Fotografia – Icones

La mostra su Doisneau al forte di Bard

Si concluderà il 14 maggio la mostra dedicata al grande fotografo francese dopo aver tenuto banco per quattro mesi e mezzo al forte di Bard. Doisneau, artista classico e intimista, vero voyeur dell’immagine non era, come le sue foto sembrerebbero suggerire, un autore di foto spontanee o meglio “rubate”, come si suol dire oggi, secondo una definizione invalsa nel gergo della street photograohy. Al contrario lui le foto le attendeva al varco dell’obbiettivo dopo aver simpatizzato con i soggetti che voleva ritrarre. La sua opera è un compendio di volti, personaggi e ambienti che illustrano il quotidiano di personaggi popolari, ma anche ritratti di celebrità come Picasso o l’amato Prévert. Camminare infaticabilmente per Parigi, percorrerne le periferie, sostare nei bistrot, tessere con infinita tenacia la trama che porta alla rivelazione improvvisa, alla scoperta dell’attimo fuggente. Oggi i suoi scatti trovano valore aggiunto, ovviamente, anche nel sapore vintàge dell’immagine, restituendo allo spettatore lo sguardo di una Parigi ormai lontana, scolpita nel suo bianco nero d’antan.

Ma la qualità e la raffinatezza delle immagini sono quelle del poeta. Bambini, donne, avventori, scatti che sono diventati icone di un tempo passato e di un’arte visiva che Doisneau coniugava con il garbo e la gentilezza. Se vedeva un personaggio da ritrarre in un caffè non si defilava per coglierlo di nascosto ma entrava in contatto con lui, gli offriva da bere, lo avvicinava empaticamente in modo che poi la fotografia ne conseguiva facilmente, la composizione si materializzava davanti allo sguardo, il clic si avvaleva di una collaborazione più soggettiva e confidenziale. Le immagini della galleria sono fortemente iconizzate, affiora l’estetica del bello, e quando l’obiettivo incontra l’aspetto crudo della vita ecco che l’artista si rifugia nell’umorismo, la scappatoia che ti “mette al riparo dall’impudicizia”. Il viaggio tra le immagini della mostra è una passeggiata nel mondo di Doisneau, non cacciatore di immagini, ma piuttosto pescatore come si definiva lui stesso alludendo alla capacità di attendere come virtù di base per ottenere la foto giusta.
La foto di Doisneau è tenera, compassionevole, spesso attualizzata in un sorriso, spiritosa, e lui era un etnologo del suo ambiente, con il fiuto dello scatto perfetto. A partire dalla celeberrima foto del bacio, datata 1950, che è il ritratto forse più celebre della sua produzione. Le baiser de l’Hotel de ville si è trasformata nella cartolina più venduta al mondo. Un’ immagine famosa che l’artista non colse spontaneamente ma che ricostruì avvalendosi della collaborazione di due ragazzi. Con il successo straordinario di quell’immagine, che oggi si definirebbe virale, anche i protagonisti dello scatto avanzarono, tanti anni dopo, e nonostante fossero stati all’epoca compensati, accuse di sfruttamento della loro immagine. Tuttavia le loro rivendicazioni vennero processualmente rigettate. La protagonista del bacio, conservando uno dei due originali, che lo stesso Doisneau le aveva consegnato, vendette poi nel 2005 questa foto per la cifra di circa 185.000 euro, record assoluto per una foto di Doisneau.

Ciononostante, gli scatti per strada o in luoghi pubblici come i caffè non risentivano ancora, al tempo di Doisneau, di tutte quelle limitazioni a cui va oggi incontro la street photography. Oggi, non si possono liberamente scattare foto ai passanti né tantomeno ritrarre dei bambini o pubblicare degli scatti non autorizzati sui social. Le classiche foto “rubate” lungo le vie di Parigi, o di qualsiasi altra piazza parimenti affascinante, devono fare i conti con il diritto alla privacy dei cittadini. Ma Doisneau, con la sua abilità di umanizzare empaticamente le fotografie, viene in soccorso ai suoi odierni emulatori, indicandoci ancora una volta nell’approccio amichevole, tra fotografo e modello, il metodo da seguire. Poi è il talento dell’occhio e della natura interiore, come sempre, a fare la differenza e l’occhio si nutre anche nella calma ammirazione e nello studio delle foto di Doisneau, signore dell’immagine che racconta la poesia del mondo.

Pierangelo Scala