Ivrea
di Bertolt Brecht
traduzione di Roberto Menin
con Maria Paiato e con Mauro Marino, Giovanni Ludeno, Andrea Paolotti, Roberto Pappalardo, Anna Rita Vitolo, Tito Vittori Mario Autore, Ludovica D’Auria e Francesco Del Gaudio
musica Paul Dessau
scene Luigi Ferrigno
drammaturgia musicale e regia di Paolo Coletta
SOCIETA’ PER ATTORI in coproduzione con ACCADEMIA PERDUTA ROMAGNA TEATRI e MET TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA
Un’opera di contraddizioni e antinomie, a partire dalla principale: Madre Courage si sforza di proteggere i suoi gli dalla guerra, grazie alla quale lei stessa vive e guadagna, ma li perde inesorabilmente uno dopo l’altro.
La donna e il suo carro sono immediatamente emblematici di questa distorsione esclusivamente umana, in un presente al di là del tempo e dello spazio, dove l’essere umano è capace di abituarsi addirittura alla sua stessa ne e la paura della morte si sconfigge entrando in una economia di morte. Brecht, nutrito anche dai ricordi della Grande Guerra, compone un’opera definitiva sulle guerre di tutti i tempi, rimandandoci all’idea dell’apocalisse: Courage si muove in un mondo che già non c’è più; eppure i riti sociali (il conflitto, il potere, il commercio) rimangono e si rinnovano. Courage attraversa la Storia che scorre dietro e davanti ai suoi occhi, oscillando ogni volta tra guerra e pace, sopravvissuta fra i sopravvissuti. L’identità femminile in Courage si scardina dai modelli: non solo vivandiera, ma anche truffatrice – usuraia – trafficante – ciarlatana – pusher – parassita – spia – faccendiera – maitresse… ma pur sempre Madre. Paolo Coletta dirige Maria Paiato in una nuova versione del capolavoro brechtiano, uno spettacolo potente e visionario dalle forti componenti musicali, dove parola, corpo e musica si fondono per ritrarre un’umanità che somiglia così tanto al nostro presente.