Grazie, Dottor Ghi

Grazie, Dottor Ghi è diventata una sintesi, un titolo, una definizione, il nome di una chat, uno striscione.

Il pediatra Toni Ghirardo che, dal ’90 si trasferisce nella nostra città dalla sua amata “Zena”, dopo parecchi travagli durati qualche mese, ma sui quali stava riflettendo da tempo, a giugno, di questo strano, indefinibile anno, ha deciso di andare in pensione.
Da vent’anni abbiamo lavorato insieme, nel Servizio Vaccinale Pediatrico della nostra A.S.L., passata attraverso parecchi cambi di dicitura nel tempo. Questa modalità di lavoro è una ricca e significativa eredità del grande Prof. Nasso, Primario della Pediatria dell’Ospedale eporediese nei lontani anni ’80, che volle fortemente l’integrazione e la continuità assistenziale tra Ospedale e Territorio, in uno scambio e confronto continui tra i pediatri ospedalieri e quelli di Libera Scelta o di Base che dir si voglia.
Per questo motivo, assolutamente innovativa e, probabilmente, unica realtà sul territorio nazionale, nasce questo fiore all’occhiello (come l’ho sentito spesso definire da lui, il Dr. Ghi), che vede confluire nelle varie realtà territoriali di zona, operatori sanitari (infermieri, assistenti sanitari, infermieri pediatrici) che lavorano insieme ai rispettivi pediatri di quella zona specifica, convocando con essi, per le varie scadenze vaccinali, i bambini iscritti, procedura che permette di effettuare, oltre al  normale atto vaccinale, anche il Bilancio di Salute, atto a valutarne lo sviluppo psico-fisico-relazionale.
Una grande opportunità, un’invidiabile risorsa, un grande impegno professionale di continuo aggiornamento relativo alle scelte dei nuovi nati da parte dei genitori o di nuovi nuclei famigliari migrati nei nostri confini territoriali di competenza.
Solo chi ha lavorato e ci lavora, sa la mole di lavoro burocratico sommerso che questo comporta e che sta dietro le quinte di una seduta vaccinale impostata con tale criterio.
Ma i risultati ottenuti, in termini di qualità del Servizio, credo ne facciano un’ECCELLENZA, purtroppo non sempre doverosamente riconosciuta ed apprezzata; tant’è, ma così noi lavoriamo da anni e, nonostante ormai la burocrazia ci stia letteralmente fagocitando, continuiamo a credere in quel progetto ambizioso che onora la memoria di un sognatore e lungimirante Primario greco.
In questa cornice dovuta, si inserisce il dipinto che ho pennellato, seduta dopo seduta, insieme al Dr. Ghi.
Era diventato, intanto, anche il pediatra dei miei tre figli; era nata, intanto, un’amicizia di famiglia con la sua famiglia ed altre famiglie; era nata, intanto, giorno dopo giorno, una capacità di confronto, di racconto e, man mano che il tempo passava, anche di confidenza sempre più personale e privata.
Senza mai confondere i piani nei quali le cose avvenivano; il professionale ed il privato c’erano, ma non si mescolavano.
Riconosco, è vero, che le nostre sedute vaccinali siano state spesso allegre, vivaci, brillanti, ironiche; frequentemente abbiamo riportato in prima persona o reciprocamente, aneddoti, episodi grotteschi, storielle che riguardavano noi, i nostri figli, i nostri partner, facendo quell’operazione sottile ed intelligente per alleggerire tensioni, carichi emotivi, paure, dubbi  condividendole con chi era lì con noi.
Ho continuato ad imparare, ad ascoltare, a rivivere, a ricucire su di me e sulla storia della mia famiglia centinaia di storie, di fragilità, di debolezze, di ansie custodite con doveroso segreto professionale.
Lavorare con il Dr Ghi, è stata una grande opportunità della mia vicenda professionale; non è sempre stato tutto zucchero e miele; sia come collaboratrice, sia come mamma e anche come amica; ci sono stati momenti nei quali ci siamo battibeccati, scontrati, arrabbiati e, non essendo propriamente due  mammolette…, difficilmente uno dei due voleva cedere facilmente all’assoggettarsi dell’altro; non ci siamo pero’, mai,  né offesi, né mancati di rispetto.
La franchezza e l’onestà penso siano stati gli ingredienti principali che abbiano saputo generare qualcosa di così veramente originale e piacevole di cui abbiamo goduto e dentro la cui bolla creata si sia fatto godere a chi entrasse.
Naturalmente non per tutti sarà stato così; probabilmente per qualcuno che non ha saputo cogliere la nostra imprescindibile serietà professionale, saremo stati troppo allegri e scanzonati. Inevitabili, purtroppo, le battutine da parte di alcuni colleghi riferite al nostro tandem professionale che, senza molti dubbi, hanno nascosto una ingiustificata, ma spesso malcelata invidia o gelosia. Hanno fatto male; hanno creato malessere; ma , non hanno lasciato il segno, perchésolo le cose buone lo lasciano.
E allora  “GRAZIE DR. GHI”  vuole essere questo; la festa sorpresa che si è celebrata presso lo ZAC, lunedì 31 agosto 2020 alle ore 20. Ha voluto essere la mia, la nostra espressione tangibile di tutta la GRATITUDINE, l’AFFETTO, la STIMA per questo nostro pediatra speciale. Scomodo, l’ho spesso definito io; e, come tutti i personaggi scomodi, o li ami o li  detesti.
Quella sera, allo ZAC, c’eravamo tutti noi che ti abbiamo AMATO. Noi, con i festoni, le scritte appese, gli applausi fragorosi ed infiniti, le lacrime, l’emozione, i sorrisi, i regali, i biglietti, le bottiglie, i brindisi, il cibo ottimo, le torte casalinghe, le mascherine, il gel igienizzante, la poesia di Calati, le letture di Arminio, i servizi fotografici, le riprese video, la musica e le battute di Nick, la scatola artistica dove riporre quello che uno desiderava, un librone sul quale lasciare una dedica e poi, tre grandi pannelli di quel genio di Galliano, zeppi di sagome, di oggetti, di paesaggi e la tua caricatura, il tutto da colorare in collaborazione dei presenti.
Sopra tre plance montate sui cavalletti, dove troneggiavano latte multicolor e pennelli, ognuno di noi ha lasciato la propria impronta colorata dentro quelle sagome ispirate dai lavori di Nene, la figlia artista del Dr. Ghi. Ora sono tre meravigliosi quadri colorati che ci contengono tutti.

GRAZIE DR. GHI è stato il modo più avvolgente per mettere la parola FINE all’attività ufficiale ed istituzionale; è stato un balsamo che ha sanato, come detto da Viti, ferite, malumori ed amarezze, veicolato da quelle note e da quelle parole inimitabili della  Ballata dell’amore perduto di De André, che ti accolto mentre avanzavi verso il dehor dello ZAC!, verso tutti noi, insieme e per mano di Ugi e tutta la tua famiglia incredibilmente tutta insieme.

E’ stato come assistere alla  scena di uno sposo con i parenti che si appresta ad entrare per celebrare un Matrimonio.GRAZIE DR: GHI, per me, GRAZIE TONI e GRAZIE alla VITA che ci ha fatto incontrare.

Cristina, la “tua” assistente sanitaria al 51%!