Il disastroso Carnevale 2020, la carnevalata di lunedì e l’amministrazione comunale di Ivrea

Un’edizione che, oltre alla sospensione, ha registrato una somma di “incidenti” senza precedenti e una sempre più crescente ingerenza di amministratori e politici locali

Giovedì scorso, 27 febbraio, ricorreva il sessantesimo anniversario della scomparsa di Adriano Olivetti: lo ha ricordato in una dichiarazione anche il presidente Mattarella, mentre l’amministrazione comunale eporediese annuncia che gli dedicherà il prossimo “Festival dell’Architettura” in programma a maggio a Ivrea.
Come sessant’anni fa, quando il Carnevale eporediese fu sospeso proprio per l’improvvisa scomparsa di Adriano Olivetti, anche quest’anno il carnevale è stato interrotto alla mezzanotte di domenica (per la nota ordinanza contro il diffondersi del coronavirus). Ma quanta distanza tra questo 2020 e il 1960!
Gli anni passati sono tanti, è vero, ma il livello raggiunto dalla storica manifestazione eporediese non ha precedenti (almeno a memoria di chi scrive) e, trattandosi di un tratto identitario della città, sarebbe magari il caso di ripensare a cosa è successo e cosa sta succedendo.
Già l’edizione dell’anno scorso (con le strabordanti ingerenze della vicesindaco Ballurio e il bilancio in perdita nonostante il record di incassi da ingressi) aveva avvertito della piega che stava prendendo la manifestazione. Poi, citando a memoria, in ordine cronologico: la protesta (assolutamente inascoltata dall’amministrazione comunale) per il minor peso destinato alle “componenti” nel nuovo statuto della fondazione che gestisce il carnevale, il ricorso al TAR degli aspiranti “ufficiali” non ammessi nello “Stato Maggiore”, la nomina di un “generale” troppo notoriamente sponsorizzato dal partito di maggioranza nella maggioranza in Comune, il ritardo nella sua destituzione a seguito della denuncia della “vivandiera” molestata e il suo rimpiazzo con quello dell’anno precedente.

Una serie di “incidenti” che hanno avuto, almeno alcuni, l’involontario pregio di togliere un po’ di pomposità allo “Storico Carnevale di Ivrea” e di fornire occasioni per ridere, scherzare e lasciarsi andare a motti salaci nei confronti di “chi conta” (che è poi ciò che si intende ovunque con il termine carnevale).
Scartata senza alcun dubbio l’ipotesi che tutto sia stato organizzato con questo spirito e per questo scopo, per tutti gli incidenti e i malumori che hanno accompagnato questa edizione del carnevale eporediese ce la si può prendere con “il destino cinico e baro”, ma non si può onestamente pensare che non ci sia alcuna responsabilità in tutto quanto è accaduto quest’anno.
E poi, passi pure il cattivo gusto della “mugnaia” che nella sfilata di domenica lancia dal carro caramelle sponsorizzate da varie aziende, un po’ meno invece può passare la carnevalata di lunedì [24 febbraio] che ha visto l’intero gruppo storico del carnevale eporediese (mugnaia, generale e ufficiali, tutti rigorosamente in “divisa borghese”) che sfila “spontaneamente” per il centro cittadino raccogliendo “il popolo plaudente” (alcune centinaia di persone comprensibilmente deluse dall’interruzione della festa, animate dalla passione per il Carnevale, dalla rivolta della leggenda e dalla “vittoria popolana” della canzone) e il sindaco Sertoli-Zelig* (accompagnato dal suo factotum, Lavarini).

Certamente la Procura della Repubblica, che avrebbe ricevuto un’informativa su questa vicenda, ha di meglio e di più utile da fare che occuparsi del sindaco e della sfilata in violazione all’ordinanza ministeriale, regionale e comunale (peraltro emessa a firma dello stesso Sertoli) contenente “misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica”.
Ma, se la Procura eviterà di occuparsi della “carnevalata” di lunedì, un qualche giudizio sul loro sindaco e sulla loro amministrazione comunale i cittadini eporediesi lo dovrebbero esprimere, una qualche idea dovrebbero farsela. E non solo su questo ultimo episodio.
Sulla sfilata di lunedì sono intervenuti subito i gruppi di opposizione in Comune (PD, Viviamo Ivrea, M5S) che, in un comunicato congiunto, hanno trovato «sconcertante l’atteggiamento tenuto dal primo cittadino» e rilevato come «Mai come oggi, in piena emergenza, (…) il Sindaco ha dato prova di grave mancanza di adeguatezza per il suo ruolo istituzionale».

Inadeguatezza che il sindaco ha dimostrato in altre occasioni (come dimenticare, solo per citare la più grave, la partecipazione “a titolo personale” nel giugno scorso alla manifestazione a sostegno del tabaccaio omicida di San Bernardo?) e costituisce il tratto distintivo della sua amministrazione. Un’amministrazione che, solo per restare al Carnevale, è riuscita a trasformare le pur consuete polemiche di ogni edizione, in un autentico disastro da consegnare alla storia di questa manifestazione. Un’amministrazione della quale, a quasi due anni dal suo insediamento, non si riescono ancora a comprendere priorità e scelte, mentre si mostra in difficoltà anche a gestire l’ordinario.
Diversa, ovviamente, l’opinione della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea che, nel comunicato (del 28 febbraio) di chiusura dell’edizione 2020, esprime «un ringraziamento particolare al primo cittadino Dott. Stefano Sertoli e alla giunta in rappresentanza di tutti». Comunicato che si conclude con le dichiarazioni del presidente, Piero Gillardi, molto fiero perché il Carnevale di Ivrea avrebbe «superato quello di Viareggio posizionandosi al secondo posto dietro Venezia per la copertura mediatica» e l’annuncio che «ci metteremo presto di nuovo al lavoro per la prossima edizione con uno slancio ancora maggiore». Un proposito che, visti i disastri di questa edizione, suona come una minaccia. E che fa tornare di assoluta attualità l’intervento di quasi un mese fa del “Comitato delle Componenti” del Carnevale che denunciava “l’inadeguatezza del CdA della Fondazione” e proponeva al Sindaco la convocazione di un “tavolo di lavoro” nella prima decade di marzo.

ƒz

* Zelig = Persona dotata di uno spontaneo camaleontismo, che la porta ad assumere i modi e l’aspetto esteriore di quelli con cui di volta in volta si pone in relazione, per sentirsi accettata e possibilmente amata (Grande Dizionario Hoepli Italiano di Aldo Gabrielli)