Geoparco dell’AMI

Un progetto unitario e sostenuto da diverse associazioni, vista la frammentazione territoriale, è forse ciò di cui l’AMI ha bisogno

 

AMIDa innumerevoli anni diverse associazioni e promotori locali spingono affinché si riesca a dar vita ad una nuova forma di identità locale in grado di andare oltre la frammentazione economica, politica e sociale canavesana a cui siamo ormai tutti abituati. Da queste premesse è cominciata a serpeggiare in maniera sempre più energica l’idea di un territorio circoscritto dai confini naturali unici nel loro genere. Ciò di cui si sta parlando è, ovviamente, l’idea di AMI, Anfiteatro Morenico d’Ivrea, il cui ampio significato comprende, oggi, sia l’idea di un territorio delineato dalla Serra e dalle varie morene formatesi durante la lunga fase del periodo Quaternario, sia un nome attorno al quale polarizzare energie e attività di varia natura: turismo, produzione locale, sport, ricerca scientifica e via discorrendo.Su queste premesse, l’8 marzo è stato elaborato, a cura di Franco Gianotti, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino, il “Primo Rapporto” legato alla “Proposta di un Parco geologico dell’AMI e di un ostello scolastico”.
Ma di cosa, esattamente, si sta parlando con questa proposta?
L’idea sarebbe quella di «istituire un ente di gestione in grado di promuovere la conoscenza dell’AMI, accrescerne l’interesse e di governare le azioni per lo sviluppo di un significativo flusso turistico culturale, naturalistico, scolastico e nel campo della ricerca scientifica. La struttura migliore in tal senso è un parco regionale che conservi la geodiversità e promuova lo sviluppo dell’AMI nel suo complesso (culturale, sociale, economico), senza barriere amministrative, secondo lo spirito e le direttive promosse dalla Rete Internazionale dei Geoparchi dell’UNESCO». In questa proposta si inserisceanche la duplice iniziativa di realizzare sia un nuovo Museo “dell’AMI e delle glaciazioni”, sia un Ostello scolastico sulle sponde del lago S.Michele, già presidiato dal Parco della Polveriera e dal laboratorio GeoDidaLab. L’Ostello andrebbe ad impiantarsi nell’edificio ex-pub, inattivo da 7-8anni, situato sulla riva Sud Ovest del Lago.
Chi sono i primi firmatari della proposta?
Oltre al già citato Dipartimento di Scienze della Terra, troviamo diverse associazioni: Ecomuseo AMI, Osservatorio del Paesaggio AMI, Legambiente Dora Baltea, Pro Loco Serra Morena d’Ivrea, il laboratorio GeoDidaLab, Ecomuseo del Paesaggio, Orizzonte Serra e l’Associazione Vivere i Parchi. Le prime fondamenta di questo progetto sono già state gettate e, per una volta, fa piacere assistere alla realizzazione di un progetto unitario per il territorio che parta dal basso, da associazioni, ricercatori e individui motivati. Per la fine di giugno l’obiettivo sarebbe quello di presentare formalmente anche ai soggetti politici e amministrativi la proposta; entro marzo al comune di Ivrea ed entro la fine di aprile alla Città Metropolitana e ai rappresentanti della Regione Piemonte. Se si riuscisse ad ottenere il via libera dalle istituzioni, col finire del 2016 e per gli anni avvenire potremmo assistere ai frutti di questa iniziativa, ambiziosa e, al tempo stesso, necessaria.

Andrea Bertolino | 16/03/2016