenza di personale potesse essere tra le ragioni di questa “anomala, prolungata chiusura”.

Fondazione Carnevale: Sertoli ripiega su Gillardi, l’“usato sicuro”

Non sono mancati malumori nemmeno durante l’interpellanza presentata dal Partito Democratico sulla nomina del Presidente e del cda della Fondazione Carnevale d’Ivrea. Nel mese di giugno, al termine di un mandato a dir poco burrascoso e conflittuale con le componenti del carnevale da parte del presidente uscente Piero Gillardi, era stato indetto un bando al quale si erano candidati in tre: lo stesso Gillardi, il vicepresidente della Fagiolata del Castellazzo Franco Rosso e Roberto Binaghi, manager, esperto di marketing, comunicazione e nuovi media. Su Rosso la Lega aveva posto il veto (considerato troppo schierato politicamente a sinistra) e il “dietro front” di Binaghi aveva portato il sindaco a rinominare l’uscente Gillardi. In aula Sertoli si è così espresso: «so cosa state pensando: avevo detto che quest’amministrazione voleva provare a dare una “svolta” alla “politica del carnevale”, ma questo è lo stesso consiglio d’amministrazione che era già in carica. Penso che in un momento di difficoltà generale come quello che stiamo vivendo la continuità serva». Pronta la risposta del consigliere Perinetti: «questa è una replica di quello che abbiamo già visto, e tanti saluti ai buoni propositi di “discontinuità”. Suona un po’ come una presa in giro e, aggiungo, non c’è mai stata così tanta politica intorno alla Fondazione come in questo periodo». Sentendosi messo all’angolo, Sertoli non ha potuto rispondere in altro modo se non virando in maniera maldestra sulle accuse personali, un rifugio sempreverde per quei politici a corto di argomenti: «pretendo delle scuse dal consigliere Perinetti, perché non prendo in giro nessuno e chiedo rispetto».

L’assessora Piccoli, spazientita, minaccia di lasciare l’aula: «non ci sto più, per me la variazione può anche non passare»

Uno degli ultimi momenti salienti di questo consiglio comunale ha infine riguardato l’assessora Piccoli durante la discussione sulla variazione di bilancio, sul mutuo da 650mila euro per sistemare l’impianto sportivo di San Giovanni e sulla gara di concessione del servizio di distribuzione del gas naturale. Spazientita dall’assenza irrispettosa dei suoi stessi consiglieri di maggioranza (in alcuni momenti si è rischiato di non avere il numero legale in aula) nonché dai consiglieri di minoranza pizzicati a discutere durante la sua esposizione, l’assessora Piccoli ha “sbottato”, prendendosela con il presidente Borla per non aver saputo “tenere” l’aula: «adesso basta, non ne posso più: o si ritorna ad essere un consiglio serio oppure me ne vado. Per me la variazione può anche non passare».

Consiglieri di maggioranza assenti mentre l’assessora parla, animi tesi e in difficoltà, nonché incomprensioni non chiarite prima del consiglio per evitare figuracce (come nel caso di Malpede che più volte, durante le interpellanze, ha cercato di prendere parola salvo essere “sgridato” e fermato da Borla in quanto il regolamento non lo permette) restituiscono l’immagine di una maggioranza sotto pressione, quasi sempre costretta a difendersi e a correre ai ripari alla “bell’e meglio”. Di qui al 2023 tutto può ancora succedere, ma la sinergia che i consiglieri di minoranza hanno messo in atto da tempo per cercare di collaborare nella maniera più corale possibile (presentando interpellanze o mozioni congiuntamente) incalzando Sertoli e la sua maggioranza sta colpendo nel segno. Una conferma di ciò può essere letta osservando il tentativo di divide et impera che l’assessora Casali ha messo in scena sulla questione biblioteca lusingando il consigliere Comotto (nonostante chiedesse spiegazioni analoghe a quelle del PD) nel tentativo di creare spaccature. Alla minoranza spetta il compito di non cadere in “trappola” e proseguire su questo lungo cammino di confronto, nel rispetto delle diversità politiche.

Andrea Bertolino