Banchette
Io sono uno
Omaggio a Luigi Tenco a 50 anni dalla scomparsa
di Renzo Sicco, regia di Renzo Sicco
con Edoardo Cerea voce, armonica e chitarra
Davide Cignatta chitarre
Elisa Aragno flauto,
Salvatore Chillemi fisarmonica
Gisella Bein voce recitante
Assemblea teatro
“Io sono uno che parla troppo poco, questo è vero,
ma nel mondo c’è già tanta gente che parla, parla, parla sempre,
che pretende di farsi sentire e non ha niente da dire”.
Luigi Tenco
A 50 anni dalla sua scomparsa, torniamo a rendere omaggio a questo grande autore, compiendo un viaggio nel Tenco artista e uomo. Lo spettacolo regala uno spaccato della carriera artistica di Luigi Tenco ma anche della sua ricchezza di autore anticonformista e innovativo.
Le sue sono suggestioni sottili, che diventano profondamente intime, capaci a volte di innescare riflessioni su temi universali e che sono state capaci di influenzare generazioni di musicisti.
Un recital spettacolo che porta in primo piano soprattutto quello che le parole e le melodie di Tenco spesso adombravano soltanto nello spazio breve di una canzone.
Da un lato, le profonde inquietudini di una generazione chiamata a portare a compimento le grandi trasformazioni della società italiana negli anni Cinquanta e Sessanta, dall’altro una sorta di aristocratico fastidio per tutto ciò che atteneva alla rappresentazione più scanzonata e banale di quella società nelle canzoni. Un percorso interno alle parole e alle musiche che Tenco compose e incise quasi febbrilmente tra il ’59 e il ‘67. Un itinerario che si volge tra letture e riflessioni, capaci di ridisegnare un’epoca di veloci e grandi cambiamenti.
Io sono uno è la sua voce, malinconica e tenera, che sapeva disegnare un’intera mappa di sentimenti. Una manciata di canzoni come “Lontano, lontano”; “Ho capito che ti amo”; “Vedrai, vedrai” furono una ventata di autenticità, una novità a volte scandalosa che determinò un nuovo pathos e un diverso sguardo sul mondo.