Ivrea
La settima edizione della rassegna “Gli Accordi Rivelati” si concluderà domenica 2 aprile, al Teatro Giacosa, con il sesto e ultimo concerto stagionale, che vedrà protagonista l’Amatis Trio.
L’ensemble è fra i più attivi, per quanto concerne la nuova generazione: ha suonato in tutti i continenti, collezionando oltre 40 stati nel suo curriculum. A Ivrea il trio proporrà il “Trio l’Arciduca” di Beethoven (composizione dedicata a Rodolfo d’Asburgo, mecenate del compositore e cugino dell’Imperatore) e il “Trio in Sol minore” di George Enescu, compositore rumeno che, oltre a prodigarsi come musicista e compositore d’eccezione, fu un leggendario didatta del violino con allievi quali Yehudi Menuhin e Uto Ughi.
La guida all’ascolto inizia alle ore 19.00, seguirà l’apericena a cura dell’Aquila Nera ed infine concerto ore 20.30.
IL CONCERTO
Ludwig van Beethoven non ottenne mai una posizione ufficiale a corte, per cui la sua carriera
dipendeva dalla generosità degli aristocratici viennesi amanti della musica; tra i benefattori di
Beethoven c’era l’arciduca Rodolfo d’Asburgo, fratello minore dell’imperatore, al quale è dedicata la
composizione Trio che aprirà il concerto di domenica 2 aprile. Il “Trio in Si bemolle maggiore op. 97
Arciduca”, venne composto nel mese di marzo 1811 e la sua esecuzione nel maggio 1814 rappresenta
l’ultima apparizione pubblica di Beethoven come pianista in quanto, in seguito, sarà impedito dalla
sordità.
A seguire, il “Trio in Sol minore” di George Enescu: figlio di un agricoltore e della figlia di un pope,
George nacque in un villaggio nel nord-est dell’attuale Moldavia romena, non lontano dall’antica
capitale del Principato di Moldavia; ad una festa del paese il piccolo George, affascinato, ammira i
musicisti di strada: è la prima volta che sente suonare musica e ne è completamente rapito. Tornato a
casa si costruì il suo primo violino tirando una corda su un’assicella. Il suo talento gli valse
eccezionalmente l’ammissione al Conservatorio di Vienna a soli sette anni. Passò poi al Conservatorio
di Parigi e proprio agli anni di formazione in Francia risale il “Trio per pianoforte in Sol minore”, che
mostra influenze provenienti da Schumann e Brahms