Decreti Minniti-Orlando: respingiamo la discriminazione

Restiamo umani. Diamo un futuro diverso al nostro paese e all’Europa

La rete delle “Città in comune” ha indetto per domani, 8 aprile una giornata di mobilitazione nazionale contro i decreti Minniti-Orlando su immigrazione e sicurezza urbana, per dare “una risposta dal basso contro la barbarie securitaria, che fomenta la guerra fra poveri”. Alcune delle città che hanno aderito: Cosenza, Pescara, Como, Roma, Bologna, Ancona, Pisa, Grosseto, Ravenna, Firenze, Perugia, Savona, Trento, Aosta, Pistoia, Mondovì, Milano, Catania, Massa.
Scrive la Rete delle Città in comune nel suo comunicato “siamo consiglieri comunali e sindaci di realtà piccole e grandi del nostro paese, esponenti di associazioni, movimenti, singoli cittadini – vediamo in questi atti una preoccupante deriva autoritaria che – per inseguire le posizioni più barbare e retrive di natura securitaria – vuole “espellere” dalla società i cosiddetti diversi, siano essi migranti o soggetti già socialmente deboli.” Il decreto sui migranti determinerà diritto speciale, detenzione prolungata, rimpatrio forzato per i migranti, costringerà le persone a vivere nell’ombra e a non potersi costruire un futuro. Oltre a mettere a rischio la vita di chi sarà deportato, queste norme non faranno altro che aumentare proprio quelle paure che dicono di voler vincere. Quello sulla “sicurezza urbana” è un decreto che investirà risorse in retate fra chi lavora in nero, sgomberi di case occupate, allontanamenti per le persone il cui stile di vita è considerato deviante. Si vuole combattere i poveri e non le cause della povertà.
Gli amministratori locali che aderiscono alla rete hanno già presentato o stanno presentando nei propri consigli comunali un ordine del giorno contro i decreti Minniti–Orlando dove si chiede che le città avanzino con forza la richiesta del ritiro degli stessi, dichiarandosi pronte a ricorrere in tutte le sedi e a “disobbedire” alla loro applicazione.

Ivrea si metterà in rete?

Ivrea è città accogliente da sempre, possiamo sperare che a partire dalla maggioranza PD, da chi guida la città, vi sia un pronunciamento unanime di condanna di questi ignobili decreti che portano la firma dei loro ministri degli Interni Marco Minniti e della Giustizia Andrea Orlando (quest’ultimo candidato segretario nazionale per la sinistra del PD)? L’auspicio è che i democratici eporediesi seguano l’esempio dei loro senatori Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani del Senato, e Walter Tocci che hanno votato contro i decreti, con una motivazione forte: “si configura per gli stranieri una giustizia minore e un ‘diritto diseguale’, se non una sorta di ‘diritto etnico.“. Aspettiamo una reazione da chi amministra la città, ma starà anche a noi cittadine e cittadini farci sentire e sollecitare, anche negli altri comuni dell’eporediese, una presa di posizione contraria allo stato discriminatorio che si sta mettendo in atto a colpi di decreti, senza nemmeno dibattito parlamentare.

La preoccupazione di giuristi e avvocati

Voci di forte dissenso e preoccupazione arrivano anche da giuristi e avvocati difensori dei richiedenti asilo, siamo di fronte a un “diritto processuale civile speciale” basato sulla nazionalità. Lorenzo Trucco, presidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), ha dichiarato “Ci sono tanti modi per costruire muri: con il calcestruzzo o con le norme” traducendo perfettamente i decreti Minniti-Orlando. “I migranti non avranno gli stessi diritti degli altri e tutto ciò sarà codificato con un approccio insopportabilmente discriminatorio”, limitando “in maniera netta e precisa il diritto all’asilo“.

I punti più controversi

Limitazione del diritto di asilo: vi sono direttive complicate che discriminano a seconda del paese di origine e di quello di transito, sanzioni per chi si sposta in altri paesi dell’Unione europea per cercare di ottenere asilo in altri Paesi.
Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr) in ogni regione: la costituzione dei Cpr spazza via la battaglia che ha portato alla chiusura di molti Cie (Centri di identificazione ed espulsione), di fatto i Cpr saranno centri di detenzione.
Nessun appello per i migranti: cancellato l’appello nel caso la domanda di asilo non venga accolta, si cancella di fatto un diritto sancito dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali.”Questo è un fatto clamoroso: basti pensare che una multa per divieto di sosta prevede tre gradi di giudizio. Viene codificato il fatto che alcune persone, per diversi motivi, non hanno diritto ad un vero e proprio accesso alla giustizia.“, afferma Trucco e continua “Tutti i giuristi sono preoccupati perché quando si smantella un pezzo, cade anche il resto. Spesso la normativa sugli stranieri ha indicato strade pericolose.

Restiamo umani. Rifiutiamo le leggi speciali

La Rete delle Città in comune, i giuristi, le associazioni che seguono il tema migranti, stanno facendo appelli, petizioni. Ci avvisa Trucco, “Purtroppo il decreto dal punto di vista giuridico è quasi inemendabile. Faremo una serie di questioni di costituzionalità perché ci sono aspetti illegittimi. Ma è una strada lunga, complicata. Ci vuole una risposta politica ma il panorama è scuro. L’unica speranza sono le forti spinte dal basso, la presa di coscienza dei cittadini.”
Allora prendiamo coscienza! Restiamo umani.

a cura di Cadigia Perini