Esami di stato e pendolarismo

Ivrea-Pinerolo: fermi alla stazione

Perché poi uno, nella domanda d’esami – obbligatoria per i prof delle superiori – dovrebbe inserire proprio una città così scomoda?

E’ che a volte sono proprio i numeri a fregarti: considera che Pinerolo è sufficientemente lontana da Ivrea perché la diaria sia più cospicua del solito rimborso spese. Aggiungi poi che il fantastico Servizio Ferroviario Metropolitano facilita la vita al pendolare: trovata un’anima buona disposta ad alzarsi anch’essa alle cinque per accompagnare a Chivasso per le sei e mezza il gruppetto di prof insonnolite, non c’è che salire in carrozza. Venti minuti prima delle fatidiche otto – a chiacchiere il tempo vola – si arriva dritti dritti in stazione, correndo un po’ ci scappa pure il caffè.
Il ritorno è una passeggiata, c’è un treno più o meno ogni mezz’ora (e a Chivasso il solito passaggio fino a Ivrea). Si può perfino scegliere la stazione più gradevole: Pinerolo Olimpica o Centrale, praticamente una appiccicata all’altra, tanto per ricordare quotidianamente gli sprechi delle olimpiadi.

Detto fatto: un piccolo investimento per l’abbonamento mensile e si può partire.

Il primo giorno fila tutto meravigliosamente liscio, solo dieci minuti di ritardo, addio caffè ma che sarà mai.
Secondo giorno. Il treno si blocca a Torino Lingotto per un brutto affare: un uomo – pare, mormora qualcuno ma nulla di ufficiale – s’è buttato sui binari. Perciò fermi, scendere, aspettare. Quanto? Non è dato saperlo. Con quale alternativa? Nessuna, pare, almeno nessuna che sia nota. Colletta per il taxi: non è che l’esame possa aspettare i pendolari (poveri e sfigati).
Il terzo giorno mezz’ora in più perché – si narra – l’addetto al passaggio a livello è rimasto impigliato alla sbarra. Sarà vero? E’ possibile? Boh, per fortuna oggi la terza prova può aspettare, ormai presidente, commissari e studenti, supportati da buon carattere, sono armati di comprensione.

Il giorno successivo un’ora di ritardo senza apparente motivo, ma tanto oggi si corregge, e pazienza.

Finalmente è sabato, la tangenziale si libera e l’anima buona fa da taxista: si dorme mezz’ora in più e all’arrivo ci si concede un vero cappuccino.

I problemi ricompaiono con l’inizio degli orali. Tutti fermi a Piscina (la fermata precedente Pinerolo), scendere e aspettare. Perché? E chi lo sa. Fino a quando? Finché arriva il treno successivo, bellezza, quello della mezz’ora in più di sonno. Taxi? A Piscina, scherzi?
E’ sempre in un istante preciso che partono i cellulari: pronto, presidente? arrivo appena possibile. Pronto, Vilma? di’ alla commissione che siamo bloccati. Ehi, indovina, siamo di nuovo a terra…

Loro – presidente, colleghi – sempre deliziosi, non un mugugno esce dalle bocche di chi forse ha già sperimentato l’abbandono delle istituzioni. Fantastici perfino i ragazzi, uno dei quali si offre per aspettare davanti alla stazione e iniziare i prof all’arte della scorciatoia pinerolese.

La conclusione di questa storia è una bandiera bianca, una resa senza condizioni. Vale a dire alberghetto (bellino, pulito, economico poiché molto molto vuoto, altro cadeau olimpionico).

Ci si muove una domenica sera, automobile con biciclette annesse.

E con quelle è liberatorio pedalare la mattina presto per le strade della deliziosa Pinerolo, direzione scuola con il vento tra i capelli, belli freschi e riposati.

Resta il rammarico di quell’abbonamento. E resta pure un po’ di rimpianto, perché spostarsi in treno, un tempo, non era solo pratico: era anche bellissimo.

*In tutta Italia ci sono 235,9 Km di metropolitane, distribuiti in 14 aree urbane. Meno che nella sola Madrid (291,5) o a Londra (464,2), più o meno gli stessi di Parigi (219,5). La rete italiana di ferrovie suburbane è di 672 km, in Germania di 2.038,2, In Spagna 1.432, nel Regno Unito 1.694 chilometri.
Negli ultimi sette anni sono stati chiusi oltre 1.120 chilometri di linee ferroviarie regionali: il successo dei Frecciarossa da una parte e i tagli a intercity e treni regionali dall’altra.

i.s.